di EMANUELE CANNISTRÀ
Passeggiando vicino al cimitero comunale, ho incrociato una signora che, con un tono di amarezza, lamentava il degrado dei servizi igienici. “Non sono bagni, ma vere e proprie latrine,” diceva a un’amica, aggiungendo che persino l’obitorio è ormai stracolmo di salme, tanto che a volte l’odore diventa insopportabile.
E come se non bastasse, è arrivata un’altra notizia che ha lasciato residenti e visitatori increduli: i piazzali del cimitero verranno trasformati in parcheggi a pagamento.Questa mossa viene presentata come un servizio per facilitare gli utenti dell’ospedale vicino, che potranno contare su una navetta gratuita per raggiungere le strutture sanitarie. Peccato che, oltre al ticket sanitario, ora i cittadini dovranno anche pagare per la sosta, con una tariffa di 0,50 euro all’ora.Il paradosso è lampante: a farne le spese non saranno solo i pazienti dell’ospedale, ma anche i familiari dei defunti. I parenti degli abitanti del residence di via Paglia, per esempio, si trovano costretti a “piangere i propri cari entro i 60 minuti concessi” oppure a pagare il parcheggio. E come se non bastasse, persiste una drammatica carenza di loculi, che rende ancora più amaro il legame con un luogo che dovrebbe essere di raccoglimento, memoria e rispetto.In questo contesto, la domanda sorge spontanea: le autorità locali e i consiglieri comunali – a parte alcuni che si stanno opponendo – sono davvero consapevoli di quanto sta accadendo? O, come spesso accade, si preferisce girarsi dall’altra parte, lasciando che i cittadini paghino il prezzo di scelte discutibili e di una gestione che sembra dimenticare dignità e decoro? La sensazione generale è che, tra bagni indecorosi, obitori al collasso e parcheggi trasformati in un affare, la pietà e il rispetto per i defunti e per i loro familiari siano stati messi in secondo piano rispetto a logiche puramente economiche.
E allora viene da chiedersi: il residence di via Paglia è diventato il nuovo bancomat del comune? Se davvero è così, tanto varrebbe mettere dei tornelli all’ingresso, pensare a degli abbonamenti mensili per i parenti più affezionati e magari creare un’app per ricaricare le lacrime a consumo. È giunto il momento che qualcuno faccia chiarezza: il cimitero non è un luogo come gli altri. Trattarlo come un qualsiasi spazio urbano da sfruttare economicamente significa mancare di rispetto non solo ai defunti, ma anche ai vivi.
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