Catanzaro. Al Festival d'Autunno arriva Matthew Lee: "Il pubblico della Calabria è sempre calorosissimo"

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Matthew Lee
  25 settembre 2021 08:04

di CLAUDIA FISCILETTI

Il piano non ha segreti per Matthew Lee, lo suona in modo insolito, talvolta con i piedi, con i gomiti, da sotto la tastiera o anche con le spalle voltate allo strumento. Un tale artista sarà ospite, questa sera, nel Teatro Politeama di Catanzaro, per il concerto previsto nel cartellone della 18esima edizione del Festival d'Autunno, che vede alla direzione artistica Tonia Santacroce. Matthew Lee (all'anagrafe Matteo Orizi ndr), farà tappa a Catanzaro con il suo tour  "Blues, rock & love", che prevede una serie di brani e cover tratti dal nuovo album "Rock n'love", in cui la carica emotiva del blues si fonde con l'energia del rock'n'roll. A suonare con Matthew Lee sarà il blues man sarà Gennaro Porcelli, già chitarrista di Edoardo Bennato, olltre alla band composta da Frank Carrera (chitarra), Matteo Pierpaoli (batteria), Alessandro Infusini (basso) e Mecco Guidi (hammond e tastiere). "Sarà uno spettacolo divertente e pregno di contaminazioni", anticipa Lee nell'intervista rilasciata a La Nuova Calabria, rifacendosi anche al tema principale di questa 18esima edizione che è "ContaminAzioni", per l'appunto. Il concerto al Politeama di Catanzaro è una delle tappe del tour di Matthew Lee che continuerà il 26 settembre a Tropea, l'1 ottobre a Soissons in Francia, e il 2 ottobre a Barletta, per le altre date ed ulteriori informazioni è possibile consultare il sito ufficiale www.matthewlee.it.

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Siamo abituati a vedere cose straordinarie ai suoi concerti, cosa ci aspetta nel concerto di questa sera?

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"Sicuramente il pubblico si troverà davanti una grande band. Se, infatti, il lockdown ha avuto un effetto positivo è stato proprio quello di avermi fatto rivedere la band. Prima sul palco eravamo un pò di meno, pur sempre bravissimi, adesso invece è più completa ed è stato aggiunto Mecco Guidi, hammondista, e Gennaro Porcelli, grandissimo blues man. Lo spettacolo, quindi, adesso è un muro di suono pazzesco e questa sarà la prima cosa che il pubblico e vedrà e poi, ovviamente, ascolterà tantissime canzoni dal mio ultimo album "Rock n'Love", uscito alla fine del 2020, originali e anche reinterpretazioni di alcuni grandi brani cercando di dare una nostra personalità anche alle cover".

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Il tema di questa 18esima edizione del Festival d'Autunno è "ContaminAzioni", lei da cosa è stato "contaminato" nel corso della sua carriera artistica?

"Sono partito dalla musica classica ma, essendomi dedicato poi al rock n'roll, direi che questa è già di per sè una contaminazione. La musica classica mi ha fatto conoscere il pianoforte dal punto di vista tecnico e poi ho scoperto quella che è, in un certo senso, la mia vocazione con il rock n'roll, il blues, il country e questo mix di vari generi musicali. Comunque nella vita ho ascoltato di tutto, dalla musica classica a quella moderna, da Clayderman a Morricone. Tra gli artisti che mi hanno contaminato ci sono sicuramente Ray Charles, Renato Carosone, Little Richard, Evlis Presley, Elton John, normalmente i pianisti di questo determinato genere musicale mi hanno lasciato sempre qualcosa".

Cosa l'ha spinta a suonare proprio il piano?

"Ho iniziato a suonarlo da bambino, più o meno verso gli 8 anni, per mio padre che è un pianista ed è anche fan del rock n'roll, ma voleva che io facessi il percorso regolare per avere un'impostazione precisa quindi mi iscrisse al conservatorio. Io non avevo alcuna intenzione di suonare nella vita, ed è stata una cosa da una parte indotta che all'inizio era un pò difficile, poi pian piano mi divertivo sempre di più".

Con il suo tour, ripartito dopo lo stop obbligato del covid, ha avuto modo di visitare diverse città in tutto il mondo, ha un posto del cuore a cui è particolarmente legato?

"Ho suonato in tanti di quei posti che ricordo diverse location con gioia, ma essere legato a un posto non credo che è tanto da musicista, perché noi siamo un pò come dei nomadi, andiamo dove c'è possibilità di suonare. Può esserci una reazione particolare del pubblico, come in Francia che risponde benissimo all'arte e alla musica, così come la Russia o l'Inghilterra".

Non è la prima volta che viene in Calabria, quindi le chiedo come risponde il popolo calabrese ai suoi spettacoli?

"Si, sono stato molte volte in Calabria. A parte il fatto che avete un cibo pazzesco, il pubblico è sempre stato calorosissimo. Particolarmente caldo".

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