Massimiliano Cassandra, che nei giorno scorsi ha lasciato il PD, presidente di “Sud Democratici”, Movimento che fa parte della coalizione di “Nuova Sinistra”, a titolo personale il percorso della strana vicenda della scelta della candidatura a Sindaco di Catanzaro nell’ambito del Pd e della nuova sinistra. Ha scelto di stare dalla parte di Valerio Donato e ne spiega i motivi.
di MASSIMILIANO CASSANDRA
“Ricapitoliamo per punti sintetici quanto è successo relativamente alle elezioni amministrative: 1) nello scorso dicembre 2021, Valerio Donato e Fabio Guerriero, iscritti al PD avevano manifestano la disponibilità a candidarsi a Sindaco della città. Anche Aldo Casalinuovo (non tesserato PD, ma – si ricordi - tra i fondatori del partito a Catanzaro) dichiarò la propria disponibilità alla candidatura. Nel frattempo Nicola Fiorita era stato candidato da parte di Cambiavento e da altre formazioni del nuovo centrosinistra; 2) nonostante le diverse candidature, il PD decide di non fare le primarie (non corrisponde a verità la circostanza – affermata da qualcuno – che a non volerle sia stato il Prof. Donato, perché, se così fosse stato, si sarebbero potute comunque svolgere fra Fabio Guerriero, che le aveva richieste e si era candidato pubblicamente a partecipare, Nicola Fiorita ed Aldo Casalinuovo ( anche quest’ ultimo si è sempre dichiarato favorevole ) il quale, per la cronaca, le ha richieste di nuovo a marzo - senza successo - dopo la “nomina” di Fiorita - da parte di Boccia, Irto e Giampa’, tutti catanzaresi, caspita - a candidato sindaco dal PD). Sia chiaro dunque, una volta per tutte, che le primarie non le ha volute il PD, perché c’era un accordo - a livello nazionale - con i 5 Stelle che prevedeva, evidentemente, che il candidato a Catanzaro lo avrebbero scelto quest’ultimi. Mi permetto a questo punto una piccola considerazione: Nicola Fiorita, persona degnissima, che è stato il “nominato” in base ad un accordo nazionale, poteva e doveva essere il primo e il più convinto sostenitore delle primarie, unico strumento per determinare (o almeno provare a farlo) l’unità e ricevere un’investitura dalla base. Al contrario ha preferito, comodamente e non democraticamente, avere un’investitura “dall’alto”. È un fatto inconfutabile, dunque, che il PD e Nicola Fiorita non hanno voluto le primarie, quando il primo era tenuto a farle ed il secondo a richiederle, per necessaria opportunità; 3) ad inizio marzo Boccia e Irto, senza una benché minima discussione, comunicano che il candidato del centro sinistra è Nicola Fiorita. E dunque - la si può girare e rigirare come si vuole - il dato è questo: il PD, per un accordo nazionale con i 5 Stelle (con Conte), non sceglie un proprio candidato o uno a lui vicino, ma sceglie chi, con la sua storia e con il suo profilo politico culturale riformista, non c’entra nulla e che, cosa ancor più significativa, non appare il più competitivo, in una città come Catanzaro (città moderata), in quanto troppo schiacciato a sinistra, troppo di parte minoritaria. Tutto questo senza tenere in alcuna considerazione una significativa componente all’interno del partito che rilevava queste criticità e lavorava per una soluzione diversa da quella del “Nuovo Centro Sinistra”, e cioè per una coalizione riformista, un campo largo capace di guardare oltre il centro sinistra tradizionale che poteva e doveva partire da un candidato riformista (Donato, Guerriero, Casalinuovo).
Bene. Ora, prima di ogni altra considerazione, una domanda: perché un militante o un elettore di centro sinistra dovrebbe accettare questo esito determinato con metodo non democratico e a dir poco discutibile sotto l’aspetto del merito politico? Forse per senso di “appartenenza”? Ma, perdonate, appartenenza a cosa? Stiamo parlando di Catanzaro, della nostra città, di quello che riguarderà il nostro quotidiano vivere futuro, non di un’appartenenza ideale, politica e culturale che in generale resta ferma e di cui a Catanzaro è stato fatto strame dai dirigenti del PD. Quello che è successo legittima pienamente e totalmente i militanti e gli elettori del centro sinistra a non accettare la decisione del PD. Personalmente infatti , in linea con quanto ho sempre ritenuto giusto e necessario fare , ho da subito aderito all’ iniziativa civica Catanzaro Futura con Aldo Casalinuovo candidato sindaco , che poi ha deciso di ritirarsi dalla competizione elettorale .
