di TERESA ALOI
La Procura della Repubblica di Catanzaro lo aveva mandato a giudizio ipotizzando un tentativo estorsivo in concorso. Ma al termine dell'udienza dibattimentale i giudici hanno assolto Domenico Scozzafava difeso di fiducia dall'avvocato Andrea Gareri, dopo aver riqualificato il reato in un tentativo di violenza privata per come richiesto dal difensore, che, peraltro, aveva già formulato la richiesta di riqualificazione del reato, sollevando una questione preliminare prima della apertura del dibattimento.
IL FATTO La vicenda in questione trae origine da una banale disputa tra Scozzafava e il suo consulente, conseguente alla comunicazione con la quale lo Scozzafava gli comunicava la sua volontà di interrompere il rapporto professionale. Tale manifesta decisione aveva indotto il consulente a richiedere il pagamento di una penale per recesso anticipato, che lo Scozzafava contestava, ritenendola non dovuta, tant'è che il consulente, sebbene poi pagato, aveva sporto querela.
Il 41enne, in ogni caso, è attualmente detenuto nel carcere di Vicenza, coinvolto nell'operazione “Farmabusiness”.
Associazione a delinquere è l’accusa che la Procura della Repubblica di Catanzaro gli ha appicciato addosso il 19 novembre 2020. Domenico Scozzafava, 41 anni, di Catanzaro, antennista di professione, in carcere dalla prima ora dell’operazione, è l’uomo che, secondo l'accusa, avrebbe fatto parte della cosca Grande Aracri di Cutro con il preciso compito di spianare la strada per l’affaire “Farmaeco”, il consorzio di farmaci al centro dell’indagine che ha portato all’emissione di 25 custodie cautelari.
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