di EDOARDO CORASANITI
Il Tribunale della Libertà di Catanzaro ha annullato la misura cautelare della sospensione dal servizio nei confronti di Maurizio Mazziotti, dipendente dell'Asp di Catanzaro, difeso da Domenico Pietragalla e Francesco Pullano, coinvolto nell’indagine “Cartellino Rosso”. L’indagato era stato sospeso per sei mesi con l'accusa di essersi assentato per 28 ore.
Inoltre, il tribunale ha ordinato la restituzione delle somme che erano state sequestrate e ritenute percepite indebitamente: 426,30 euro.
Il provvedimento dei giudici cautelari ha evidenziato l'assenza di gravi indizi di colpevolezza e di esigenze cautelari alla base dell'ordinanza di custodia cautelare del Giudice delle indagini preliminare, il quale aveva alleggerito la richiesta iniziale della Procura che voleva per Mazziotti l'obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.
Si tratta della terza misura cautelare annullata nell'ambito dell'operazione "Cartellino Rosso", condotta dalla Guardia di finanza e dalla Procura di Catanzaro e che il 24 aprile scorso ha colpito 57 dipendenti e dirigenti dell’Asp e dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro accusati di assenteismo o allontanamento dal posto di lavoro. A quindici di questi è stato notificato l'avviso di conclusioni delle indagini.
L'annullamento della misura cautelare nei confronti di Mazziotti si aggiunge a quella del dirigente dell'Asp Carlo Nisticò (difeso da Giuseppe Fonte, inizialmente sospeso per un anno) e a quella del dipendente della stessa azienda, Giuseppe Folino Gallo (difeso dall'avvocato Eugenio Perrone, prima sospeso per 3 mesi).
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