Caso Cappato, all'UMG dibattito su eutanasia e suicidio assistito dopo la sentenza della Corte Costituzionale (VIDEO)

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images Caso Cappato, all'UMG dibattito su eutanasia e suicidio assistito dopo la sentenza della Corte Costituzionale (VIDEO)
Il convegno su fine vita, eutanasia e suicidio assistito all'Università Magna Grecia
  31 gennaio 2020 21:05

 

di GIORGIA RIZZO 

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"Dopo la sentenza n. 242/2019: il diritto alla salute tra interessi collettivi e libertà individuale". E' il titolo del dibattito fra esperti sui temi del fine vita e dell'eutanasia tenutosi oggi pomeriggio all'Università Magna Graecia di Catanzaro

Fra i relatori dell'iniziativa anche Francesco Di Paola, legale di Marco Cappato e membro del collegio dell'associazione Luca Coscioni.

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Presenti l'avvocato penalista Francesco Iacopino, nei panni di moderatore, il professore di Storia delle Religioni dell'UMG Domenico Bilotti, Paola Chiarella, ricercatrice di Filosofia del diritto, il professor Valerio Donato, presidente della Fondazione UMG, Aquila Villella, docente di diritto ordinario all'UMG, Nicola Durante, presidente della seconda sezione del tribunale amministrativo della Regione Calabria, Amedeo Bianco, vicepresidente dell'ordine degli avvocati di Catanzaro e Valerio Murgano, segretario della camera penale. 

Al centro del convengo la recente sentenza della Corte Costituzionale, arrivata alla fine dello scorso anno, che mette un punto al caso Cappato, dichiarando «non punibile, a determinate condizioni, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli». Decade, così, l'accusa nei confronti dell'ex eurodeputato Marco Cappato, accusato di aver aiutato nei suoi propositi di suicidio Fabiano Antoniani, passato alle cronache come dj Fabo

La vicenda giudiziaria è stata fin da subito una battaglia civile e politica portata avanti da Cappato, esponente di Radicali Italiani, al fine strategico di mettere al centro del dibattito pubblico un tema fino a quel momento poco considerato dal legislatore.

Non il diritto a morire tout court, ma il diritto all'autodeterminazione da parte del malato, come ha ricordato lo stesso Di Paola. L'avvocato si è soffermato sul caso Cappato distinguendolo dal caso Antoniani, evidenziando come si tratti di un'azione di disobbedienza civile, e rivendicando anche la sua vicinanza alle battaglie di civiltà di matrice liberale. Proseguendo per punti ha poi dato maggiori delucidazioni su come la sentenza in questione sia essenzialmente una conquista di diritto per tutti, che dunque non toglie nulla a nessuno ma aggiunge delle libertà, e su come non rappresenti una liberalizzazione del diritto al suicidio ma la legalizzazione del diritto del malato di scegliere sulla propria vita. Una differenza sostanziale che si scontra con un dibattito pubblico che ha sempre posto la questione giudiziaria, mediaticamente, come battaglia fra affermazione del diritto alla vita oppure della morte. 

Dopo l'introduzione di Francesco Iacopino,Valerio Donato, in apertura, ha sottolineato l'importanza del tema e ricordato le tante battaglie civili di ispirazione radicale e liberale della storia che hanno portato a conquiste importanti come ad esempio il divorzio. Il diritto, quindi, come ciò che si occupa di normare dei rapporti, in questo caso il rapporto che il malato ha con se stesso e con la propria dignità e libertà ad autodeterminarsi. 

Aquila Villella, portando i propri saluti, ha poi approfondito la questione del rapporto fra i poteri, fra giudici e legislatori, sottolineando come gli spazi lasciati della politica vengano in alcuni casi colmati dal potere legislativo. 

Nicola Durante, ha parlato delle criticità della legge, della mancanza di una legislazione organica che sappia affrontare anche i casi specifici, e la necessità di affidare scelte di vita e di morte non solo al potere giudiziario ma ad un comitato etico che sappia capire come sia meglio intervenire. Il riferimento è stato poi, con le dovute distinzioni, il caso Englaro. 

Amedeo Bianco ha invece sottolineato l'importanza di una sentenza che andrebbe abbracciata da parte di tutti coloro che si occupano di diritto. Un pronunciamento che riempie dei vuoti legislativi affermando il diritto a morire dignitosamente. Allo stesso modo Valerio Murgano ha sottolineato il virtuoso legame fra la sentenza e il diritto penale liberale. 

Paola Chiarella, in conclusione, ha sottolineato l'importanza del pronunciamento della Corte Costituzionale nell'affermazione di un diritto. Ha poi ricordato tutti i passaggi e le opinioni sul caso mediatico di dj Fabo, mettendolo in confronto, in parallelo, con il caso di Eluana Englaro. 

Domenico Bilotti ha invece messo a confronto le varie sentenze sul tema in diversi paesi tra cui gli Stati Uniti e la Germania, ricordando l'importanza della disobbedienza civile nelle evoluzioni del diritto. 

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