Seconda puntata consecutiva di "Non è l'Arena" sull'affaire commissioni consiliari del comune di Catanzaro per cui risultano indagati 29 consiglieri. Il conduttore Massimo Giletti riprende dallo scontro verbale di una settimana fa con il presidente del Consiglio comunale Marco Polimeni. Giletti insiste sul fatto che la famosa risposta su Gratteri fosse stata suggerita. "La risposta non c'entrava nulla con la domanda", hanno rafforzato il concetto Luca Telese e Alessandro Cecchi Paone (già presenti nella puntata precedente). Giletti ha spiegato la stranezza di non guardare di fronte alla telecamera, ma di lato probabilmente in direzione di un componente dell'ufficio stampa del comune di Catanzaro, il giornalista Andrea Celia Magno.
Il giornalista Andrea Celia Magno inquadrato dalle telecamere |
Giletti ha colto inoltre lo scontro in famiglia fra Marco e Lino Polimeni durante la trasmissione Articolo 21. Il padre e giornalista ha detto che "dovrebbero dimettersi tutti, lui il primo". In seguito è intervenuto telefonicamente lo stesso Polimeni che ha accusato Giletti di fare il:"Forte con i deboli e deboli con i forti". Il dente avvelenato ce l'ha pure Cecchi Paone che ha definito il presidente del Consiglio: "Balena democristiana".
Nel mezzo due servizi dell'inviato a Catanzaro. Il primo dedicato "all'ubiquità". Quella dei consiglieri comunali e provinciali allo stesso tempo e quella in particolare di Giuseppe Pisano. Presidente della terza commissione in un verbale sarbbe risultato presente pur se al pronto soccorso. "Non ho chiesto il gettone", ha detto Pisano quasi accusando la vice-presidente, che poi ha redatto l'atto, Francesca Carlotta Celi, che è invece non ha voluto rispondere.
L'altra parte è stata dedicata ai dipendenti delle ditte private per cui la Procura contesta l'assunzione fittizia per ottenere i rimborsi con i soldi delle casse comunali. Si tratta di Enrico Consolante, Andrea Amendola, Sergio Costanzo e Tommaso Brutto.
Un gruppo di imprenditori e di intellettuali, nel corso della settimana, avevano inviato una lettera contro il racconto della Calabria uscito fuori una settimana fa. In studio si è presentato Maurizio Talarico, il "re delle cravatte". Talarico ha provato a difendere l'immagine della Calabria invitando tutti a non fare di tutta l'erba un fascio.
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