"L'ufficio urbanistica, ancorché carente di figure che possono servire alla causa, ha dei professionisti che sono dotati tutti di capacità eccellenti. Funzionari e dirigenti che conoscono il fatto loro, conoscono la materia. Hanno solamente un piccolo problema, che è legato alla possibilità di essere dei 'facilitatori' per i cittadini, per coloro i quali hanno necessità di confronto con le materie regolamentate dallo strumento urbanistico vigente. Mentre loro si pongono più come dei 'censori'. E' questo quello che non va bene molte volte: è un approccio sbagliato. Le persone che operano negli uffici sono persone valide, anche se a ranghi ridotti. Dovrebbero avere solo un approccio diverso, appunto quello di facilitatore nei confronti di chi cerca di realizzare i propri sogni. Chi realizza la casa, realizza un sogno". Così in un'intervista a La Nuova Calabria Carlo Nisticò, ex assessore e consigliere comunale di Catanzaro e attuale responsabile dell'ufficio tecnico dell'azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio.
Sul fatto che sia mancato l'indirizzo da parte della politica, Nisticò precisa: "Credo che una delle carenze sia un'assenza di indirizzo. In effetti il ruolo di 'censore' dipende proprio da questo. La politica non è riuscita a dare indirizzi giusti. Loro si appellano a quella che è la norma. Anche se oggi se sono fuori dalla politica attiva ci sono delle persone che che mi chiedono consigli. Ad esempio, le tettoie. Queste, al pari delle verande, secondo le norme tecniche - senza possibilità di equivoco - non contribuiscono al calcolo del volume della struttura. Mentre sembrerebbe, da quelle che sono le mie informazioni, che gli uffici dell'Urbanistica li considerino come dei volumi. L'ultima cosa che mi è capitata è un signore che ha realizzato una veranda, ma non con i vetri bensì con l'ausilio di alcune tende. Sono andati i vigili - che non possono arrogarsi il diritto/dovere di esprimere pareri su questioni urbanistiche - eppure è successo che la veranda è stata considerata ai fini dei volumi. Poco tempo fa è venuta una ditta che opera negli impianti tecnologici e ha deciso di realizzare un piccolo capannone di 500-600 mq, in zona industriale, per migliorare la qualità dell'attività lavorativa, eppure è da più di un anno che ha presentato il permesso di costruire e ancora oggi non ha avuto risposta nonostante la norma dica che entro 90 giorni tu devi avere risposta".
Nisticò poi ricorda la norma nazionale: "Il legislatore nel 2011 aveva fatto un decreto poi divenuto legge, il cosiddetto 'Sblocca Italia', che serviva per sburocratizzare gli uffici pubblici e snellire le procedure, che consente di presentare la Scia al posto del permesso di costruire. Stranamente a Catanzaro con la Scia non puoi fare niente, devi fare il permesso di costruire. Allora la politica deve dare gli indirizzi giusti: deve fare valere la norma per far valere le esigenze del cittadino. Sono queste le situazioni che esasperano e indispettiscono. L'urbanistica è il volano principale di una società e se noi non la facciamo andare avanti ovviamente si ripercuote su tutto l'indotto. Non significa liberalizzare in maniera non consona le attività edilizie ma deve esserci la giusta misura per consentire a un settore importante di andare avanti in piena legittimità. Gli uffici devono adeguarsi a quelli che sono gli indirizzi. Negli ultimi anni questa cosa non c'è stata. Abramo che è stato un eccellente amministratore, nell'ultimo quinquennio non è stato all'altezza forse perché distratto. Non ha dato il giusto impulso. Oggi, ci potrebbe essere questa opportunità in virtù del fatto che bisogna dare impulso al Psc".
E a proposito del Piano strutturale comunale, l'architetto afferma: "I tempi sono maturi. Ritengo, da addetto ai lavori, che i consiglieri comunali debbano avere la giusta consapevolezza su cosa. Devono impegnarsi di più sulla conoscenza. Non devono diventare esperti di urbanistica ma proprio perché devono tutelare i diritti dei cittadini hanno la necessità di essere più consapevoli del ruolo che hanno. Il Consiglio comunale è l'organo supremo per la gestione del territorio. Sono loro che la decidono non i dirigenti o i funzionari. La legge regionale n. 19 sull'urbanistica. che ha stentato a essere applicata, già parlava di perequazione e l'obbligo per l'Amministrazione di predisporre un Psc a saldo zero, cioè non prevedere più consumo di suolo rispetto al piano regolatore precedente. E naturalmente questo significa tutelare lo ius aedificandi dei vari terreni, che non possono così passare da edificabili ad agricoli. Per consentire uno sviluppo più armonico e soprattutto più sostenibile, si possono spostare i volumi da un posto più impervio a uno più vicino alle urbanizzazioni o già urbanizzato. La legge prevede che non ci possano essere sperequazioni fra i proprietari. I consiglieri devono avere la voglia di capire cosa significa fondo sorgente e fondo accipiente. Per pretendere che si vada avanti nel Piano è opportuno che i consiglieri sappiano di che cosa si parli".
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