Catanzaro Capitale, Cimino: “Forte delusione da Fiorita, ma c'è ancora la possibilità di cambiare"

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Catanzaro Capitale, Cimino: “Forte delusione da Fiorita, ma c'è ancora la possibilità di cambiare"

Talerico: “Città tornata indietro 30 anni”

  06 giugno 2025 14:55

di MARCO VALLONE

L'ultima puntata di “Catanzaro Capitale”, la trasmissione di approfondimento politico de La Nuova Calabria condotta da Gabriele Rubino, ha avuto come protagonisti il professore Franco Cimino, in passato già candidato sindaco, e il consigliere regionale e comunale Antonello Talerico. Si è discusso sostanzialmente di quelle che sono le impressioni degli ospiti relativamente all'andamento dell'attuale amministrazione comunale. C'è stato un cambiamento in questi 3 anni in cui Nicola Fiorita ha ricoperto la carica di sindaco oppure c'è stato un flop?

Banner

Banner

Franco Cimino nel 2022 è stato candidato in una delle liste a sostegno di Nicola Fiorita. Come giudica l'attuale amministrazione? Il cambiamento si è verificato o è stata un'ambizione tradita? “Sono deluso – ha commentato il professore Cimino -, deluso fortemente. Perché io mai mi sarei candidato soprattutto al ruolo umile ma esaltante di consigliere comunale, avendo anche avuto, nell'ultima consultazione elettorale, delle possibilità di potermi candidare a sindaco sia autonomamente che in schieramenti anche abbastanza fuori... Ma ho ben volentieri accettato addirittura di candidarmi a consigliere comunale, nonostante non fossi preparato dal punto di vista elettorale perché se ti candidi negli ultimi 20 giorni, con un esercito di 1000 candidati che da 2 anni prima sono andati in cerca di voti, e scoraggiando poi metà della città ad andare a votare, io dico che i miei voti erano in quella metà di città che non è andata a votare perché stanca di questa politica. E quindi io non ho potuto cercare i voti perché mi sono dedicato interamente a sostenere Nicola Fiorita, non cercando voti per me. Io ho cercato solo i voti per Nicola Fiorita perché credevo in lui. Non mi sono posto la domanda se potesse essere un grande sindaco della città, non me la sono posta: mi sono posto invece la domanda se egli fosse il soggetto che potesse avviare un processo di reale rinnovamento della politica catanzarese, di rivitalizzazione di un'istituzione democratica come il consiglio comunale, che negli ultimi 15 anni è stato umiliato, ferito, mortificato dalle risse da osteria. Da quell'atteggiamento davvero malsano nei confronti dell'istituzione che non è mai stata utilizzata per un confronto politico e programmatico ma solo per una sorta di resa dei conti tra duellanti in questi ultimi 10 anni”. Da parte di Franco Cimino vi è dunque un sentimento di delusione: “Profonda delusione per questo – ha rimarcato Cimino -, perché il processo di rinnovamento che la città attendeva, e di cui la città aveva necessità assoluta, non solo non si è realizzato ma non è stato neppure avviato”.

Banner

“Nicola Fiorita era un candidato civico, squisitamente e marcatamente civico – ha voluto sottolineare successivamente Franco Cimino -. Con una alleanza nella quale sono intervenute forze politiche che non hanno assolutamente modificato il profilo civico della candidatura di Fiorita. E mi dispiace, anche qui esprimendo delusione, che nel corso di questi anni si sia voluto forzare quel quadro attribuendo, e Nicola l'ha lasciato credere sbagliando, che egli fosse il candidato della sinistra. Il fatto che uno sia di sinistra o di destra non significa che quella manifestazione sia di destra o di sinistra. Io per esempio sono democristiano da una vita, ma lì ci sono entrato come cittadino, intellettuale e portatore di valori e principi culturali marcatamente democratici cristiani. Ma quella aggregazione a cui ho partecipato da indipendente e cittadino era un'aggregazione civica”. L'esperienza civica, e non vale solo per Catanzaro ma forse anche per altre città, non ha portato quindi il cambiamento che Franco Cimino si aspettava, oltre alla rivitalizzazione del dibattito democratico, nella città di Catanzaro: “Proprio perché si è lasciato smarrire subito il valore alto del civismo politico – ha evidenziato il professore Cimino -. Ci si è subito allontanati da questa che era una grande risorsa, un grande valore politico. Quindi ci si è subito portati a trovare casa, a trovare legittimazione politica altrove. A trovare padrini o madrine che ci potessero tutelare. Questo ha da subito indebolito la coalizione perché non ha consentito a Nicola Fiorita, che è stato eletto legittimamente e con una grande forza dai cittadini, che lo hanno eletto con una forza straordinaria in quanto Fiorita e non perché è venuto qualsiasi leader, l'hanno votato perché era lui... Giovane, bello, intelligente, colto, volenteroso, pulito, onesto. La gente ha votato quello. Quindi se tu togli questa forza, che è politica, della tua caratterizzazione civica, tu indebolisci lo stesso consenso che hai ricevuto. E siccome non hai la maggioranza in consiglio comunale, quella forza che pareggiava quella maggioranza della tua opposizione viene svilita, ed è prevalsa la forza di tutti gli altri che non erano la maggioranza consiliare di Fiorita. Questo è stato un elemento – è l'analisi di Franco Cimino – di grave disturbo”.

