Catanzaro Capitale, i lavori allo stadio e i primi spunti di calciomercato: parla Floriano Noto

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Floriano Noto, presidente dell'Us Catanzaro 1929
  30 maggio 2025 13:00

di MARCO VALLONE

L'ultima puntata di “Catanzaro Capitale”, la trasmissione di approfondimento de La Nuova Calabria condotta da Gabriele Rubino, ha avuto come protagonista il presidente dell'Unione Sportiva Catanzaro 1929, Floriano Noto. I risultati della stagione calcistica appena terminata, insieme alle prospettive di quella verrà, sono stati tra i temi caldi della serata. Ma molto sentita dai tifosi, ed affrontata durante la puntata, è anche la questione relativa ai lavori di riqualificazione dello stadio Nicola Ceravolo, che ha ricevuto un finanziamento regionale di 9 milioni di euro. Insomma, tanta carne al fuoco per un'intervista carica di emozioni sportive per ogni appassionato di calcio del capoluogo di regione calabrese e anche per tutti i catanzaresi emigrati in ogni angolo d'Italia e del mondo. Presente in studio anche il giornalista sportivo de La Nuova Calabria, Antonio Argentieri Piuma.

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Per quanto concerne lo stadio, si diceva come vi sia stato un finanziamento regionale di 9 milioni di euro per i lavori di riqualificazione. Ed è residuo, inoltre, anche un milione di euro del Pnrr. Martedì inizieranno le indagini geologiche, e poi il vero step essenziale sarà a fine giugno, quando verrà presentato il progetto di fattibilità tecnica ed economica. Da lì partirà una fase un po' delicata, dal momento che vi sarà un accavallamento di questa con l'inizio della nuova stagione calcistica del campionato di serie B, previsto per il 22 Agosto. Nei tempi burocratici l'ipotesi è quella di iniziare i lavori della curva ovest tra settembre ed ottobre, verosimilmente più a ottobre. E la durata di questi lavori, che riguarderanno la curva Massimo Capraro, potrebbe interessare almeno l'intero girone di andata. Come società, visto il contatto costante che intercorre tra Us Catanzaro 1929, Comune e Questura, e vista la possibilità di spostare i tifosi di casa nella curva est o comunque nella tribuna, come verrà affrontata questa prospettiva?

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“Io ho detto a Paolo Morganti (il direttore generale dell'Us Catanzaro 1929 ndr), che sta tenendo un po' le riunioni, nel senso che partecipa alle riunioni rappresentando il Catanzaro – ha spiegato il presidente Floriano Noto -, che dobbiamo avere due principi fondamentali. Il primo è che dal punto di vista 'trasferte fuori', giocare fuori campo, non è il caso. Quindi campo neutro no perché non è possibile, in quanto avremmo tanti disagi per la squadra ma anche per il pubblico. Proprio il pubblico ci sostiene, è il dodicesimo uomo in campo, e deve giocare la partita come la giochiamo noi con i giocatori. Quindi questo è fondamentale. Purtroppo, per una serie di motivi ascrivibili a tempi tecnici e burocrazia, con i lavori si deve iniziare a campionato in corso. Allora noi abbiamo tirato fuori una delle possibilità, credo l'unica delle possibilità, perché ce ne potrebbero essere tante ma questa è quella che crea meno danno alla società e ai tifosi: cioè quella di spostare tutta la curva ovest in una prima fase alla curva est. E con tutto questo perderemmo circa un migliaio di posti, perché la curva ovest è composta da oltre 3mila posti mentre la curva est ne contiene 2200/2300. Però almeno manteniamo uno zoccolo duro abbastanza forte”.

“Abbiamo fatto una stima della media delle presenze dei tifosi delle squadre avversarie ospiti, e sono circa 150 – ha evidenziato il presidente dei giallorossi -. Per cui staccheremmo parte della tribuna est, quel tratto che è fuori campo e che spesso è vuota per i nostri tifosi, la staccheremo con una rete, come un po' a Bolzano tanto per intenderci, e chiederemo l'autorizzazione provvisoria alla federazione affinché ci autorizzi a massimo un 200/250 persone. E questo ci permette di non avere grandi costi, dal punto di vista anche infrastrutturale, temporanei. Mi spiego meglio: la curva nostra che passa all'est utilizzerebbe gli stessi tornelli con cui oggi si va ai distinti. Quindi non dovremmo modificare nulla perché il numero di tornelli va bene anche per la curva est. L'ingresso dei distinti lo faremmo dall'attuale ingresso della curva ovest perché si recinta il cantiere. Cioè, per la demolizione, la parte di cemento armato si demolisce in una settimana: si fa una recinzione che delimita il cantiere e si fa un percorso per cui si entra dai tornelli della curva ovest e si arriva fino ai distinti. Quindi avremmo le due entrate senza grandi costi, diciamo, infrastrutturali di tornelli. I tifosi ospiti entrerebbero sempre scortati dalla parte attuale. Se manteniamo i 200 posti, se la federazione ci autorizza a mantenere per un po' di partite i 200 posti, che ripeto è la media... Lasciamo perdere Bari che ha avuto un picco in più o quello che sarà l'Avellino: magari chiederemo di mettere l'Avellino verso la fine. Cioè le squadre che sono vicine, Palermo, Bari, Avellino e Juve Stabia, metterle un po' più lontane possibile, come periodo (novembre/dicembre). Le altre sono arrivate a massimo 150/160 persone. Quindi chiedendo 200 posti noi potremmo utilizzare il palmare ha rilevato Floriano Noto – per il controllo e l'accesso, e non avremmo neanche costi aggiuntivi. Questa per noi è l'unica soluzione. Le altre soluzioni creerebbero solo danni alla società in termini economici. Quindi noi porteremo avanti questa soluzione che è stata pesata, valutata e ponderata, e credo che sia la migliore poi anche per i tifosi e per la società. L'organizzazione dei cantieri si può benissimo fare perché si delimita tutto e si lavora anche durante il campionato. Insomma, nelle prime partite”.

