Catanzaro, Belfiore: "In Italia non esiste un Osservatorio sui suicidi: in Calabria e a Catanzaro, non c’è niente per documentare i casi"

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Salvatore Belfiore
  28 maggio 2022 13:23

di SALVATORE BELFIORE

Parlare di suicidio e di persone che decidono di togliersi la vita, sembra essere l’ultimo taboo rimasto oggi come oggi…Molti dicono che non si debba parlarne troppo per non ingenerare emulazione e quindi, in occasione di questi tragici avvenimenti, si fanno i soliti commenti, magari qualche pettegolezzo inopportuno e poi si fa finta di nulla.

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Nelle culture sciamaniche antiche, che noi illuminatissimi e ultra sapienti uomini contemporanei definiremmo retrograde e antiscientifiche, si credeva che in occasione di eventi come suicidi, omicidi o morti e violenze non “naturali”, si ingenerasse un tipo particolare di energia a livello collettivo, il cosidetto: “ Spirito del Trauma”. Questa sorta di entità, emergeva dallo “strappo” emotivo violento causato dagli eventi, ma non svaniva con il tempo…anzi, si diceva che continuasse a nutrirsi e ad alimentarsi attraverso le emozioni di dolore e di “comunicazioni interrotte” di chi era rimasto in vita nella comunità e addirittura, pare che tendesse a “suggerire”ai sopravvissuti all’evento traumatico, la ripetizione dell’evento stesso, così da crescere ancora e ancora e aumentare la sua carica e il suo impatto.

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Perché sembriamo non volere vedere e accettare, ancora nel 2022 che il dolore inespresso, le emozioni non comunicate e la solitudine mietono più vittime di quello che riusciamo ad immaginare? Perché ancora non ci interroghiamo su quali siano gli effetti delle nostre parole, dei nostri silenzi, della nostra indifferenza? Da uomo, terapeuta e insegnante di comunicazione, mi interrogo ogni giorno se sono stato superficiale e indifferente alle malcelate e possibili richieste di aiuto, di comunicazione, di semplice condivisione umana, di tutti quelli che ho incontrato durante la mia giornata e ogni tanto, rivedendo a ritroso le mie conversazioni, mi chiedo come posso essere al servizio di chi ho accanto, anche solo offrendogli uno spazio per essere ascoltato senza giudizio. Non conosceremo mai le reali motivazioni che hanno spinto il caro Maurizio a saltare giù dal ponte Morandi o dell’uomo di mezza età che ieri ha provato a farlo ed è stato miracolosamente tirato indietro.

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Al di là di ogni moralismo e commento privo di sostanza a posteriori, ognuno di noi ha il sacrosanto diritto di vivere e morire come crede e sente… Quello su cui penso dovremmo interrogarci tutti, in quanto comunità umana, è se sappiamo ancora rilevare e riconoscere i segnali di un malessere psicoemotivo, in noi e in chi abbiamo accanto, e se siamo in grado di chiedere aiuto e di comunicare questo malessere…Possiamo ancora definirci “esseri umani” dopo questi anni all’insegna dell’odiatissimo distanziamento sociale, degli arresti domiciliari collettivi, coprifuoco, museruole illogiche imposte e tutt’ora vigenti solo nelle scuole e vicini di casa incoraggiati a denunciare i propri dirimpettai che festeggiano il Natale in numero superiore a quello stabilito dal CTS?

La cosa ancora più preoccupante e sospetta è che in Italia, ancora nel 2022, non esista un osservatorio reale e accreditato sui suicidi e che, soprattutto in Calabria e a Catanzaro, non esista niente di niente per documentare i casi, aiutare i sopravvissuti e le famiglie e lavorare sul territorio. Dove sono le strutture sanitarie preposte? I famosi garanti, tutte le sedicenti autorità che ora stanno facendo ogni sorta di melliflua passerella politica per radunare voti? Forse sono troppo impegnati nella frenetica campagna elettorale? Ma torniamo ai pochissimi dati che sono riuscito a trovare: ogni anno in Italia assistiamo in media a circa 4mila suicidi , ciò vuol dire che ogni dieci anni scompare una città di 40mila abitanti. Inoltre dal primo gennaio del 2022 si contano 129 suicidi e 153 tentati suicidi e il “sud Italia” è la zona d’Italia in cui c’è il maggiore numero di suicidi rispetto ai dati del nord e del centro.(https://www.fondazionebrf.org/osservatorio-suicidi/) Un altro dato molto interessante e ovviamente ultra trascurato oltre che discordante a tutta una narrativa condivisa è che gli uomini si suicidano in maniera sproporzionatamente alta: dalle 4 alle 5 volte più delle donne (https://www.istitutobeck.com/beck-news/suicidio-a-maggioranza-maschile) L’immane circo mediatico costruito ad hoc sulla fantomatica emergenza sanitaria, ha minato le basi stesse della nostra essenza e comunicazione umana, sensoriale e relazionale … ancora assistiamo a continue negazioni della socialità, della comunicazione affettiva ed emotiva e ad uno svilimento conseguente nella espressione della nostra sessualità (ora tacciata di possibile contagio per il vaiolo delle scimmie…).

Crediamo, in tutta onestà, che tutto questo non avrebbe avuto, non ha e non avrà degli effetti gravi e imponderabili sulla salute psicoemotiva di noi tutti? O siamo ancora convinti che un po’ di gel igienizzante a buon mercato, una museruola di fibre sintetiche e N. dosi di siero genico sperimentale, possano metterci al riparo dal nostro subconscio e dal mare, sconosciuto per molti, di emozioni che si agitano all’interno? Forse aspettiamo ancora che sia il ministro Speranza o qualche altro nominato/Illuminato a dirci come e quando farci cogliere da crisi depressive, per quali motivi e fino a che ora? Parafrasando il famoso proverbio, specie dopo avere letto i numerosi commenti sui social , mi viene da dire: “ Quando annunciano l’ennesimo suicidio, lo stolto dice di alzare la recinzione –parapetto del ponte…”  

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