Ma proseguiamo con il ragionamento. Mentre si verificavano i fatti richiamati, il prof. Donato, avendo sin da subito compreso le intenzioni del PD (e, a mio avviso, quella che era ed è la vera necessità della città), avanza la sua candidatura civica “Con tutti, senza compromessi”. Una candidatura civica per sua natura è rivolta a tutti e si fonda su problematiche e questioni inerenti alla città, è una proposta alla quale si aderisce sulla base della condivisione di un progetto per la città, una proposta politica e un programma frutto di una visione della città che si vuole realizzare sulla base di un’analisi della situazione esistente. E da quest’ultima si deve partire. La vera crisi della città, quella che l’ha portata alla situazione di difficoltà attuale, è una crisi innanzitutto politica, di gruppi dirigenti politici che non sono più in grado di propiziare una modernizzazione della città, economica, sociale e culturale. Rilanciare e realizzare un progetto di modernizzazione per Catanzaro, dunque, non è un’impresa che una sola parte politica può essere in grado di sostenere in contrapposizione alle altre. Il punto di forza dell’offerta politica del Prof. Donato è proprio questo: unire tutti su un progetto di rinascita, scegliere le migliori risorse umane, politiche e professionali per provare a invertire la rotta, amministrare bene le risorse che arriveranno, modernizzare la città e ricostruire le comunità politiche che animeranno il confronto nei prossimi anni.
È un compito arduo che può essere eseguito solo con un governo cittadino capace di coinvolgere tutti, uomini e donne, forze politiche e sociali di ogni estrazione politica e culturale, alla luce del sole (non trasformista e consociativo come spesso finisce per essere tra chi a parole si posiziona su fronti opposti), in cui si possano cimentare le migliori risorse della città. La proposta di Valerio Donato rompe gli schemi angusti nei quali la città ha consumato il suo declino. E’ un progetto che non può non essere inclusivo e aperto e nel momento in cui pone pregiudiziali (per buon senso e concretezza, i principali protagonisti delle passate esperienze amministrative non possono farne parte), lo fa comunque in misura giusta e coerente, senza ostracizzare nessuno. Catanzaro purtroppo non ha una assetto politico di schieramenti capaci di alternarsi proficuamente, non ha comunità politiche capaci di produrre gruppi dirigenti all’altezza del governo di un capoluogo di Regione, e - in questa fase particolare – non in grado di affrontare il compito che la situazione della città richiede (fermare la situazione di declino e gestire i fondi del PNRR). Questa, bisogna dargliene atto, è la semplice verità di fondo che il Prof. Donato ha capito.
In uno schema del tipo proposto e prefigurato dal Prof. Donato (con tutti, uniti intorno ad un progetto di rinascita della città) destra e sinistra diventano secondarie, non scompaiono, ma sono chiamate ad un impegno di responsabilità, ad una rigenerazione che può e deve determinarsi con la sfida per la rigenerazione della città. Ora, quello che diventa necessario, è far emergere le migliori energie umane, culturali, professionali di ogni provenienza politica per un progetto comune di crescita. Determinare quel clima, quell’humus, quella tensione unitaria e collaborativa per innescare processi di crescita condivisi da maggioranze politiche e sociali larghe.
Sono consapevole del fatto che questo ragionamento disturberà chi è portatore della logica dell’identità di parte, a destra e a sinistra (stiamo assistendo ad una contrapposizione così dura e per certi aspetti velenosa che non si ricorda da tante campagne elettorali e, vedrete, che a un certo punto quella destra e quella sinistra che si sono sempre combattute acerrimamente ed aspramente, si alleeranno contro Valerio Donato). Ma proprio questo pensiero mi fa sentire che la strada da provare a percorrere, la scommessa da intraprende, è quella che il Prof. Donato ci propone. Percepisco un bisogno diffuso di un percorso diverso e nuovo per la città, per tutti noi. Non posso prevedere quale sarà l’esito elettorale della prossima contesa elettorale amministrativa nella città, ma, sul piano politico, penso che la rinascita della città, con la proposta del Prof. Donato, sia già cominciata. Si stanno infatti innescando percorsi oggettivamente nuovi e diversi da quelli sempre percorsi che hanno portato la città alla mestizia che tutti viviamo. Peraltro l’adesione di alcuni partiti di centrodestra (Lega, Forza Italia, Fare per Catanzaro e altre forze di centrodestra), come di componenti di centro e di sinistra, è un fatto di rilievo che dimostra che la proposta del Prof. Donato ha una sua ragione d’essere profonda e radicata nelle esigenze vere della città. Null’altro potrebbe spiegare questa adesione di soggetti con provenienze politiche diverse.
