Carmen trionfa al Rendano di Cosenza, Calabrese: “Un’omaggio integrale all’opera di Bizet”

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images Carmen trionfa al Rendano di Cosenza, Calabrese: “Un’omaggio integrale all’opera di Bizet”


  16 novembre 2025 09:46

di MARCO CALABRESE

Carmen, dopo la criticata prima la sera del 3 marzo 1875 a Parigi, suggellerà il suo trionfo a Vienna. Per l’occasione Bizet stava completando i recitativi accompagnati, che non apparivano nella versione parigina - vi erano dialoghi e parti cantate -, ma a causa di quel malaugurato bagno nella Senna, non completò mai il suo lavoro. Fu Ernest Guiraud, amico di Bizet, che completò il lavoro. Nietzsche, nel 1888, ne ascoltò oltre venti repliche, scrivendo che quella musica era “perfetta, leggera, divina”, e che lo faceva “diventare un uomo migliore”.

Carmen oggi è uno dei titoli più eseguiti. Carmen è un’esplosione di ritmi e colori, un caleidoscopio sonoro che trasporta lo spettatore in una Spagna immaginaria, costruita attraverso habanere, seguidille, castagnette, cori gitani e danze febbrili.

Bizet dipinge vere e proprie scene corali, dove, in una sequenza stretta si susseguono risse, balli, ammiccamenti e momenti di puro lirismo.

Ma la versione di Bizet/Guiraud, negli anni, è andata via via adattandosi a scelte registiche e direttoriali diverse, con la conseguenza di essere sfrondata e banalmente “tagliata”.

Non potremo mai dimenticare, ma forse è il caso di farlo, di una Carmen in cui l’intenso duetto del quarto atto veniva ridicolizzato nella sua struttura drammatica da un insensato taglio. Risultato: Don José incontra Carmen che va a vedere la corrida e la uccide. Cancellato per sempre tutto quel crescere di emozioni e quel cambio, anche musicale, che si accende e si insinua nella testa del geloso e impotente innamorato.

Per fortuna qualcuno non accetta questo tipo di “cancellature e forzature” musicali, proponendoci la versione integrale di Bizet Guiraud.

Lo ha fatto il Teatro Rendano di Cosenza, innalzandosi in questo modo a promotore dell'integrità dell’opera, che non ha bisogno di inutili artifizi per farla diventare "moderna": l’opera racconta fatti e persone, le stesse di oggi, con le stesse intenzioni e le medesime dinamiche. E poi forse oggi la modernità sta proprio nell’esecuzione pura e originale dell’opera e non in banali adattamenti che ne sviliscono contenuti e forme. Nello stesso modo è il miglior modo per rendere omaggio ai 150 anni di Carmen e della scomparsa del suo compositore.

Il direttore d’orchestra, Marco Codamo, dimostrando una minuziosa conoscenza della partitura - ne abbiamo avuto prova durante le poche chiacchierate nel retro quinte e durante una soleggiata passeggiata sul Corso cittadino - ha avuto la capacità, grazie al suo gesto chiaro e pulito, non ostentato ma diretto, di restituire con maestria l’integrità della partitura, con un’ampia gamma di sfumature, e con una prova di eccellenza difficile a trovarsi.

A lui si affianca il lavoro di Paolo Panizza, che non ha certo bisogno di presentazioni. Diciamo solo una cosa; sa fare il suo lavoro, e bene. Saranno stati gli anni di lavoro con Pier Luigi Pizzi, il suo lavoro costante all’Arena di Verona, che lo hanno forgiato. Il risultato è un susseguirsi di scene e controscene, in una piazza che coralmente e letteralmente entra e irrompe da ogni angolo del teatro. Una regia globale che travolge, e lascia il ricordo, nel pieno rispetto del libretto. Commovente e pulita la scena della morte di Carmen, dove la poesia diventa teatro e si fa viva  in una bimba che adagia un fiore tra le mani della passionale gitana oramai a terra senza vita.

Travolgenti sono stati tutti i balletti eseguiti integralmente e interpretati da due compagnie di danza, la Compañía de Danza Española y Flamenco “Danza-Or” diretta da Isabel Ponce Rodriguez meravigliosa interprete di flamenco, e la Resexensa Dance Company con le Coreografie di Elisa Barucchieri, che hanno arricchito e completato coreograficamente anche tutte le scene dell’opera con grande professionalità.

A questo punto bisogna parlare degli interpreti, e anche qui non possiamo che ritenerci pienamente soddisfatti. Alessandra Volpe ha interpretato una Carmen molto sensuale, mai volgare (cosa che succede spesso ahinoi!). Voce ora vellutata ora più scanzonata, modellata da una piena coscienza e padronanza del personaggio, uniforme, morbida e calda.

La prestazione del Don José di Paolo Lardizzone è stata capace di regalarci una e vibrante scarica di emozioni nell'aria “La fleur que tu m'avais jetée”, e un intenso finale in cui, con voce generosa, conclude, per sua mano, la vicenda terrena di Carmen.

Buona l’interpretazione di David Babayants che ricopre il ruolo del torero Escamillo. Voce temprata, sonora e piena, che con la sua aria del Toreador, conquista con facilità tutto il pubblico.

Una menzione speciale va rivolta a Francesca Manzo, Micaela, delicata e dolce, dalla vocalità elegante e raffinata. Laura Esposito, Frasquita, Lucrezia Ianeri, Mercedes, Lorenzo Papasodero, Dancairo, Alberto Munafò Siragusa, Remendado, che con Alessandra Volpe hanno eseguito con maestria e controllo tecnico da orologeria, uno dei più bei quintetti mai ascoltati dal vivo. Ben integrati vocalmente, in un divertente e comico gioco contrappuntistico, che ne rivela la bravura.

Non vogliamo di certo dimenticare tutti gli altri interpreti a cui rivolgiamo un caloroso “bravo!”.

Francesco Costa, direttore del Coro Lirico Siciliano, e Maria Carmela Ranieri, direttrice del Coro di Voci Bianche del Teatro Rendano, hanno fatto e svolto il loro lavoro con diligenza e competenza.

Nel Programma di Sala, in apertura è il messaggio del Sindaco di Cosenza, Franz Caruso, con cui abbiamo chiacchierato piacevolmente durante il primo intervallo, a farci capire subito l’intenzione che si vuole rivolgere al teatro cittadino:

“Il nuovo progetto di sviluppo che abbiamo avviato, grazie alla collaborazione e alla competenza del direttore artistico dello stesso progetto, Chiara Giordano, dovrà delineare, attraverso un’azione articolata, una nuova strategia e una nuova narrazione con la dichiarata ambizione di rendere il Teatro Rendano all’altezza delle sfide culturali del nostro tempo”.

E il progetto triennale di Chiara Giordano esprime l'ambizione, e dopo questa Carmen possiamo dire più che riuscita, di portare il Teatro Rendano “protagonista nella scena nazionale”.

E allora che lo spettacolo abbia inizio!

La replica sarà oggi alle ore 17.00

 


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