Catanzaro, “40 anni a fianco dei minori”: concluso il ciclo di incontri del TDDM di Catanzaro

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  12 dicembre 2025 12:47

Si è chiuso questa mattina, con il convegno finale presso l'auditorium del tribunale per i minorenni di Catanzaro, il ciclo di incontri promosso dall'Associazione Tribunale per la Difesa dei Diritti del Minore (TDDM) del capoluogo di regione calabrese. L'evento, denominato “40 anni a fianco dei minori: la forza della rete associativa sul territorio”, ribadisce l'impegno quarantennale dell'Associazione nella tutela dei diritti dei più piccoli, di coloro che per età (infanzia e adolescenza) necessitano di una maggior cura e attenzione per costruire una comunità quanto più partecipe, attenta e davvero solidale.

“Sono 40 anni dalla nascita dell'associazione e 25 di servizio in ospedale – ha spiegato nell'introduzione dei lavori la presidente del TDDM Daniela Fulciniti -. Oggi dedichiamo spazio ai giovani, che rappresentano il ricambio generazionale. Questo futuro appartiene a loro e speriamo che possano continuare con lo stesso amore e la stessa passione che abbiamo seminato noi negli anni passati: abbiamo bisogno della loro energia. Ringrazio di cuore i soci e gli amici che ci hanno accompagnato in questi 40 anni di servizio a sostegno dei bambini e delle famiglie. Nel 2025 abbiamo rallentato la corsa del fare: è un'associazione, la nostra, che non ama molto stare in pubblico. Vuole stare accanto ai bambini, ama stare in silenzio accanto a chi soffre. Però quest'anno abbiamo deciso di metterci accanto a questo patrimonio sociale che abbiamo creato in questi anni, ricordando come nel tempo l'associazione sia cresciuta, si sia evoluta, diventando un punto di riferimento per le persone che hanno bisogno. Questo è successo grazie alla passione, all'amore, alla presenza di tantissimi soci. Sono rimasti solo una piccola parte dei soci della prima ora: molti ci benedicono da lassù, dico io, e da lì vegliano ancora sul nostro agire – ha evidenziato Fulciniti -. Abbiamo nostalgia di quel passato e di quella presenza numerosa di soci. Non nascondo che ogni giorno fatichiamo, perché vorremmo dare tanto ma siamo in pochi. Senza colpevolizzare nessuno, non è questo l'intento, noi prendiamo atto dell'influenza negativa di un cambiamento sociale, dove l'organizzazione eccessiva su se stessi riduce l'empatia e la propensione ad aiutare gli altri. L'approccio strumentale alle relazioni consuma il capitale sociale. La mancanza di fiducia e la scarsa coesione sociale rendono più difficile l'impegno collettivo. Ritmi frenetici e pressioni lavorative lasciano meno spazio e risorse per il volontariato. Per me invece, ecco la bella notizia, far parte di un'associazione ha consentito di creare relazioni più sane, rafforzando legami e creando connessioni profonde e autentiche. Aiutare gli altri ha dato un senso più profondo alla mia e alla nostra vita, alle nostre giornate. La nostra testimonianza oggi vuole essere un dono e anche un invito: lasciatevi coinvolgere in questo meraviglioso mondo”.

Durante la giornata è stata presentata ufficialmente anche la rete “La Catanzaro Solidate”, progetto promosso dal TDDM insieme ad altre 15 associazioni locali. “Aiutateci a costruire una comunità solidale – è stata l'esortazione di Fulciniti – Aiutateci a creare nuovi ed indimenticabili ricordi”. Si evidenzia anche la presenza, tra i relatori, del sociologo Eugenio Nisticò, anche moderatore per l'occasione, dell'avvocato cassazionista ed esperta in diritto dei minori e della famiglia Rossana Greco, del direttore della Comunità Ministeriale Massimo Martelli e della volontaria e psicologa Loredana Calascibetta.

“Oggi si tirano le fila di quello che è accaduto – ha commentato Eugenio Nisticò -, in modo molto scientifico. La peculiarità del tribunale per la difesa dei diritti dei minori è stata quella di affrontare questo problema da un punto di vista prettamente scientifico. Quindi epidemiologico, soffermandosi sulla frequenza degli accadimenti che venivano esaminati”. Il sociologo Nisticò, oltre a moderare l'incontro, ha in particolare presentato i dati dell'osservatorio regionale sulla condizione dell'infanzia.

“Il mio vuole essere un contributo pratico – ha affermato dal canto suo l'avvocato Rossana Greco - che porterà l'esperienza e i casi trattati in questi anni. Ho voluto discutere di patologia delle relazioni familiari e dei diritti dei minori violati perché in ciò c'è tutto quello che in questo tempo ho potuto constatare, da avvocato specializzato, che in questo ambito deve operare come un chirurgo fa a cuore aperto sapendo cosa va a fare. Senza fomentare conflitti, ed in particolare nelle cause dove ci sono separazioni e conflittualità, nelle quali spesso sono poi proprio i figli che pagano lo scotto dal momento che possono venire utilizzati come strumenti di ricatto. I diritti dei minori violati sono tantissimi, e la cosa davvero importante è la multidisciplinarietà: il lavoro di squadra che l'avvocato che si occupa dei minori deve fare insieme ai servizi, ai giudici e agli operatori tutti. Il fine deve essere il raggiungimento del tanto agognato interesse del minore, che non è assolutamente facile da capire quale sia, se non si è competenti: dobbiamo cercare di capire quale sia il più vicino interesse psicofisico del particolare minore con cui abbiamo a che fare”.

“Io sono qui in particolar modo come ex volontario dell'Associazione – ha rilevato il direttore della Comunità Ministeriale Massimo Martelli -. Questa esperienza risale a quando avevo 17 anni ed è stata il mio inizio del lavoro nel sociale. Celebriamo oggi i 40 anni di questa associazione presente nel territorio: essa si è contraddistinta per la capacità, innanzitutto, di chiamare le persone a collaborare. La mia esperienza sociale infatti nasce con loro, ai tempi di quando portavamo i bambini in colonia estiva durante l'estate al mare. L'associazione è poi stata capace di individuare sul territorio le persone disponibili a collaborare. Oggi manca un dato essenziale, quello della conoscenza del territorio: cioè scoprire a 17 anni la possibilità di conoscere il territorio di Catanzaro nelle sue sfaccettature più povere, più disagiate, più marginali sono quelle occasioni che poi permettono di aprirsi alla vita che si sta conducendo. Si capisce che la vita è altro rispetto a quello che propongono i social”. Parola d'ordine, secondo Martelli, deve essere anche quella dell'impegno: “Avere la capacità di essere presenti in questi posti con le persone giuste – ha affermato -, e con una buona dose di impegno, credo che sia alla base, soprattutto per i nostri studenti e i nostri figli, di costruire una comunità più solidale”.

Hanno portato il loro saluto anche diverse autorità civili, religiose e militari, tra cui, tra gli altri, l'arcivescovo della diocesi Catanzaro-Squillace, Claudio Maniago, e il professore dell'Università Magna Graecia Giuseppe Colacino, in rappresentanza del rettore dell'ateneo.


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