di MARCO VALLONE
L'ultima puntata di “Catanzaro Capitale”, la trasmissione de La Nuova Calabria condotta da Gabriele Rubino, ha avuto come ospite il professore Pasquale Mastroroberto, ordinario di chirurgia cardiaca e direttore dell'U.O.C. di Cardiochirurgia dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “R.Dulbecco”-presidio “Mater Domini” di Catanzaro. Diversi i temi sul tavolo: a partire dal recente intervento occorso, nella struttura, al presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto, passando per le risposte alle considerazioni sulla cardiochirurgia del policlinico universitario mosse, nella puntata scorsa, dall'ex presidente del consiglio regionale Domenico Tallini, fino ad arrivare ad alcune dichiarazioni su Unical e Umg, ed una presunta “sindrome tafazziana” di cui soffrirebbe il capoluogo di regione calabrese.
Ma facciamo un passo alla volta. E' noto come, nella coadiuvazione dell'intervento cardiochirurgico subito dal presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto, l'equipe di cardiochirurgia abbia ritenuto di doversi avvalere anche dell'apporto esterno del dottore Daniele Maselli. Una domanda arrivata in studio da uno spettatore ipotizzava quindi che fosse possibile, per un cittadino qualunque, portare nella struttura ospedaliera il chirurgo che avesse voluto. “E' una stronzata questa – ha affermato, senza girarci tanto intorno, il professore Mastroroberto -. Ve lo dico proprio in diretta: un cittadino qualunque non può portare il chirurgo che vuole. E' molto semplice. E Occhiuto non si è portato il chirurgo che voleva”. Il professore Mastroroberto, difatti, durante la puntata ha rilevato come sia stata una sua precisa scelta quella di avvalersi della professionalità di Daniele Maselli nella coadiuvazione di questo intervento specifico. E ha anche voluto precisare come scelte della stessa portata sarebbero state fatte, in situazioni di simile portata, anche in relazione a cittadini comuni. Roberto Occhiuto piuttosto, nella ricostruzione del prof Mastroroberto, avrebbe scelto “la struttura. Poi potete credermi e potete non credermi, ma questo è un problema di chi non vuole credere. Non è un problema mio. Non iniziamo a raccontare la storia per cui ognuno si può portare chi vuole, perché quello è un servizio pubblico: noi facciamo un servizio pubblico, e ci sono delle persone iper esperte che fanno questo servizio. Quindi il cittadino comune, se ha delle caratteristiche, può avere lo stesso tipo di intervento. Se ha delle caratteristiche che i medici, gli esperti, giudicano tali”.
“Quindi, se si continua a dire che ognuno può portarsi il chirurgo che vuole – ha sbottato seccamente il prof Pasquale Mastroberto -, è solamente una sterile polemica di tipo politico. In cui io e tutte le persone che lavorano con noi, per noi e per questa Regione, non vogliamo proprio entrare. Quindi ognuno può pensare come vuole. Pensate quello che volete! Va bene? Pensate che noi siamo una schifezza, pensate che quello si è preso il cardiochirurgo che voleva... Pensate quello che volete. Però, se voleva scegliere il cardiochirurgo, si sarebbe andato ad operare dove questo cardiochirurgo opera. Ma perché è venuto da noi? Solo per far vedere che lui si operava in Calabria perché sennò faceva una brutta figura? Ma per favore! Di fronte alla salute, abbiate pazienza, uno pensa alla propria salute innanzitutto. Non pensa ad altro. Almeno io ragionerei così. E scusate, ma se mi avete invitato dobbiamo dirle in maniera chiara le cose”! Le allusioni dei commentatori però non sono finite qui, e il prof. Mastroroberto non si è tirato indietro nel replicare con schiettezza. Qualcuno si è domandato: “Sinergia in camera operatoria per le persone importanti: ho capito bene?” “No, ha capito male - ha risposto in modo diretto il professore Mastroberto - ! La sinergia in camera operatoria c'è per tutti. I pazienti sono tutti uguali. E' testimone non solo Occhiuto, ma anche il suo entourage, del fatto che io la prima cosa che ho detto è che lui sarebbe stato trattato come un paziente normale. L'unico trattamento di favore avuto è stato che ci doveva essere un minimo di riservatezza perché sennò tutti quanti andavano a mettere gli occhi e a vedere cosa stava succedendo”.
