Al Parco della Biodiversità Mediterranea, domani, martedì 10 agosto, salirà sul palco, appositamente allestito, Stanley Jordan, punta assoluta del jazz contemporaneo, definito funambolo, equilibrista, giocoliere delle sei corde, insieme a Gabor Dornyei, alla batteria, e a Laurence Cottle, al basso.
09 agosto 2021 19:30Fervono gli ultimi preparativi per il debutto del cartellone principale di Armoniedartefestival che in questa edizione allarga il suo ambito territoriale facendo sponda a Catanzaro e, precisamente, al Parco internazionale della Scultura e della Biodiversità mediterranea, con l'inedita e preziosa compresenza di Arte e Natura, rappresenta una cornice di naturale incanto per performance di altrettanto alto profilo.
E proprio qui, domani, martedì 10 agosto, salirà sul palco, appositamente allestito, Stanley Jordan - nome di punta assoluta del jazz contemporaneo, definito funambolo, equilibrista, giocoliere delle sei corde - insieme a Gabor Dornyei, alla batteria, e a Laurence Cottle, al basso. La sua aurea ha qualcosa di familiare e magico, un aggettivo che accompagna Jordan fin dal lontano 1985 quando, allora venticinquenne, pubblicò, addirittura per la Blue Note, label americana di riferimento, il disco Magic Touch, poi numero 1 della classifica jazz di Billboard per 51 settimane, presentandosi così all'attenzione internazionale con una tecnica chitarristica strabiliante. Fino ad allora si parlava di tapping: ma di lì a poco fu inventato il termine two-handed tapping, intendendo con questo il tapping fatto non più con due dita, bensì con otto. Il prodigioso chitarrista americano ha quindi sviluppato una tecnica che lo rende unico al mondo, per la sua derivazione pianistica, ed ha tutti i titoli per occupare un posto d'onore nel gotha dei musicisti viventi. E Stanley ha condiviso il palco e registrato con artisti jazz come Benny Carter, Dizzy Gillespie, Miles Davis e Billy Cobham. Ai suoi spettacoli non si va solamente per ascoltare, ma anche per guardare: fa vibrare le corde con entrambe le mani, assolutamente indipendenti, che si inseguono lungo tutto il manico, si superano, si incontrano e le note prendono forma, quasi come sgorgassero, persino dalle rughe di espressione di Jordan, dai movimenti garbati ed armonici del suo corpo.
La peculiarità di questo concerto, una prima europea e in esclusiva per l'Italia, voluto fortemente dal direttore artistico Chiara Giordano, è il non essere legato alla promozione di alcun disco ma essere l'omaggio nei confronti di Jimi Hendrix, ovvero il guitar hero per antonomasia, l'artista che nel giro di soli tre album e la sua incendiaria esibizione ai festival di Woodstock e Monterey, seppe cambiare per sempre il corso della musica rock diventandone una leggenda eterna. Il demiurgo Jordan non è avvezzo a seguire i rigidi schemi delle partiture, e quindi anche chi conosce perfettamente quelle composizioni consegnate alla storia come "Hey Joe", "Little Wing", "Spanish Castle Magic", si sorprenderà della rilettura pensata da Jordan. "Stanley Plays Jimi” è uno spettacolo - tributo lontano dalla pura imitazione, ma con un approccio all'eredità di Hendrix fortemente creativo, oltre ad esprimere ancora una volta assoluta padronanza tecnica che sfoggia con impressionante faciltià.
"Questo è il mio concerto immaginario di Jimi Hendrix, come se fosse ancora vivo e suonasse oggi; re-immaginando la sua musica e la sua persona cerco di dare vita a questa fantasia”, spiega Stanley. Un'idea visionaria quella di Stanley che sale sul palco letteralmente nei panni di Jimi Hendrix, e, quindi, esprimendo anche un elemento fortemente teatrale: ma questa non è un'imitazione per uno spettacolo teatrale, è un concerto, e dunque costruito su uno sforzo sincero per ricreare l'esperienza sbalorditiva di assistere ad una performance di Jimi Hendrix dal vivo e allo stesso tempo aggiornare l’eredità di Jimi in modo credibile.
Può anche essere sorprendente che una leggenda del rock come Hendrix abbia ricevuto così tanto amore da una leggenda del jazz come Jordan, ma lui stesso ci spiega: "sto facendo del mio meglio per proporre il più possibile tutto il suo lavoro, cercando allo stesso tempo di costruirci sopra, ed è questa l'anima del progetto; la verità è che nessuno potrebbe sapere davvero cosa farebbe Jimi oggi, ma sappiamo che avrebbe continuato ad evolversi: questo mi dà un certo margine di manovra creativa e lascia trasparire la mia identità, perché osserviamo Hendrix attraverso il mio obiettivo. Ma è anche una sfida per me perché non posso fare qualsiasi cosa che, quindi, deve avere un senso e apparire come qualcosa che Jimi avrebbe potuto fare davvero”.
D'altronde il sessantaduenne americano dall'aria di eterno ragazzo è sempre davvero bravo a tenere in sospeso il suo pubblico, con forme a tratti fino al parossismo, dove poi l'inevitabile applauso non servirà solamente a manifestare l'assenso dello spettatore, ma acquisisce quasi una funzione liberatoria e catartica. Quello a Catanzaro sarà un concerto generoso, le cui caratteristiche lo pongono già allo stesso livello di eccellenza di Pat Metheny, John Abercrombie e John Scofield, gli altri chitarristi che hanno reso indimenticabili le notti d'estate di Armonie d'Arte.
Il concerto inizierà alle ore 22.00. I biglietti del Festival sono acquistabili sul sito www.armoniedarte.com o la sera stessa nella location dello spettacolo dalle ore 19.00 in poi. Inoltre la biglietteria di Armonie d'Arte è aperta al Parco archeologico Scolacium a Roccelletta di Borgia da martedì a domenica dalle ore 9 alle ore 12 e dalle ore 16 alle ore 19.
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