Caso De Angelis, Ciacci e Ruscelli contro l'Anpi

«So per certo che non c'entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un'opinione: io lo so con assoluta certezza»

Le parole di De Angelis, sulla strage di Bologna. Parole che avrebbero potuto dare vita ad uno dei convegni più interessanti e dibattuti di quest'anno, ma la paura della libertà di opinione e di confronto riflette la fragilità di chi non ha argomenti validi per difendere le proprie idee, e ci sono stati i fragili che hanno combattuto con le fiamme agli occhi affinché non potesse arrivare nemmeno al microfono. L'associazione ANPI dimostra ancora una volta di essere il modello da seguire da tutti i falsi democratici; provando a "mettere al rogo" Marcello de Angelis che si paragona, a parer nostro correttamente, a Giordano Bruno. L'argomentazione dei partigiani si basa su affermazioni senza fondamento come il fatto che l'ex parlamentare sia un personaggio "ambiguo" che ha "amici fascisti", tali sentenze mostrano la debolezza di spirito di codesti paladini della giustizia, che tremano al solo pensiero di venire a sapere che vi sia la divulgazione di un pensiero non conforme al loro. Avrebbero potuto presiedere, invece, al convegno di Montauro e magari fare domande o creare un dibattito se fossero stati sicuri di pensarla nel modo corretto. Hanno preferito reprimere. 

Se sono i primi a buttare fango su quello che successe a Bologna, sono i primi a provare a nascondere sotto il tappeto tutte le atrocità commesse dai loro miti, non scordiamoci dell'Eccidio di Argelato, e di tutte le stragi che sono state amnistiate dalla legge voluta da Togliatti. Loro non ne parlano, o se ne parlano ne parlano come vogliono loro e nessuno interviene, nonostante si mostrano "Ambigui".

Così Claudio Maria Ciacci e il Responsabile della Comunicazione Niccolò Ruscelli

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