"Si è trattato di un investimento di soli 5.000 euro lordi per 12 mesi di attività, inferiore di sei volte rispetto a quanto stabilito altrove. Qualche giorno fa ho dovuto annullare in autotutela l'incarico, decidendo in totale autonomia di compensare le casse del Museo di quanto dovuto per il lavoro svolto nelle poche settimane di attività del portavoce". Lo afferma in una nota Carmelo Malacrino, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria in relazione all'incarico di un suo portavoce.
"'Uno scandalo tutto reggino'. Con queste parole - prosegue Melacrino - ha inizio un comunicato stampa relativo all'incarico di portavoce del direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. Dal 2016, quando si è avuto il piacere di riaprire il nuovo Museo dopo sette lunghi anni di lavori e continui rinvii, il MArRC ha condotto una politica culturale dinamica e decisamente inclusiva, che non solo ha portato progressivi aumenti in numeri e gradimento dei visitatori, ma ha completamente trasformato il Museo. La nuova connotazione inclusiva ha portato a un aumento degli impegni istituzionali, sia all'interno che all'esterno del Museo, mentre progressivamente è diminuito il personale in servizio, ormai giunto alla metà del previsto. Così, sulla base di procedure già istruite da alcuni colleghi, ho pensato di nominare un portavoce che potesse rappresentarmi in momenti istituzionali ai quali non potevo partecipare e calendarizzati in orari in cui personale idoneo del Museo non era in servizio. Spiace ora immaginare che, per concomitanti impegni, l'istituzione Museo potrà essere assente in tante manifestazioni, pur avendo svolto un'attività così incisiva sul territorio. Questo lo 'scandalo'. Un 'inciampo', secondo l'etimologia del termine, di cui mi assumo la responsabilità, in attesa delle valutazioni sui precedenti. Ma per i Greci la parola skandalon indicava anche 'ostacolo' e di ostacoli, in questi quattro anni, ne abbiamo affrontati tanti. A partire dal 2015, quando al mio insediamento l'edificio si trovava senza manutenzioni, al 2016, quando il Museo, pur non avendo ancora tesoreria finanziaria, si è impegnato senza risorse a costruire una propria voce organizzando nell'anno un centinaio fra eventi. Oppure basti pensare al 2017, quando l'edificio è passato in consegna al Museo con gran parte degli impianti non funzionanti, tanto da costringermi a invocare una specifica ispezione ministeriale. O anche si può ricordare il 2018, quando un evento alluvionale ha portato all'allagamento di sale e depositi, nonostante i recenti lavori di ristrutturazione. Con grande senso di responsabilità tutto lo staff si è rimboccato le maniche, riaprendo il Museo in meno di 48 ore e procedendo per il restauro delle collezioni coinvolte. Si giunge al 2019, anno in cui si resta ancora in attesa degli elenchi del patrimonio archeologico di competenza".
"Il Museo - conclude Malacrino - oggi è realmente un 'luogo dinamico e inclusivo', raggiungimento di quell'obiettivo richiesto nella selezione del posto di direttore nel 2015 e che ha portato alla mia nomina. Gli 'inciampi', fatti in buona fede sempre nell'interesse dell'Istituzione museale, possono, anche se non devono, capitare. E se questo segnerà la fine della mia esperienza alla guida del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, me ne assumerò le responsabilità, comunque gratificato dai risultati raggiunti e dal continuo supporto della 'squadra Museo', sempre pronta ad affrontare tutte le difficoltà".
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