di EDOARDO CORASANITI e CLAUDIA FISCILETTI
Fiori rossi accanto alla targa dell'operaio socialista Giuseppe Malacaria, ucciso da una bomba lanciata durante una manifestazione antifascista il 4 febbraio 1971 a Catanzaro: a 50 anni dall'omicidio rimasto senza colpevoli, senza mandanti o esecutori, tocca ad Anpi e Libera ricordare il muratore socialista di 35 anni. Nessuna cerimonia ufficiale ma decine di uomini e donne, associazioni e movimenti, partiti della sinistra radicale, si sono ritrovati nella piazzetta della Libertà di Catanzaro (con distanziamento e tutte le norme anticovid del caso), dove solo dal 2007 una targa ricorda la morte di un'antifascista ucciso per difendere la libertà, la democrazia, i valori della resistenza conquistati solo una ventina d'anni prima. Malacaria morì, ma altre 25 persone finirono in ospedale a causa delle bombe a mano di matrice fascista lanciate. Le indagini si orientarono verso gli ambienti del Movimento Sociale e condussero ad un processo contro alcuni giovani militanti del partito: furono assolti un anno dopo.
Nella notte tra il 3 e il 4 febbraio 1971, a Catanzaro, una bomba fu collocata presso a sede della Provincia. Nasce così una mobilitazione antifascista di tutti i partiti ma c'è un ostacolo: il divieto delle autorità di pubblica sicurezza che però non ferma la sete antifascista, la quale si riversa nel tardo pomeriggio in città, formando un assembramento in piazza Grimaldi. A pochi metri la sede del Movimento sociale italiano diventa il teatro di tafferugli e dello scoppiare di bombe a mano. Questa è l'atmosfera, gli antefatti, in cui si consuma l'omicidio di Giuseppe Malacaria, 35 anni, socialista, operaio, antifascista, figlio di una città che oggi sembra averlo dimenticato.
Un attentato che ha bisogno di essere ricordato come ha sottolineato Elvira Iaccino, referente di Libera Catanzaro: "Per noi la memoria non è fine a se stessa ma è qualcosa che ci deve spingere all'impegno, alla conoscenza", aggiungendo come la targa di Piazzetta della Libertà sia stata apposta solo nel 2007 dall'amministrazione guidata da Rosario Olivo.
È una storia che Catanzaro non si può dimenticare, come affermato da Mario Vallone, presidente provinciale Anpi Catanzaro: "È una vicenda che oramai ci lascia poche speranze sulla verità giudiziaria, gli stessi familiari di Malacaria non sono riusciti a vedere riconosciuto il fatto che si trattasse di un attentato con una precisa matrice nè ad avere il riconoscimento di vittima di terrorismo".
E, sulla manifestazione, conclude: "Avremmo voluto fare una manifestazione come quella del '71, purtroppo la pandemia non ce l'ha permesso, ci riproveremo non appena ne avremo la possibilità". L'evento ha ricordato Giuseppe Malacaria, nella speranza che non venga dimenticato.
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