Carcere “Ugo Caridi” di Catanzaro, aggrediti nel giorno di Ferragosto due agenti di Polizia Penitenziaria

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images Carcere “Ugo Caridi” di Catanzaro, aggrediti nel giorno di Ferragosto due agenti di Polizia Penitenziaria

  16 agosto 2025 10:42

di FRANCESCO IULIANO

Ancora un’aggressione al personale della Polizia Penitenziaria all’interno della Casa circondariale ”Ugo Caridi” di Catanzaro. A darne notizia la vicesegretaria provinciale dell’Uspp (l’Unione sindacati di Polizia penitenziaria) Domenica Continanza.

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”Nella giornata di Ferragosto - riporta la nota - si è consumata l’ulteriore aggressione al Personale di Polizia penitenziaria nella Casa circondariale di Catanzaro.

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Un detenuto, in evidente stato di ubriachezza e senza alcun motivo, ha aggredito con minacce verbali e con pugni, schiaffi e calci due poliziotti penitenziari, provocando loro escoriazioni e contusioni. Nello specifico il detenuto colpiva e minacciava di morte un agente, noncurante di chi interveniva nel tentativo di calmarlo.

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Questa Sigla, nell’esprimere massima solidarietà ai poliziotti coinvolti, non può fare a meno di chiedersi come mai venga ancora concesso il consumo di alcool in diversi Istituti che, come in questo caso, rischia di diventare una mina vagante ai danni del personale ma anche tra gli stessi detenuti.

Tra l’altro, il detenuto in questione, non è nuovo a comportamenti violenti per i quali è stato punito disciplinarmente. E non si può fare a meno di osservare come, nonostante ciò, lo stesso si trovi ancora ubicato in un reparto a trattamento intensificato, dove vengono inseriti quei soggetti che, con il loro comportamento, si rendono meritevoli di un regime di sorveglianza meno rigido e con attività maggiormente mirate al percorso rieducativo del detenuto.

Per quanto sopra, questa organizzazione sindacale, oltre a chiedere l’immediato trasferimento del detenuto si auspica che i superiori uffici, adottino misure più concrete che possano prevenire o, quanto meno, ridurre al minimo, piuttosto che arginare, fatti così

gravi che alla fine pesano così direttamente sugli operatori penitenziari che, quotidianamente, prestano il loro servizio per garantire ordine e sicurezza”.

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