Cambiando tema, nel corso della trasmissione Pasquale Mastroroberto ha evidenziato come i numeri siano dalla parte dell'U.O.C. di Cardiochirurgia. Vi è stato però chi, nel corso degli ultimi tempi, ha accusato Cardiochirurgia di essere poco attiva: “Devo dire la verità: ci hanno proprio stufato su questa storia – ha affermato un sempre schietto Pasquale Mastroroberto -. Veramente è una storia che va avanti da tempo. Dico due cose in premessa: questa città, in cui lavoro dalla fine degli anni '80, ha quasi una sindrome tafazziana. Ricordate Tafazzi cosa faceva a 'Mai dire goal' ? C'è questa forma di autolesionismo, che è particolarissima. Io come carriera sono un anziano professore universitario, ma succede anche con l'università. Su questa benedetta cardiochirurgia, invito tutti quelli che hanno dei dubbi a mettersi in fila: venite un giorno, e vedete a che cosa si lavora. Volete i numeri? Va bene. Da quando la dirigo, siamo partiti da 200 casi l'anno, e siamo arrivati negli ultimi 3 anni a quasi 500 casi. Per la precisione 474 nel 2022, 476 nel 2023 e 478 nel 2024”.
“Oltretutto ho sentito dire in questa trasmissione che questa cardiochirurgia non esiste – ha affermato Pasquale Mastroroberto, riferendosi a una considerazione fatta dall'ex presidente del consiglio regionale Domenico Tallini nella puntata di settimana scorsa -, quindi voglio dire un'altra cosa. A me hanno insegnato che quando vado a dire delle cose su persone, o su fatti, o su strutture che non conosco, devo andare documentato. Non posso dire 'non esiste'. Allora 1: l'azienda Dulbecco ha appena pubblicato con una delibera il PIAO (Piano Integrato di Attività e Organizzazione della Pubblica Amministrazione, ndr) che, per legge, dal 2021 devono fare tutte le pubbliche amministrazioni. Se volete documentarvi su quanti interventi si fanno io vi posso anche dire che la cardiochirurgia, a parte gli interventi che ho già detto, ha dato a questa azienda 'Dulbecco', pubblica, ricavi (da DRG ordinari) nel 2022 per 8 milioni 197mila 355 euro. Nel 2023 8 milioni 306mila 178 euro. Nel 2024 8 milioni 610mila 530euro. Se viene visto il PIAO, pur capendo che i DRG della cardiochirurgia sono abbastanza pesanti, si vede che valgono di più e quindi c'è un maggior rimborso dal punto di vista aziendale. Queste cifre, senza fare classifiche, sono cifre che, se guardate nell'azienda, sono le più alte dell'azienda Dulbecco. Quindi intendo presidio Mater Domini e presidio Pugliese: sono le più alte dell'area chirurgica. E' vero che la cardiochirurgia pesa di più, e quindi anche facendo meno interventi dell'urologia dal punto di vista dei ricavi si ottiene di più. Però già questo dovrebbe far sì che le persone – è la stilettata di Mastroroberto diretta a Tallini -, quando parlano, devono essere documentate. Poi, lo diciamo sempre, i nostri interventi sono certificati da Agenas”.
“Devo dire – ha tenuto a precisare Pasquale Mastroroberto - che è mortificante, per un rappresentante come me che rappresento più di 50 persone che ruotano attorno alla cardiochirurgia, alcune molto giovani, sentir dire che non si fanno le emergenze. Ma voi lo sapete che l'80% dei pazienti che arrivano da noi non arrivano con la borsetta o col trolley da casa, ma arrivano in barella? Sapete che il 25% sono emergenze chirurgiche? Perché è stato detto anche, ho sentito bene la volta scorsa? Ho sentito dire 'se io mi sento male, dove si va a Catanzaro? Si può andare o a Reggio o a Cosenza quando la faranno'. E' una cosa gravissima quella che viene detta. Per il popolo, per i cittadini! Ma lo sapete che noi facciamo una media di 2 interventi elettivi al giorno e che sabato e domenica scorsa la nostra cardiochirurgia, con i nostri reperibili, hanno fatto delle vere emergenze. Non delle urgenze, delle emergenze! E' gravissimo dare dei messaggi sbagliati, e se qualcuno non crede i numeri se li va a guardare sul piano aziendale e su Agenas. Se non crede, chiunque non creda, politico o apolitico, ci contatta e gli facciamo vedere le nostre strutture. Gli facciamo vedere – ha detto con ironia rabbiosa ed appassionata il prof Mastroroberto - come noi non lavoriamo! Abbiate pazienza, però... Si dice in Campania 'quando ce vo, ce vo' “.
