di EDOARDO CORASANITI
In conferenza dei servizi alla Regione Calabria si ritorna il prossimo 16 ottobre: nel frattempo, però, va avanti la battaglia contro l'ampliamento della capacità di valorizzazione energetica del CSS (combustibile solido secondario derivato dalla lavorazione dei rifiuti urbani non pericolosi) nell’impianto della CALME di Marcellinara.
Stamattina un consulente esterno del Comune ha messo sul tavolo una questione: l'ingrandimento della sede ne comporterebbe una trasformazione in un impianto di "coincernimento". Un cambiamento che porrebbe la cittadinanza ad una serie di rischi per la salute, nonostante la legittimità dell'operazione di trasformazione che si sta portando avanti.
Il problema infatti non è giuridico ma di opportunità politica ed ambientale, come ha già affermato in passato il sindaco Vittorio Scerbo, che ha sempre suggerito di riflettere sulla pericolosità dei combustibili utilizzati.
Aggiornamento:
Sulla riunione di oggi è intervenuto il sindaco di Marcellinara, Vittorio Scerbo.
“Passo dopo passo stiamo finalmente mettendo elementi di chiarezza sul tavolo di discussione della conferenza dei servizi in corso di svolgimento, ed oggi abbiamo affrontato tecnicamente la questione chiave: il co-incenerimento dei rifiuti, che ha trovato ammissione da parte dello stesso soggetto proponente, per cui per tale attività l’impianto va trattato”. Queste le parole di Scerbo al termine della seduta odierna della Conferenza dei servizi per il rilascio da parte della Regione Calabria.
"Le osservazioni prodotte hanno già trovato accoglimento considerato l’ulteriore rinvio al 16 ottobre della conferenza alla luce della mancata presenza dei rappresentanti di ASP, ARPACAL; Vigili del Fuoco, Provincia di Catanzaro che hanno comunque fatto pervenire note scritte.
In prima analisi non essendosi concluso il termine di centoventi giorni dalla data di convocazione dei lavori della conferenza e conseguentemente anche per la necessità di ulteriori approfondimenti sulle questioni tecniche che sono emerse.
“E’ importante evidenziare – ha continuato Scerbo – che oggi si sia deciso di prendere tempo per affrontare tutti gli aspetti inerenti il co-incenerimento dei rifiuti. Tecnicamente l’inquadramento determina tutta una serie di risvolti da non sottovalutare e che devono essere valutati con estrema attenzione”.
"Il Comune continua a richiedere un monitoraggio in continuo per tutte le sostanze emesse per le quali ciò sia tecnicamente possibile e il campionamento in continuo e monitoraggio con frequenza almeno mensile. Tutti i risultati dovranno poi essere resi disponibili in rete ai cittadini entro 24/48 ore dalla misura. E’ stata inoltre ribadita la necessità di disporre di un modello di diffusione delle emissioni che sia realmente conservativo e che abbia come dati di riferimenti i valori massimi delle emissioni indicati nel decreto autorizzativo e non un generico “valori di concentrazione rilevati nella misurazione del dicembre 2017".
Inoltre sono stati richiesti moderni sistemi di trattamento delle emissioni in particolare, un sistema di riduzione catalitica degli ossidi di azoto per ridurre l’impatto ambientale e un sistema di abbattimento per gas acidi, diossine e metalli pesanti.
Il Sindaco del Comune di Marcellinara, che si è fatto supportare tecnicamente dal professore Umberto Arena dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, ha poi presentato la proposta di valutazione di impatto sanitario, richiesta all’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle ricerche (CNR) con indicazione delle modalità di realizzazione, tempistica e costi.
Sulla valutazioni di impatto sanitario si è soffermata anche l’ASP nella nota con cui comunica di riservare di produrre il parere di competenza a seguito di integrazione di dati richiesti.
E il sindaco di Marcellinara Vittorio Scerbo, riprendendo quanto contenuto nella nota dell’ASP, ha insistito sulla necessaria propedeuticità della valutazione di impatto sanitario del progetto in esame, in considerazione dei potenziali impatti sulla salute delle persone esposte, per conoscere il quadro reale della situazione sul territorio. La proposta ha l’obiettivo di definire, in un tempo di 12 mesi, il modello adeguato di diffusione degli inquinanti, l’area e la relativa popolazione impattata, la geo-codifica individuale e relativa mappatura con l’assegnazione di dati di esposizione ai soggetti geo-codificati, i dati sanitari (mortalità, ricoveri, incidenza tumori) , la valutazione dell’incrocio tra dati anagrafici geo-codificati e sanitari, le stime di impatto sulla salute.
“Appare pertanto logico – ha concluso il sindaco Vittorio Scerbo - così come appurato, in mancanza di dati continui e duraturi nel tempo, per quanto riguarda il monitoraggio di aria, acqua e suolo, sospendere, per il tempo necessario allo svolgimento di tali valutazioni, comunque entro un anno, i lavori della conferenza e riprenderli una volta acquisiti con i dati acquisiti dal punto di vista ambientale e sanitario. La valutazione di impatto sanitario e il monitoraggio di aria, acqua e suolo per il tempo di un anno non si ritiene possano rappresentare un ostacolo, così come i costi, considerato che il bene primario da tutelare è rappresentato dalla salute dei cittadini”.
Questo è stato sostenuto davanti ai tecnici della Cittadella regionale, i quali valuteranno tutto il materiale prima di prendere una decisione sull'ok della trasformazione dell'impianto.
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