Carcere di Crotone, l’avvocato Mazza: “Urge intervento strutturale e legislativo”

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L'avvocato Francesco Mazza sollecita interventi strutturali immediati e denuncia la situazione critica

  05 agosto 2024 14:29

“Recentemente, il Tribunale di Crotone mi ha nominato difensore d’ufficio in un procedimento penale a carico di un imputato, detenuto presso il carcere di Crotone. Durante la mia visita alla struttura detentiva, ho avuto modo di constatare personalmente le condizioni critiche in cui versa il carcere”.

Lo scrive in una nota l’avvocato del Foro di Crotone Francesco Mazza.

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“Si tratta di una struttura disagiata e fatiscente - aggiunge Mazza - che necessita urgentemente di interventi di ristrutturazione. La situazione è grave e non è accettabile che le condizioni di detenzione siano così degradanti. I problemi riscontrati sono prevalentemente di natura strutturale. La fatiscenza dell’edificio rende difficile garantire condizioni dignitose di vita ai detenuti, correlate al sovraffollamento. Tuttavia, non posso non riconoscere l'impegno degli operatori penitenziari, che lavorano con dedizione nonostante le difficoltà oggettive. Questo impegno, tuttavia, non può compensare le carenze strutturali e la necessità di un intervento immediato e risolutivo”.

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“Inoltre, la carenza di personale di Polizia Penitenziario va a frustrare il finalismo rieducativo della pena di cui all’articolo 27 comma terzo Costituzione, con conseguente esigenza dell’incremento delle dotazioni di personale, anche specializzato. In carcere, ciò che già all'esterno rappresenta un disagio diventa un problema amplificato, specialmente dal punto di vista sanitario. Le condizioni sanitarie precarie possono mettere seriamente a rischio la salute dei detenuti. Un altro aspetto allarmante riguarda la gestione dei detenuti con problemi psichiatrici, che richiede particolare attenzione e risorse adeguate. La mancanza di supporto psichiatrico adeguato non solo compromette il benessere dei detenuti affetti da disturbi mentali, ma può anche creare tensioni e difficoltà all'interno della comunità detentiva”.

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“È fondamentale ricordare che la nostra Costituzione, attraverso l'Articolo 27, sancisce che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Questa funzione rieducativa è il baluardo che deve guidare ogni intervento nel sistema penitenziario. In questo contesto, l’Articolo 35 ter della Legge sull'ordinamento penitenziario (L. 26 luglio 1975, n. 354) prevede i "Rimedi risarcitori conseguenti alla violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali nei confronti di soggetti detenuti o internati." Questo articolo è una tutela fondamentale per i detenuti, garantendo loro il diritto a condizioni di detenzione umane e dignitose. Un ulteriore passo avanti potrebbe essere rappresentato dal disegno di legge di conversione del d.l. n. 92/2024, conosciuto come “decreto carceri”, attualmente in esame alla Camera dopo l'approvazione del Senato”.

“A mio avviso - conclude la nota - questo disegno di legge può agevolare le uscite dal carcere. Occorre consentire a chi ha il diritto di uscire di trovare una soluzione al problema del domicilio. La questione del domicilio è infatti cruciale: molti detenuti non possono uscire semplicemente perché non hanno un luogo dove andare. Risolvere questo problema contribuirebbe anche a ridurre il sovraffollamento nelle carceri, migliorando complessivamente le condizioni di detenzione. È imperativo agire rapidamente per ristrutturare il carcere di Crotone e migliorare le condizioni di vita dei detenuti. Dobbiamo sempre tenere a mente i principi fondamentali della nostra Costituzione e lavorare per un sistema penitenziario che rispetti la dignità umana e favorisca la rieducazione dei condannati. Solo così potremo garantire un vero progresso sociale e un rispetto autentico dei diritti umani”.

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