Restando al campo delle infrastrutture, durante la puntata Floriano Noto ha fatto riferimento alla costruzione di un nuovo centro sportivo. Quando e dove? “Relativamente al quando spero il prima possibile – ha affermato il presidente delle Aquile -. Io ho avuto degli incontri anche al Credito Sportivo per avere dei finanziamenti a un tasso agevolato: è chiaro che servirebbero 20-30 ettari per fare un'operazione di questo genere. Abbiamo individuato delle aree nella prima cintura dei comuni limitrofi a Catanzaro: non dico esattamente la posizione, ma potete insomma bene intuire. Abbiamo individuato 2 o 3 aree che potrebbero essere disponibili e stiamo parlando con le amministrazioni, e si sta vedendo anche con i proprietari dei terreni per verificare i costi”. Si tratterebbe insomma di un'area comune in cui si ritroverebbero sia la prima squadra che la primavera: “Un'area comune dove il ragazzino incontra Pietro Iemmello tanto per dire insomma, il campione nostro. Magari si autocarica – ha immaginato Floriano Noto – perché vede gli allenamenti ma non solo. E' un po' come ce l'hanno tutte le squadre più o meno organizzate insomma, ecco. Non voglio dire il Real Madrid o il Barcellona che giocano con lo stesso sistema. Ma significa che anche l'allenatore della prima squadra, quando c'è l'allenamento della primavera piuttosto che dell'under 17, se lo può vedere perché magari è al campo a fianco. Quindi va e vede come si stanno allenando i ragazzini, se c'è qualche ragazzo di talento: diventa un unico centro. Questo è il mio sogno e mi auguro di poterlo realizzare. Vediamo”.

Sul piano più strettamente sportivo ci dovrà essere un confronto più franco, una vera e propria riunione, tra proprietà, dirigenti e l'allenatore Fabio Caserta, per definire quello che sarà il futuro calcistico dell'Us Catanzaro. Molti però, ad esempio, si domandano se ci sarà il riscatto di Rares Ilie, attualmente in prestito dal Nizza. Cosa dice Floriano Noto in proposito? “No, è difficile Ilie da riscattare – ha subito chiarito il massimo dirigente delle Aquile -. Lo sapevamo già all'inizio: è stato messo questo importo e onestamente non abbiamo la capacità finanziaria per riscattarlo a 2 milioni e mezzo insomma. Per essere sinceri e onesti insomma. Magari valuteremo se ce lo rimanderanno in prestito per l'anno prossimo, se c'è modo”.

Per chiudere: se, come disse l'anno scorso il presidente Floriano Noto, il secondo anno in B sarebbe stato più difficile del primo come sarà invece il terzo? L'obiettivo è sempre la salvezza? “E' più difficile del secondo – ha detto sorridente il presidente Noto -. Ripeto le parole che mi ha detto un presidente avveduto che da tanti anni è in B: mi ha detto che la B è un percorso di guerra. Sicuramente non vai a farti la passeggiata al mare o sulla spiaggia, è un percorso di guerra in cui devi stare attentissimo a tutto perché si rischia di saltare in aria con le mine. Quindi i passi giusti: raggiungere un primo traguardo, e dire sono salvo, significa che oggi lavori in un campo tranquillo in cui non ci sono più mine. E' già tanto, è già tanto”.

Come viene descritta invece la serie A? Un po' più tranquilla della serie B? “Purtroppo il calcio è questo. Anche in serie A noi non potremmo essere Inter, Milan o Juve – ha sottolineato Floriano Noto -. Noi potremmo essere il Lecce e si vive fino all'ultima giornata con pathos insomma, no? Però, ripeto, io credo che chiedere la A, non che uno non la sogni... Anzi, siamo noi i primi a sognarlo. E prima, quando pianifichiamo gli organici, pensiamo 'quest'anno ci divertiamo con questo calciatore o con quest'altro'. Però, dopo tanti anni di C, già assaporare stadi diversi... Io ricordo stadi orribili che non potrò mai dimenticare: una partita giocata a Matera, dove c'era un campo che era un campo di patate. O, quando giocammo col Messina, ricordo che feci una lite con il responsabile della Lega perché non volevo far scendere la squadra in campo. Era terra ma non solo: ho detto a loro che in un campo di equitazione forse si sarebbe giocato meglio. E malauguratamente, ho detto, se si infortuna un mio calciatore che costa x, tipo Iemmello o altri che c'erano, se si rompe una gamba sapete il danno che si crea a una squadra di calcio? E neanche a farlo apposta, combinazione quel giorno mi è dispiaciuto tanto, un ragazzo del Messina ebbe un grave infortunio. Si ruppe i legamenti, non so cosa è successo... Ha avuto un gravissimo infortunio e il ragazzo rimase fermo quasi un anno. Ecco, già dire che siamo usciti da quel pantano, da quell'andare a giocare in paesi sperduti in tutti questi anni... Oggi possiamo dire che i nostri tifosi del nord si possono godere la squadra, giochiamo su campi perfetti insomma. Voglio dire, stadi bellissimi. Per cui, è già un grande traguardo”.

 

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