Catanzaro. "Arte e politica in Italia meridionale", la Fondazione Cefaly apre la due giorni di approfondimento sull'800

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images Catanzaro. "Arte e politica in Italia meridionale", la Fondazione Cefaly apre la due giorni di approfondimento sull'800

  03 giugno 2021 18:05

di CLAUDIA FISCILETTI

Si è aperta questo pomeriggio, al Marca di Catanzaro e trasmessa in diretta su www.andreacefaly.it, la due giorni di dibattito su "Arte e politica in Italia meridionale" organizzata dalla Fondazione Andrea Cefaly in collaborazione con l'Università degli studi della Calabria, l'Università Roma Tre e l'Accademia di Belle Arti di Catanzaro, nell’ambito dei progetti finanziati con Fondi Pac 2014-2020 della Regione Calabria. Due giorni di full immersion nel Meridione ottocentesco scandito dalle opere di Andrea Cefaly, e non solo.

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L'evento, curato da Giovanna Capitelli, Leonardo Passarelli e Maria Saveria Ruga, è caratterizzato dal discorso per immagini; ogni relatore inizia il proprio intervento basandosi su un'opera d'arte cruciale dalla quale partire per affrontare un anno ed un tema specifico. "Questa è una'ttività culturale che doveva già esserci l'anno scorso ma, per ragioni pandemiche, è stata rimandata", ha spiegato Concetta Cefaly, presidente della Fondazione Cefaly che, poi, rivolge un pensiero a suo zio Domenico, meglio conosciuto come Mimì Cefaly, che non c'è più e che si augurava che col passare del tempo "la Calabria potesse dare il giusto riconoscimento ad Andra Cefaly junior e senior". Tra i saluti istituzionali anche Alessandro Russo, vicepresidente della Fondazione: "E' l'occasione per raccontare in un contesto nazionale ed internazionale, un momento storico che è lontano da noi ma è ancora molto vivo".

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Maria Saveria Ruga, moderatrice dell'incontro, ha spiegato come nel corso della due giorni si "pone l'attenzione sulla centralità delle immagini, che diventano elemento fondamentale per costruire l'unità nazionale". Molte delle opere analizzate fanno parte della collezione permanente del Marca. Tra i relatori Marta Petrusewicz, professore ordinario dell'Unical e assessore alla Cultura del Comune di Rende, parte da un'opera di Andrea Cefaly, "Il miglior modo di viaggiare in Calabria" per narrare quanto le strade calabresi fossero percorse durantel'800: "Tanto l'elite del regno quanto i popolani, viaggire nel Regno o all'interno della Calabria era importante e frequenti, per motivi di lavoro, economici, giudiziari o familiari. Viaggiare in Calabria era faticoso, per le condizioni delle strade, ma non raro, altro che isolamento". 

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Salvatore Bullotta, storico, si focalizza sulla Rivoluzione napoletana del 1820/21 e lo fa prima attraverso una litografia di Johann Moritz Rugendas, e poi attraverso un'opera di Edoardo Matania."Una rivoluzione che fu di portata internazionale in cui, nelle cronache, viene evidenziato il ruolo cruciale del Generale Pepe, calabrese". Stefano Cracolici, professore di arte e letteratura italiana alla Durham University, punta la lente d'ingrandimento su "un viaggiotore inglese nel sud preunitario", narrando come il pittore inglese Arthur John Strutt abbia intrapreso un viaggio da Roma alla Sicilia a piedi, documentandolo con i suoi disegni e con i suoi racconti: "Emerge, anche, una particolare attenzione per i briganti e, nel raccontare un episodio in cui lui e i suoi compagni vengono assaliti proprio da alcuni briganti, dalle sue parole emerge una sorta di brigantaggio degradato alla realtà umana, di come sono veramene delle persone, dal momento che l'aggressione è accaduta per un malinteso. C'è una visione pittoresca che distrugge l'elemento romantico".

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