Franco Cimino, dopo la candidatura a consigliere comunale, si aspettava un riconoscimento come ad esempio una nomina in giunta? “Questo se lo aspettava molta parte della città, soprattutto quella del mondo intellettuale – ha affermato Cimino -. Mi avrebbero voluto in un certo ruolo (assessore con delega alla cultura). Ma non è assolutamente questo: io non ho chiesto nulla a Nicola Fiorita e lui non mi ha negato nulla”. Però se lo aspettava... “E' la città che se lo aspettava – ha precisato Franco Cimino -. Poi se mi si chiede se sarei stato disponibile a fare l'assessore, la risposta è assolutamente sì perché io sapevo che Nicola avrebbe avuto bisogno di una figura esperta, sincera e disinteressata che gli avrebbe potuto dare una mano. Questo sì, lo avrei fatto volentieri. Ma io, come tutti sanno, non ho mai pregato per ruoli. Non ho mai chiesto assessorati. Semmai qualcuno potrà dire che io in passato ho rifiutato, per esempio, di fare l'assessore. Ad esempio quando Rosario Olivo lungamente mi ha invitato a fare l'assessore nella sua amministrazione, e lui potrà dire, come i suoi collaboratori, i motivi nobili per i quali io dissi no”.

La trasmissione ha poi previsto l'intervento del consigliere regionale e comunale Antonello Talerico che, innanzitutto, ha elogiato Franco Cimino: “Franco, come al solito, rimane un grande signore – ha riconosciuto -, bravo nelle analisi, pungente fino al punto giusto e chirurgicamente delicato. Franco è stato uno di quelli che secondo me ha condotto una battaglia elettorale importante per Nicola Fiorita: non si sarebbe candidato, non ne aveva bisogno ma lo ha fatto soltanto perché credeva in un progetto. Ci credeva come tutti noi ci abbiamo creduto, specialmente al ballottaggio”. Successivamente è partita l'analisi di quello che è l'attuale operato dell'amministrazione comunale, secondo il punto di vista del consigliere Talerico: “Purtroppo oggi possiamo dire che dopo 3 anni di Fiorita la città è ritornata 30 anni indietro. Basta guardare le foto, e basta documentarsi su quello che era Catanzaro Lido fino a 3 anni fa e quello che è Catanzaro Lido oggi. La tristezza non è dettata soltanto dalla mala gestio della questione pontili, non è dettata sostanzialmente da una periferizzazione di un quartiere importante come quello di Lido che doveva rilanciare anche il turismo e tutti gli attrattori della città, ma è determinata da uno stato di abbandono dal punto di vista anche dei servizi essenziali: la manutenzione delle strade, non solo quella ordinaria ma anche quella straordinaria, la cura del verde pubblico, ormai siamo in una giungla totale. Noi avevamo dato più soluzioni a Fiorita, non ci ha voluto mai ascoltare. Lascerà un'amministrazione dove il sindaco che verrà, e poi lo verificherete tra qualche anno probabilmente, sarà costretto a portare il Comune in dissesto perché lascia un Comune senza personale. E' riuscito anche a ridurre il numero del personale senza sostituirlo perché i buchi che aveva creato hanno fatto sì che sostanzialmente puntassero al pareggio in bilancio senza sostituire neanche tutti coloro che sono andati in pensione”.

