Catanzaro, al via la stagione teatrale del Politeama: intervista all’attore e regista Giovanni Esposito

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  07 dicembre 2025 10:08

di CARLO MIGNOLLI

Al via sabato 13 dicembre 2025, alle 21.00, la stagione teatrale 2025/2026 del Teatro Politeama Mario Foglietti di Catanzaro, guidata dalla Sovrintendente e Direttore Artistico Antonietta Santacroce, che inaugura il nuovo cartellone con uno degli spettacoli più attesi: “Benvenuti in casa Esposito”, commedia in due atti con la regia di Alessandro Siani, tratta dal bestseller di Pino Imperatore. Sul palco un cast interamente partenopeo: Giovanni Esposito, Nunzia Schiano, Susy Del Giudice, Salvatore Misticone, Gennaro Silvestro, Carmen Pommella, Giampiero Schiano e la giovanissima Aurora Benitozzi. Le musiche sono di Andrea Sannino e Mauro Spenillo, le scene di Roberto Crea e i costumi di Lisa Casillo. Produzione Best Live, distribuzione Terry Chegia.

Lo spettacolo porta in scena una storia che intreccia comicità, colpi di scena ed elementi di denuncia, mettendo in ridicolo gli aspetti più grotteschi della criminalità e rifacendosi alla tradizione comica napoletana. Il romanzo da cui è tratto - caso editoriale e testo adottato da scuole, associazioni antimafia e gruppi impegnati nella Legalità - ha conquistato migliaia di lettori grazie al passaparola.

La commedia segue le disavventure di Tonino Esposito, “delinquente per vocazione ma non per talento”, schiacciato dall’eredità criminale del padre Gennaro. Tonino tenta di affermarsi nel clan, tra goffaggini e paure, fino a quando la sua “coscienza” non prende forma nel fantasma di un teschio del Cimitero delle Fontanelle, incarnato in scena da Giampiero Schiano. Intorno a lui ruotano figure familiari fortissime: la moglie Patrizia, la figlia Tina - voce critica del sistema -, il boss ’o Tarramoto, i suoceri sempre in lite e perfino un’iguana, Sansone, che fa da contrappunto comico.

Giovanni Esposito, protagonista e volto amato del cinema e del teatro - nella sua carriera ha lavorato con Paolo Sorrentino, Antonio Capuano, Aldo Giovanni e Giacomo, oltre che con Siani - racconta cosa rappresenti inaugurare la stagione del Politeama.

«Inaugurare una stagione è sempre una cosa bella» afferma. «E farlo in un teatro storico come il Politeama di Catanzaro, che conosco bene e dove sono già stato, comporta anche una responsabilità doppia». Esposito aggiunge di essere tranquillo sul lavoro svolto: «Siamo sicuri dello spettacolo, di come lo abbiamo costruito e di come lo stiamo portando in giro. Il pubblico si divertirà molto. È un lavoro che fa ridere tantissimo e che contiene momenti di grande riflessione».

Sulla chiave della comicità e della forza etica dello spettacolo risponde senza esitazioni: «Tutto parte dal romanzo di Imperatore. Tonino è un personaggio inadeguato, e per fortuna: questa sua inadeguatezza lo tiene lontano dall’essere fagocitato dalla camorra in cui la sua famiglia è immersa». Aggiunge: «Se avesse avuto vere qualità camorristiche, sarebbe un’altra storia. Proprio perché è inadeguato riesce a guardare i punti critici, soprattutto grazie alla figlia, che è l’unica a rifiutare quel modo di vivere. Lei ha capito che la camorra è una montagna di merda e non vuole esserne complice». Secondo Esposito, il ruolo delle donne è decisivo: «Sono loro che puntellano Tonino, che quasi guidano le sue scelte. Ed è questo a far esplodere un conflitto che smuove tutta la famiglia».

Parlando del peso dell’eredità criminale, l’attore ricorda il contesto sociale in cui è cresciuto: «Ci si rende conto che questa storia racconta il dramma di tanti quando, nella parte finale, il pubblico capisce che in qualche modo stiamo parlando anche di noi. Ci sono persone che ho conosciuto bene, cresciute in quartieri difficili di Napoli, dove la famiglia e il contesto tracciavano un’unica strada possibile». Esposito sottolinea l’importanza di alternative reali: «È fondamentale che qualcuno ti mostri un altro percorso: la scuola, lo Stato, le associazioni. Per me lo è stata la famiglia, ma anche la parrocchia. Ho visto tanti salvarsi grazie a questo».

E sulla dimensione più ironica: «Tonino vorrebbe essere come il padre, è schiacciato da un complesso enorme. Poi pian piano, con questa coscienza che gli arriva in casa - il teschio del Cimitero delle Fontanelle che prende forma - capisce gli errori. Tutto raccontato in due ore e venti di divertimento totale».

Esposito descrive poi il gruppo di lavoro con entusiasmo: «È un cast grandissimo. Parliamo di attori con talento ed esperienza enormi: Nunzia Schiano, Susy Del Giudice, Salvatore Misticone, Gennaro Silvestro, Giampiero Schiano… e poi la giovanissima Aurora Benitozzi, che ha debuttato in questo spettacolo prima ancora di compiere 18 anni. Con lei c’è la madre, Carmen Pommella, anche lei straordinaria». Aggiunge che «La regia di Alessandro Siani ha completato tutto in maniera perfetta».

Nella sua carriera Esposito ha attraversato cinema, teatro, tv e ora anche la regia cinematografica. “Nero”, il suo film d’esordio, è stato presentato al Magna Graecia Film Festival di Soverato proprio quest’estate ed é stato anche premiato tra le migliori opere prime.

«Mi sento a casa al cinema» dichiara. «A volte sorprende chi mi conosce, ma è un posto in cui sto bene davvero. Il teatro invece mi mette sempre un po’ d’ansia: penso al pubblico che paga il biglietto, che si organizza per venire. C’è un’aspettativa altissima e io sono molto rigoroso». Sul lavoro da regista confida: «Ho imparato moltissimo sulle emozioni degli attori. Stando dall’altro lato ho visto fragilità che prima non coglievo. Mi porto dietro l’attenzione totale verso tutto ciò che accade sul set».

Sorride quando parla della regione: «La Calabria la amo totalmente. Mi dà sempre grandi emozioni e ogni volta ho la sensazione di attraversare luoghi completamente diversi. Sono posti che mi fanno sognare cinematograficamente, penso sempre a cosa si potrebbe girare lì». Ricorda anche un legame personale: «La frequento da quando ero ragazzo, ci ho passato una delle vacanze più belle della mia vita. Ho luoghi legati ai miei genitori, quindi per me è una terra familiare».

Sul pubblico calabrese conclude: «È molto esigente, ma quando è contento ti tributa un’ovazione. Il Politeama è un teatro difficilissimo, lo dico perché ci sono già stato. Se lo conquisti, puoi dire di essere stato bravo davvero».


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