Giorni fa, e precisamente il 16 agosto u.s., è stato festeggiato San Rocco. A Catanzaro, nella chiesa omonima che si trova in pieno centro storico nel quartiere anticamente denominato San Trifone, nel cuore pulsante della città dove sono nato e cresciuto, tale giornata, fino all’anno scorso, veniva vissuta intensamente con un susseguirsi, da mattina a sera, di manifestazioni religiose molto partecipate. Non solo, ma nel periodo antecedente alla suddetta ricorrenza si celebrava la “novena”, oppure, in sostituzione, il “triduo” in onore di San Rocco. Quest’anno niente di tutto questo è stato attuato lasciando l’amaro in bocca sia in me che in tanti altri miei concittadini. È stato un colpo al cuore vedere nel giorno di festa l’altare maggiore della chiesa di San Rocco completamente spoglio (privo di un qualsiasi fiore) e tale inusuale e sconfortante visione di certo ha contribuito a far venir fuori la rabbia e l’incredulità fra i fedeli, me compreso.
A tale proposito, vorrei innanzitutto evidenziare che viviamo in una città dove per fortuna le tradizioni religiose ancora resistono (vedi processione del Venerdì Santo che richiama una folla oceanica, le varie feste di Sant’Antonio, di Sant’Anna, di San Giovanni, di San Vitaliano, della Madonna del Carmine, dell’Assunta, della Madonna di Porto Salvo nel quartiere Lido, con suggestiva processione a mare, della Bambinella, dell’Immacolata, e così via); quindi perché si è giunti ad una disattenzione inaccettabile e deludente che ha destato scalpore fra gli sbigottiti devoti catanzaresi? Non c’è alcuna spiegazione logica al riguardo!
A tal punto è d’obbligo ricordare che San Rocco è stato il Vice Patrono di Catanzaro (per come risulta da testi antichi), per poi diventare nei tempi moderni Compatrono del capoluogo di regione calabrese. La comunità catanzarese, ribadisco, è fortemente legata a San Rocco, quindi è stato a dir poco scioccante dover prendere atto dell’improvviso disinteresse verso l’illustre Venerato. Non sono qui a fare processi in quanto sono certo che ci sarà stato qualche grave intoppo che non ha consentito di omaggiare a dovere l’illuminato Rocco. In ogni caso, la disapprovazione di molti cittadini che ne è seguita va capita ed andrebbe anche condivisa.
Alcuni di loro, per lo più ex abitanti della zona circostante la Chiesa, mi hanno esortato ad esprimere a chi di dovere con veemenza le lamentele del caso, dal momento che rivesto la duplice veste di componente dell’Associazione Culturale Catanzarese “Petrusinu ogni minestra” e di socio dell’Associazione internazionale denominata “Amici di San Rocco”.
Ad onor del vero, percependo quello che stava per accadere, mi sono mosso autonomamente a tempo debito, raggiungendo nella prima mattinata, alle ore 10:00, gli Uffici della Curia, che però, nonostante il 16 fosse un giorno feriale, erano chiusi al pubblico. Comunque non mi sono perso d’animo e sono riuscito ugualmente, a mezzo citofono, ad interloquire con un addetto del palazzo Vescovile che ha voluto anche il mio numero di cellulare per eventuali successivi contatti.
Sto ancora aspettando una risposta possibilmente esaustiva!
Amedeo Chiarella
Componente dell’Associazione Culturale Catanzarese
“Petrusinu ogni minestra”
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736