Sul caso dell’attivista curda Pakhshan Azizi che rischia l’esecuzione in Iran dopo che la sua condanna a morte è stata confermata dalla Corte Suprema, interviene il Codacons che, in caso di esecuzione della condanna dell’attivista, denuncerà gli Stati democratici membri dell’Onu per concorso nell’assassinio mediante abbandono.
“Il ministro Nordio e lo Stato italiano devono attivarsi in maniera immediata per la liberazione dell’attivista curda Azizi che altrimenti sarà impiccata nello stesso carcere di Cecilia Sala, la prigione Evin di Teheran - afferma il presidente Carlo Rienzi - La bilancia del dovere, del dare, del diritto, della giustizia, si è inceppata. Non funziona praticamente più niente: ormai si esulta e si aderisce con entusiasmo anche a un atto vergognoso – come vogliamo chiamare la scelta di riprendersi una propria connazionale in cambio di un delinquente terrorista? – mentre si lasciano tutti gli altri a crepare nelle carceri di questi Paesi senza ritirare gli ambasciatori, sbarrare i consolati, bloccare qualsiasi tipo di commercio e chiudere i rapporti per sempre. Queste sono le cose che fa uno Stato democratico, civile, come il nostro. Si interessa dei diritti umani, a prescindere dai confini nazionali e dal passaporto del soggetto in questione. Non gli scambi che salvano solo quelli con il passaporto giusto, e al contempo mettono in libertà probabili terroristi”.
“Per tale motivo, se non sarà salvata Pakhshan Azizi, siamo pronti a denunciato lo Stato Italiano e i Paesi democratici membri dell’Onu per concorso mediante abbandono nell’assassinio dell’attivista curda” – conclude Rienzi.
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