“Quindi lascerà un apparato burocratico inesistente – è l'affondo di Talerico -, non lascerà nessun progetto importante finanziato, non lascerà nessun cantiere importante avviato, e a questo punto non credo che riuscirà neanche ad avviare i lavori del porto. e non lascerà nessuna visione di città. Lascerà tanti debiti, lascerà un conflitto perenne rimasto, purtroppo, in questo mandato. Un conflitto che lui non è riuscito a superare. Ma, cosa più grave, dopo che noi siamo usciti, sono al totale sbando. Avete notato come i suoi stessi consiglieri, qualcuno eletto con lui, qualcuno voltagabbana che poi è rimasto dall'altra parte senza seguire Antonello Talerico, nella cui coalizione erano stati eletti grazie ai voti di Antonello Talerico, perché tanto non li vedrete più questi consiglieri... Orbene, lui ha dei consiglieri che un giorno gli escono contro, il giorno dopo apparentemente lo difendono. E sapete da cosa è dettato? Perché lui viene tirato dalla giacchetta: arriva qualche consigliere che gli chiede di sistemare una buca, non gliela aggiusta e il giorno dopo gli fanno l'articolo contro. Il livello è questo: abbiamo trasformato il capoluogo di regione in un piccolo comune di campagna – ha commentato il consigliere Talerico – grazie al professore Fiorita. Questa è la dimensione in cui lui ci ha condotto ed è una dimensione in cui purtroppo farà perdere terreno dal punto di vista dell'autorevolezza. Non esce mai sui temi centrali: non prende mai posizione sull'università, perché ovviamente ha un conflitto di interessi, non prende mai posizione sulla sanità, non prende mai posizione sulle condizioni di sviluppo. Vedrete la pagliacciata che farà sia con i pontili che con la questione ospedale: un giorno va da Occhiuto e gli dice che l'ospedale deve andare a Germaneto, poi viene in Comune e dice che dobbiamo difendere la città. E lui pensa di fare sempre questi giochini: li ha sempre fatti questi giochini, non ha autorevolezza perché non ha il coraggio delle proprie azioni, ma non ha autorevolezza perché non sa neanche lui dove vuole andare a parare”.

“Non ha programmazione – ha continuato, come un fiume in piena, Antonello Talerico -, non ha pianificazione, non ha risorse finanziarie che è riuscito a recuperare. Ha perso quasi tutti i fondi principali e poi ha concluso con quella progettazione di Agenda Urbana che lascerà alla città niente. Non ha sviluppato una programmazione sulla rete infrastrutturale. Ci ha messo dentro tanti elementi. Ma se questo non è manco capace di organizzare un capodanno, e spende 400mila euro come l'anno scorso senza lasciare traccia di una programmazione... Ancora non ha capito che quando organizzi un evento devi portare le persone da fuori che rimangono in città 2 o 3 giorni. Lui è in grado di spendere quasi 60mila euro per il fumetto, per celebrare il fumetto. Partecipazione? 70 persone. Quindi siamo a livelli di una gestione neanche condominiale. Mi chiedo: ma questi consiglieri che sono rimasti con lui, ormai quasi tutti sono nel gruppo misto, perché rimangono là? Poi si offendono quando dico che rimangono là per l'indennità. E lui perché non si dimette, visto che non ha più la maggioranza? Quando Abramo non aveva la maggioranza, lui sollecitava le dimissioni. E lui oggi perché, invece, non si appresta a rassegnare le dimissioni? Non nutre nessun atteggiamento, e nessun senso di appartenenza verso la città. E, ripeto, quando lui se ne andrà il prossimo sindaco dovrà far dichiarare il dissesto al Comune di Catanzaro: è l'unico modo per riprendere la città”.

A questo punto Franco Cimino si è lasciato andare, ironico, a una battuta: “Stavo proprio pensando di candidarmi a sindaco, ma non dovrò mai farlo perché chi verrà si suiciderà...” ha dichiarato sorridente il professore dopo le forti accuse di Talerico all'amministrazione comunale. “Purtroppo ci ha ridotto in queste condizioni – ha subito ribattuto Talerico, rincarando la dose -. E poi ha il coraggio di dire che il governo di centrodestra regionale sta abbandonando la città. Lo ribadisco un'altra volta: voglio che invitiate in studio con me per un confronto il signor Tallini, che è un altro leone da tastiera con i vari profili fake. E voglio che invitate tutti gli assessori e tutti i consiglieri, di maggioranza e di apparente maggioranza, per venire a fare un confronto con me, visto che rifiutano sempre di fare i confronti con me. Poi scrivono gli articoli, perché glieli scrivono visto che non sanno né leggere né scrivere e né sanno ovviamente fare un comunicato stampa visto che si fanno scrivere gli articoli. Quando vengono in consiglio finché rimango io in aula stanno zitti: come mi allontano, si alzano per prendere la parola. Allora li invito a venire in trasmissione per un confronto pubblico. Ditelo che ogni volta li invitate a venire a fare un confronto con me e non vogliono fare questo confronto. Lo dovete dire alla città”. Antonello Talerico ha poi continuato a provocare: “Fategli scegliere la data, tanto immagino i loro grassi impegni... Li immagino tutti i loro grassi impegni – ha sbottato -. Quello che voglio dire è che se hanno un senso di appartenenza, guardate che questi faranno veramente un altro rimpasto. Anche perché oggettivamente molti di questi assessori non li vediamo più neanche sulla stampa, sono praticamente spariti. Prima erano i più responsabili, poi erano i migliori, adesso che cosa sono? Fantasmi. Sono amministratori fantasmi che hanno portato al tracollo e al collasso una città in solo 3 anni. Ecco il 'CambiaMò' – ha commentato Talerico, riferendosi allo slogan della campagna elettorale del sindaco Nicola Fiorita negli anni scorsi -. Vi devo lasciare, buona serata, penso di essere stato anche abbastanza dolce stasera”.

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner