di ALFREDO SERRAO
Che la sanità della regione Calabria fosse un argomento disgraziato ormai lo sapevamo, così come abbiamo saputo e visto che a Catanzaro difendere esperienze di qualità riconosciute è una lotta impari e la vicenda del Sant’Anna Hospital ci viene in soccorso ormai chiusa dopo un lungo tira e molla di mesi, ma scoprire a distanza di meno di ventiquattrore che un'altra vicenda si apre tutta interna fra l’Università e l’AOU Mater Domini è veramente paradossale.
Le doglianze che il prof. Ciro Indolfi sulle correzioni operate dal Rettore De Sarro sull’atto aziendale proposto dal commissario Giuliano quelle che riguardano l’unità di Emodinamica che nasce da “una scelta di grande miopia clinica” – come sottolinea Indolfi – ci consegna nei fatti quello che è il vero problema dell’università cittadina, la mancanza di una programmazione seria, dove tutto viene cotto e mangiato, ma soprattutto l’estraneità come fatto voluto con la città di Catanzaro ed ancora peggio con le reali esigenze della sanità calabrese.
La professionalità del prof. Ciro Indolfi è fatto riconosciuto e certamente non può essere messa in discussione da quello che appare il solito gioco di palazzo, lo stesso che abbiamo registrato nel periodo di morte apparente del Sant’Anna Hospital, quando molti anche interni alla realtà universitaria si sono avventurati su progetti fumosi e megagalattici sempre con i piedi di argilla, ecco perché le parole di Indolfi sono pietre che mettono al centro del problema la valutazione dei risultati raggiunti e della funzionalità della struttura di Emodinamica, visto che non basta sempre spostare le pedine dalla scacchiera per sottoscrivere un possibile miglioramento futuro. In sanità quelli che contano sono i numeri ed i risultati non la dissertazione unilaterale basata su un fatto concretamente non valutabile, quello che non è soltanto una scortesia.
Il tema che dovrebbe animare il Rettore dell’Ateneo catanzarese è semmai quello di garantire un integrazione funzionale con le altre strutture sanitarie del territorio, quelle che si devono incamminare verso l’azienda unica, ma in particolare aumentare la capacità di risposta nel comparto delle malattie cardiache, dove restituita l’operatività al Sant’Anna Hospital fatta di numeri consolidati negli anni, restano ancora da intercettare le tante domande che alimentano l’emigrazione sanitaria.
Appare probabilmente poco elegante usare ad uso specifico ad intermittenza le capacità del prof. Ciro Indolfi quando servono come biglietto da visita per l’immagine universitaria e, dopo tentare di dimenticare con un pizzico di polvere recuperata sotto i tappeti delle stanze di baroni forse poco blasonati, perché è di questo che stiamo parlando.
Si preoccupi semmai il Rettore De Sarro di sedersi al tavolo, con la responsabilità che dovrebbe contraddistinguerlo per il ruolo, quello che serve per ridare prospettiva con l’azienda unica alla sanità regionale, che serve per ridare speranza futura alla Facoltà di Medicina dopo le improvvide joint venture create con l’Unical di Cosenza, ma in particolare si preoccupi che le strutture che governa non creino ulteriori falle di bilancio, come avvenuto con la Fondazione Campanella, che poi ritornano sulle tasche dei calabresi chiamati sempre a pagare.
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