di MARCO VALLONE
La sensibilizzazione contro la violenza di genere e lo scopo di promuovere l'emancipazione delle donne vittime di violenza, oltre che la loro inclusione sociale e finanziaria, sono stati gli argomenti principali che hanno animato la conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa “Cassette rosse”, svoltasi questo pomeriggio presso la Sala Convegni di Banca Montepaone, a Montepaone Lido.
Quello discusso è un progetto ideato dall' “associazione sportello Rosa” e realizzato dalla Federazione Banche di Comunità Credito Cooperativo Campania e Calabria e da iDEE Associazione delle Donne del Credito Cooperativo.
La conferenza di presentazione dell'iniziativa è stata moderata da Annarita Palaia, dell'Associazione Afrodite, e ha visto la partecipazione di: Giovanni Caridi, Presidente Banca Montepaone; Gabriella Marotta, Presidente “Associazione Sportello Rosa”; Graziella Viscomi, Sostituto Procuratore – Procura della Repubblica di Catanzaro; Giuseppina Pino, Coordinatrice Regionale Osservatorio sulla Violenza di Genere ed Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Catanzaro; Caterina Villirillo, Presidente “Associazione Libere Donne” Crotone; Padre Piero Puglisi, Presidente “Fondazione Città Solidale Onlus”. Hanno inoltre tenuto a portare il loro saluto, ed un plauso all'iniziativa, il Sindaco di Montepaone Mario Migliarese e il Sindaco di Gasperina Gregorio Gallello.
Il Presidente di Banca Montepaone Giovanni Caridi ha sottolineato come da parte della Banca vi sia stata la condivisione di questo progetto: “Quindi oggi, come Banca Montepaone, sottoscriveremo una convenzione con iDEE Associazione delle Donne del Credito Cooperativo per sensibilizzare sulla violenza sessuale sulle donne. E, in ogni caso, con il fine di andare fisicamente ad istituire delle cassette rosse su ogni filiale, in modo tale da dare la possibilità, a chi volesse, di andare a denunciare fatti particolari di violenza sulle donne”. Verranno difatti installate, presso la rete di Filiali di Banca Montepaone operative nella provincia di Catanzaro, alcune “cassette rosse”, utili per raccogliere eventuali richieste di aiuto, in forma anonima, da parte di donne vittime di violenza.
Gabriella Marotta, Presidente dell'associazione "Sportello Rosa", ha da parte sua affermato come l'Associazione abbia “iniziato questa progettualità a Battipaglia, in provincia di Salerno. Hanno aderito tanti istituti di credito e federazioni, tra cui anche Banca Montepaone. Cominciamo oggi insieme a loro un percorso e una conoscenza del territorio: l'iniziativa è importante, perché la cassetta dà la possibilità di dare aiuto, attraverso i messaggi, a chi chiaramente ce lo richiede”.
Graziella Viscomi, Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Catanzaro, si occupa, nel suo lavoro, delle cosiddette fasce deboli, e quindi dei reati contro le vittime vulnerabili. A questo proposito ha tenuto ad evidenziare di rendersi conto di come “sia importante avere, su tutto il territorio, il maggior numero di strumenti possibili per avvicinare le persone che sono vittime di violenza agli uffici giudiziari. Perché è vero che si ha timore, anche per una narrazione giornalistica, devo dire la verità, spesso sbagliata, sui tanti casi di violenza di genere: le vittime hanno timore, e pensano che non serva denunciare. Non sanno cosa accadrà dopo, si sentono sole, e spesso sono vittime di una dipendenza affettiva ma anche economica. Le regole per denunciare sono diverse, ed avere un ulteriore punto di contatto, e quindi disporre della possibilità di cercare aiuto anche con questo strumento, è sicuramente una cosa da vedere con favore. Naturalmente, da pubblico ministero, auspico che a questo primo approccio poi consegua la maturità per effettuare la denuncia, e quindi il fatto di avere la consapevolezza anche che si possono avere delle risposte dall'autorità giudiziaria. Ci tengo a dire che noi siamo letteralmente sommersi dai 'codici rossi': negli uffici di procura, veramente, e non solo nel circondario di Catanzaro ma a mia conoscenza anche nel resto d''Italia, costituiscono una fetta importante del nostro lavoro anche sotto il profilo statistico, e dedichiamo grande attenzione. Spesso alla denuncia consegue la risposta più immediata per i fatti più gravi, che è la richiesta di misura cautelare e l'ordinanza che adotta la misura cautelare. Quest'ultima può essere di vari tipi: dalla misura del divieto di avvicinamento, più blanda, a quella più incisiva della custodia cautelare in carcere. Oppure sono adottate misure di sicurezza in tempi anche molto stretti. Quindi invito ad avere fiducia nella giustizia perché diamo risposte. Dobbiamo migliorare e possiamo migliorare, ma abbiate fiducia nella giustizia”.
Giuseppina Pino, Coordinatrice Regionale Osservatorio sulla Violenza di Genere ed Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Catanzaro, ha voluto indicare come quella di giornata sia “una delle tante azioni positive messe in campo proprio per non far sentire isolate le donne che subiscono violenza. Sicuramente la presenza di queste cassette potrà essere uno stimolo maggiore alla denuncia indiretta di episodi di violenza concretizzata all'interno delle famiglie. Molte donne, ma anche molte persone anziane, sono costrette a subire azioni violente di figli sottoposti a forme di dipendenza. Proprio perché legate da affetto nei riguardi delle persone che concretizzano questi maltrattamenti, queste vittime si sentono in colpa a portare avanti una denuncia o a rivolgersi ai carabinieri. Magari il fatto di sapere che, dietro a questa cassetta rossa, vi è un'associazione pronta a consigliare, ad ascoltare e ad indirizzare, stimola maggiormente alla denuncia. E' sicuramente un'azione positiva di grande rilievo. Per quanto concerne l'attività dell'Osservatorio, questa si svolge su tutto il territorio della Regione. Abbiamo già portato avanti un anno di attività, e nel corso della giornata del 25 Novembre siamo stati convocati tutti a Reggio Calabria, presso il Consiglio Regionale, con gli Stati Generali sulla violenza di genere. Questo perché era mio obiettivo cercare di creare un coordinamento nazionale che non esiste, proprio per andare a trasmetterci quelle che possono essere prassi consolidate all'interno dei territori e, in maniera più diretta, i dati della violenza. Vi è infatti una grande difficoltà a reperire questi dati, tenuto conto che molto resta sommerso, visto che non c'è un criterio nel raccogliere i dati. Questi dati noi li recuperiamo mediante richieste dirette alla Procura della Repubblica o alle Questure, attraverso quelli che sono dei reati spia che però non sempre ci forniscono il dato reale. Ad esempio il femminicidio viene tracciato andando a prendere in considerazione gli omicidi perpetrati nei confronti delle donne, ma non tutti gli omicidi sulle donne concretizzano il femminicidio. E quindi il dato ci sfugge, ed è un dato molto alto se consideriamo che, in Calabria, molti dei femminicidi vengono considerati come omicidi”.
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