È impossibile “azzerare” un’esperienza di abuso, se è avvenuta, nella propria vita. Ma per rialzarsi e dimenticare questo dramma, non serve ricominciare da “zero” … ma da “uno”!
E “Zero” è il titolo dell’opera realizzata da Annita Vitale, presentata nella sala convegni del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro, ieri pomeriggio, giovedì 30 marzo, nell’ambito di un incontro incentrato sul tema dell’abuso dei minori, organizzato dalla FIDAPA di Catanzaro. Così, la sezione catanzarese della Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari, nel nome dell’impegno socioculturale assunto nei confronti della città e portato avanti con merito e costanza, ha indetto un altro evento mirato a suscitare riflessione e a fare formazione.
La Corte d’Appello di Catanzaro, allora, è stato teatro di emozioni forti (in una sala convegni gremita), che ha visto un tavolo di relatori d’eccellenza, nel dialogare con l’autrice.
Immancabili i saluti della presidente della FIDAPA Catanzaro, Laura Gualtieri, che ha avviato l’ordine degli interventi: “L’abuso sui minori rappresenta una tragica realtà nella società. Un fenomeno sommerso che difficilmente emerge, per una serie di motivi – osserva l’avvocato Gualtieri -. In questi casi, le giovani vittime soccombono in una condizione di paura e di tormento, che li segnerà per tutta la vita. Il libro di Annita Vitale, quindi, vuole essere anche un messaggio di speranza, augurando alle giovani vittime di incontrare, nel loro percorso, dei punti di riferimento che li aiutino a ricominciare”. Ecco, ricominciare: su questo concetto, fondamentalmente, si è articolato il dibattito.
Ad accogliere i presenti, tra gli altri, la vicepresidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, Mariagemma Talerico: “Obiettivo del nostro Ordine, è elevare il livello culturale, formativo e soprattutto deontologico degli iscritti e dei giovani praticanti, per rafforzarne l’autorevolezza – sostiene l’avvocato Talerico – e questa tematica offre diversi spunti di approfondimento sulla delicata funzione svolta l’avvocato familiarista”.
Una storia, quella narrata dalla scrittrice catanzarese, perpetrata tra le mura domestiche e per questo tremendamente attuale, definita “palpitante” dalla dottoressa Teresa Chiodo, presidente del Tribunale per i Minorenni di Catanzaro: “Oggi la dimensione dell’avvocato è fortemente etica, assumendo fondamentale importanza sulla vita di persone fragili che si aspettano la massima sensibilità da chi opera – sottolinea la presidente Chiodo -. Il minore coinvolto in una vicenda familiare – come quella narrata nel libro - sicuramente vive lontano dal benessere che dovrebbe caratterizzare la vita di ogni bimbo”.
Su questa falsariga, le parole dell’avvocato Maria Rosaria Vincelli, presidente della Camera Minorile Primo Polacco di Catanzaro: “Il nostro compito è fornire gli strumenti per approfondire tematiche che coinvolgono i minori, contribuendo alla formazione di quegli avvocati chiamati a difendere e rappresentare in Giudizio il minore”, osserva l’avvocato Vincelli, rivelando di aver letto e riletto “Zero”, proprio per cogliere quei sentimenti di turbamento, inadeguatezza e senso di colpa che appartengono purtroppo a tutti i minori abusati in ambito familiare, con la connivenza dei familiari stessi. Sconcertante, poi, il dato riportato dalla Vincelli: “Secondo un’indagine svolta su territorio nazionale, le persone che interagiscono con bambini abusati – insegnanti o pediatri, ad esempio –davanti ad un sospetto di abuso, spesso non denunciano”.
L’avvocato Rossana Greco, già presidente della Camera Minorile Primo Polacco, nonché socia fidapina, ha fornito il prezioso contributo sulla base di casi da lei trattati nel tempo: “Chi meglio della FIDAPA può trattare un tema così forte, come gli abusi perpetrati in ambito familiare, in questo caso di un padre sul figlio? Avendo seguito tanti casi del genere, mi rendo conto di quanto non si possa non avere un’emotività maggiore verso situazioni che spesso non vengono neanche segnalate, pertanto rimangono sottotraccia – ammette l’avvocato Greco -. Realtà che, quando riaffiorano, possono provocare conseguenze nel futuro del minore che subisce, come nel caso di ‘Edoardo’, il protagonista del libro”.
Determinante, inoltre, la chiave di lettura di un tecnico, quale quella offerta dal dottor Giovanni Lopez, psicologo clinico e forense, psicoterapeuta: “Nella narrazione si percepisce come la famiglia sia conforme attorno all’abuso, all’incesto”, ammette il dottor Lopez, elogiando la scrittrice, per essere riuscita a scardinare alcuni falsi miti legati all’abuso, frequenti nel pensiero comune. Tra questi, il fatto che il protagonista, la vittima, sia un maschio, a differenza della quasi totalità delle vittime di violenza sessuale interfamiliare. Lopez, poi, accende i fari su un’altra falsa equazione: “Spesso tendiamo a pensare che un abuso sessuale possa corrispondere ad trauma che rovina la vita, per sempre, ma per fortuna i bambini sono dotati di una dote naturale, come la resilienza – continua – e, in presenza di condizioni favorevoli, nell’accoglienza dell’ambiente circostante, il minore può riprendere le condizioni di una vita normale, in futuro”.
Parola all’autrice, allora, lieta dell’interazione innescata tra istituzioni, con l’occasione: “Cosa mi ha spinta a scrivere il libro? La mia naturale propensione ad ascoltare. Ebbi modo di ascoltare questa storia ai tempi dell’università per poi articolarla, successivamente con la mia fantasia – rivela Annita Vitale -. All’università ho incontrato un ragazzo che aveva subito abusi dal padre, così, ho raccolto questa testimonianza, questo ‘dono’, poiché non ne aveva mai parlato prima, tenendola ‘in tasca’, chiudendola in un cassetto per tanti anni. L’essere diventata madre mi ha mosso la coscienza su alcuni temi ed è diventata una ‘urgenza’ interiore, per me, restituire ciò che quella storia mi aveva dato”. A raccontare, nella narrazione, è ‘Valentina’, che indirettamente subisce l’abuso di suo fratello gemello, ‘Edoardo’.
Il titolo? È presto detto: “Ciò che provo ad esprimere nel romanzo, è che lo ‘zero’ negli uomini non esiste! Quando l’abusato realizza l’abuso, tende a rimuovere e se si prova ad azzerare, non si va lontano – prosegue la Vitale - occorre comunque provare a costruire da ‘uno’, senza cancellare, ma scavando nei nostri guai, nelle amarezze. Così facendo, possiamo ricostruire da ‘uno’, mai cancellando, senza sradicare quelle radici che, con la nostra storia, magari sbagliata, servono a strutturare”.
Cultura e formazione sono le colonne portanti dell’operato della FIDAPA Catanzaro. Tuttavia, quando si dà vita ad incontri che scuotono l’animo, si contribuisce sensibilmente a porre un segnalibro importante nell’agenda della città, in cui la FIDAPA riveste un ruolo fondamentale.
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