Si è poi tornati sul tema dell'intervento cardiochirurgico occorso a Roberto Occhiuto. Una domanda arrivata in studio ha posto il seguente quesito: "Quanti altri interventi Daniele Maselli ha eseguito nel policlinico nel 2024"? "Nessuno - ha replicato Pasquale Mastroroberto -. Solo quello. Perché, deve venire ogni volta là dentro? Non ho capito... E' venuto quella volta, basta. O lo facciamo venire ogni volta? La cosa bella è che ognuno la può pensare come meglio crede, va bene? Io quello che dovevo dire l'ho detto, poi dopo si può dire qualsiasi altra cosa. Ne ha fatto uno solo, poi se...se... Sceglietevi quello che volete. Che devo dire? Se non vi piacciamo noi, andate da un'altra parte se vi viene qualche cosa".
Il professore Pasquale Mastroroberto ha parlato anche di una “sindrome tafazziana” di cui la città di Catanzaro soffrirebbe. Ma in che senso, effettivamente, lo intende? “La sindrome tafazziana – ha detto – è legata al fatto che, con tutti i limiti, noi abbiamo un'università qui. Abbiamo una grande azienda ospedaliero-universitaria, e qua dobbiamo ringraziare Occhiuto. Una delle più grandi. Certo non paragonabile all'Umberto I, ma è veramente grande. Allora perché non fare in modo che tutto vada bene invece di stare sempre a criticare, criticare... L'università ha dei limiti: ma perché, non riesco mai a capire, i consiglieri comunali criticano l'università, il rettore? Possiamo tutti quanti commettere degli errori, però bisognerebbe tenerla in considerazione. Perché qua non si riesce, mi dispiace dirlo. Vi siete mai chiesti come mai a Cosenza, dove tutti dicono che l'Unical sia un'università eccezionale e fantastica... E' vero! Ma perché qui non si può fare la stessa cosa? E' solo unicamente colpa dell'università? O dell'azienda ospedaliera Dulbecco? Questo è il discorso. Riferendoci alla sindrome tafazziana: non facciamoci del male da soli! Questo è il succo. Veniamoci incontro: se l'università ha dei limiti, aiutiamola. Aiutiamola questa benedetta università, perché, come ha detto il governatore Occhiuto, l'università è dei calabresi. Non è nemmeno soltanto di Catanzaro. E' dei calabresi. Soprattutto un'università che ha avviato il corso di studi di medicina. Non ce lo dimentichiamo. Ha acquisito un'esperienza – ha rivendicato Pasquale Mastroroberto – nel corso di studi di medicina. Quindi io vedo che c'è molto impegno da parte dei colleghi, però se alcuni politici del passato o del presente dicono che là non si fa niente, che la cardiochirurgia non ci sta, come pensate che abbiano preso certe dichiarazioni i ragazzi”?
“Oggi parlavo con un dirigente medico calabrese – ha raccontato il direttore dell'U.O.C. di cardiochirurgia -. Sono tutti calabresi nella terapia intensiva cardiochirurgica. Questo anestesista e rianimatore è rimasto sconcertato: c'era la terapia intensiva piena con 7 pazienti su 6 posti letto, e qualcuno dice che non esistiamo. Proprio i politici, ex politici o quello che sono. E questo veramente mi indigna, mi dispiace dirlo. Poi possono pure dire che io sono un cretino, che è venuto quello, è venuto quell'altro ecc... Ognuno si può fare l'opinione che vuole, ma questo mi indigna. Perché non posso vedere dei ragazzi giovani, che si sono laureati con me e hanno fatto gli studi lì dentro, che si impegnano quotidianamente e che si sentono dire da gente che dovrebbe essere ben informata... Altro che sindrome tafazziana, questo è proprio un suicidio collettivo se vogliamo – ha rimarcato Mastroroberto, senza andarci tanto per il sottile -. Quindi questo per dire che, io faccio anche le battute, però dobbiamo anche seri in questo, dobbiamo essere decisi. Poi lasciamo perdere: Cosenza è meglio di noi? Non c'è problema. E' eccezionale, perfetto. Va bene. Però difendiamo anche quello che abbiamo, perché alle soglie della pensione, quando uno se ne va... Non è che io voglio la medaglia per quello che faccio: lo faccio per passione, sia ben chiaro. Il mio stipendio è uguale. La parte assistenziale per un docente universitario è minima, per uno che dirige una struttura complessa. Sono 1500 euro, 1000 euro in più. Quindi immaginate io che faccio didattica, ricerca, dirigo una scuola di specializzazione... Mi piglio le denunce e anche le cose false che vengono dette per 1500 euro al mese di assistenza? Sono pazzo. Questa è l'università. Scusate l'enfasi, però... Mamma mia...”
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