“Otto punti contro il caro energia”. Misure urgenti che “la politica e i sindacati, unitariamente” possono indicare al Governo, da applicare subito per venire incontro alle esigenze di famiglie e imprese italiane.
A lanciarle, l'imprenditore di Soverato Giovanni Sgrò che ha predisposto il dettagliato pacchetto di proposte dialogando con il professore Vittorio Daniele, docente di Politica economica presso l'Università Magna Graecia di Catanzaro.
“Lo avevamo già detto a gennaio - è scritto in una nota firmata dallo stesso imprenditore, dirigente di Confesercenti Catanzaro - assieme a migliaia di imprenditori, commercianti, sindaci, da Nord a Sud, da Trieste a Soverato. Ricordo Andrea Parodi, amministratore delegato di Fil Man Made Group, azienda tessile con 900 dipendenti in cinque stabilimenti a rischio chiusura per il caro energia. Nel 2021 a gennaio aveva pagato 350 mila euro di elettricità. A dicembre la bolletta era già salita a 1,4 milioni di euro: quattro volte tanto in appena dodici mesi. Nell'ultimo trimestre 3,5 milioni, la sua denuncia di ben otto mesi fa (quasi nove), rilanciata da tutti i media nazionali. In Calabria, quasi in contemporanea - spiega Giovanni Sgrò, titolare della catena di supermercati Naturium-Urban Market - eravamo stati noi a sollevare un analogo allarme. Non volevamo pensare a chiusure o licenziamenti, ma, inevitabilmente, vedevamo schizzare i prezzi a scaffale, il nostro grido, accompagnato dal sostegno di tanti sindaci della zona. Che adesso torneranno in piazza al nostro fianco, da Chiaravalle a Soverato”.
“I mesi passati non hanno cambiato nulla - l'amara constatazione di Sgrò. - Poco incisivi gli interventi di Stato, per lo più sotto forma di credito d'imposta, a fronte di un aumento dei costi energetici che sta facendo saltare anni e anni di programmazione. Pagare 35mila euro di energia elettrica, invece di 9mila dello stesso periodo dell'anno scorso cambia tutto: blocca gli investimenti, ferma i progetti, congela nuove assunzioni”. In queste ore Sgrò sta dialogando con sindacati, esperti di economia, università e associazioni di categoria con l'obiettivo di dare forza alle sue otto proposte “urgenti, concrete e fattibili” da mettere in mano alla politica regionale e nazionale “senza distinzioni di schieramenti”. “Perché le divisioni rischiano di fare il gioco di chi, in Italia e in Europa, non vuole risolvere il problema” le sue conclusioni.
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