Altri a destra (Tallini ne è il maggior rappresentante, legittimamente, e lo dico con il rispetto che si deve ad un indiscusso protagonista della vita politica della città degli ultimi lustri) e il Nuovo Centro Sinistra di Fiorita, (non tutto il centro sinistra, in verità, poiché tanti esponenti ed elettori di quel campo aderiscono e guardano con interesse alla proposta di Donato) si attardano su una proposta e una prospettiva identitaria, vissuta rigidamente ed ideologicamente. La propaganda (facile, superficiale e - fatemelo dire - dispregiativa) del centrosinistra che afferma che il Prof. Donato è il candidato del centrodestra, addirittura candidato leghista (per favore dai, un po’ di senso della realtà e della misura non guasterebbe), o di chi, del centrodestra, grida allo scandalo, e arriva a parlare di horror politico, (non rasentiamo il comico per lo più di insipido gusto) danno la misura semplicemente di quanto non si sia attrezzati a contrastare politicamente l’iniziativa di Donato. È pur normale che ci siano dubbi nell’elettorato, verso un candidato sindaco (da destra), verso partiti (da sinistra) lontani dalla propria appartenenza tradizionale e c’è chi ritiene che i consiglieri uscenti di maggioranza si ricandideranno comunque e condizioneranno la nuova amministrazione. Dubbi legittimi, per carità, ma, a prescindere dalle forzature strumentali e propagandistiche che fanno di questi temi gli schieramenti avversari, a ben guardare queste situazioni , sono fisiologiche, inevitabili in un periodo di transizione verso un nuovo assetto, dopo che il precedente è durato dieci anni. Problematiche che si possono risolvere con una condivisione seria del progetto e del programma di governo che, a prescindere dall’appartenenza alla destra o alla sinistra, miri a dare una buona amministrazione alla città, ad una città che va soprattutto rimessa in piedi, con concretezza e pragmatismo. In quest’ottica la compresenza di forze con ispirazioni politiche e culturali diverse va considerata una ricchezza e una potenzialità importante.
Non è di minore rilevanza e’ il fatto che nei Comuni sono il Sindaco e la Giunta i principali animatori e decisori dell’operato amministrativo: rispetto a questo l’autorevolezza di Valerio Donato offre totale garanzia. Relativamente, poi, alla formazione del Consiglio, si deve sottolineare che solitamente nello schema classico di contrapposizione tra centrodestra e centrosinistra, a livello locale (nella situazione di debolezza politica e culturale dei partiti) nella formazione delle liste , per fini elettorali si imbarcano soggetti estranei ai profili politici e ai punti programmatici dei partiti che li candidano e questo spesso ingenera confusione e instabilità per non dire altro . Ed invece, proprio il tipo di impostazione civica, come la propone Valerio Donato, dove la condivisione è essenzialmente ed esclusivamente sul progetto politico e sul programma, in maniera chiara e dichiarata, potrebbe consentire un lavoro più coeso tra maggioranza consiliare, Giunta e Sindaco.
Potrà sembrare ardito o esagerato, ma la proposta di Valerio Donato per la città si può accostare a quella che, nelle grandi democrazie e nelle comunità più avanzate, si presenta in tempi di profonde crisi politiche e sociali (in alcuni paesi la chiamano Grande Coalizione, in altri, Governo di solidarietà o Governo di unità), cioè l’unione tra diversi soggetti con impostazioni politiche e culturali diverse, per rimettere sui giusti binari un convoglio che oramai sta per deragliare. Ci vuole molta forza ed un coraggio che le singole parti da sole non hanno e non possono avere. L’impresa che ci propone Valerio Donato non è certo immune da rischi, ma appare come degna di essere messa alla prova. Una coalizione con tutti ( senza compromessi ) e per tutti, affinché’ Catanzaro provi a riacciuffare la sua vita, a darsi la possibilità di essere una citta “bella, solidale ed europea”, il mio sogno è e rimane sempre quello.
Queste le mie considerazioni. Al di là di tutto, spero che i toni della campagna elettorale siano quelli giusti. “Traditore” e “nemico” sono termini che appartengono al passato e lì devono restare. Forzature ideologiche e propagandistiche non so se aiuterànno elettoralmente chi le farà , ma non aiuteranno certo la città alla quale si dichiara amore . Una campagna elettorale all’insegna del rispetto reciproco - rispetto vero – del confronto politico , del confronto sui programmi e sulle proposte: ecco, questo sarebbe già un segno di rinascita, di vero bene per la città.
Massimiliano Cassandra
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