"Noi amministratori locali del territorio calabrese, ovvero coloro che - ancor di più in una terra difficile ed economicamente depressa - devono sgomitare ogni giorno per tenere alta la bandiera della legalità, del buon governo della cosa pubblica e in taluni casi del vero e proprio soccorso sociale, abbiamo esigenza di avere punti di riferimento saldi ed espressione del territorio nel Governo del Paese". Lo affermano in un comunicato stampa un nutrito gruppo di amministratori del catanzarese, intervenendo sul caso che ha coinvolto il deputato calabrese di Fi, Giuseppe Mangialavori.
"Lungi da noi il promuovere facili piagnistei, ma siamo convinti che ciò possa servire anche a parziale compensazione rispetto alla indiscutibile carenza di rappresentatività della nostra regione nell’esecutivo Meloni - scrivono gli amministratori - Non possiamo accettare infatti che, a causa di una macchina del fango azionata ad orologeria da certa stampa usata solo per “killeraggio” politico, si possa escludere dalla partita dei sottosegretari l’on. Giuseppe Mangialavori. Tutto ciò utilizzando motivazioni manifestamente infondate, essendo il sopracitato Parlamentare persona perbene fino a prova del contrario, non attinta da alcun avviso di garanzia e mai minimamente coinvolta in qualsivoglia tipo di indagine. Consentiteci di dire che siamo stanchi di questi stereotipi: ogni qualvolta si vuole arrecare danno ad un politico calabrese si disseminano ad arte le ombre della criminalità organizzata. È un retaggio culturale che deve essere superato: la Magna Graecia è da sempre culla di cultura, di ingegno, di laboriosità".
"Da un Governo in cui noi, come la maggioranza degli italiani, abbiamo riposto la nostra piena ed incondizionata fiducia - concludono - ci aspettiamo azioni forti che possano piuttosto meglio chiarire le regole del gioco rispetto all’uso distorto della libertà di stampa. È davvero libertà ciò che lede la dignità e l’onorabilità della persona? La stampa torni dunque al suo ruolo nobile di cane da guardia della democrazia, evitando invece che la democrazia si faccia portare a spasso dalla stampa come un cagnolino".
Marco Polimeni, Alessandra Lobello, Giorgio Arcuri - consiglieri del comune di Catanzaro;
Sergio Costanzo, Paolo Mattia, Davide Mastroianni - consiglieri provinciali di Catanzaro;
Tranquillo Paradiso, Pino Zaffina, Maria Grandinetti, Danilo Gatto, Alessandro Saullo, Giovanni Pulice - consiglieri di Lamezia Terme;
Giancarlo Cerullo - Sindaco di Montauro;
Domenico Garofalo - sindaco di Marcedusa;
Bruno Meta e Saverio Rotundo - sindaco e vice sindaco di San Floro;
Salvatore Ricca - sindaco di Albi;
Carmine Capellupo - Sindaco di Sersale;
Giuseppe Basile - vice sindaco di Satriano;
Alessia Burdino - vice sindaco di Girifalco;
Paolo Colosimo e Dario Mercurio - presidente del consiglio e assessore di Cropani;
Rosario Mirarchi - vice sindaco di Stalettí;
Eugenio Canino - consigliere di Taverna;
Antonio Truglia - consigliere di Palermiti;
Domenico Garcea - consigliere di Simeri Crichi;
Giovanni Maiuolo e Rosalba Chiarella - consiglieri di Borgia;
Raffaele Pilato e Franco Lazzaro - consiglieri di Santa Caterina;
Francesco Matozzo - assessore di Soverato;
Luigi Mussari - consigliere di Gimigliano;
Antonio Russo - consigliere di Montepaone;
Gennaro Di Cello - consigliere di Platania;
Pasquale Torchia e Sarino Rocca - consiglieri di Botricello;
Vincenzo Criniti e Pietro Corasaniti - consiglieri di Sant’Andrea Apostolo dello Ionio;
Antonio Purri, Francesco Montepaone e Giovanni Cicino - consiglieri di Guardavalle.
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