Catanzaro celebra la maratona oratoria contro l’emergenza dei suicidi in carcere

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  30 maggio 2024 21:31

di ALESSIA DE SANTO

È iniziata ieri in Piazza Matteotti, la maratona oratoria per cercare di fermare i suicidi in carcere ideata dalla giunta Ucpidal in collaborazione e perseveranza del presidente della Camera penale Francesco Iacopino, il primo ad intervenire sulla questione. Molti gli ospiti che sono intervenuti come ad esempio monsignor arcivescovo Claudio Maniago, passando per don Giorgio che da venticinque anni assiste i detenuti a Siano e dalla mamma di Giuseppe, 23 anni, suicida in carcere, ma ancora: Nicola Cantàfora che ha aperto: il presidente dell’ordine degli Avvocati  Vincenzo Agosto, Giuseppe Carvelli, Padre Piero  Puglisi , Luigi Rotundo, Alessandro, Agostino  Leo Pallone, Franco Cimino, Mario Oliverio, Adriana Toman, Giudici Teresa Chiodo, Antonio Rizzuti e Gabriella Reillo

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I giovani avvocati che compongono i 22 osservatori territoriali della camera penale. Ha chiuso la maratona, dopo 10 ore e oltre 100 interventi, Valerio Murgano, componente di Giunta UCPI.

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Questo evento dimostra come sia sottile la distinzione tra il modo in cui vengono trattati i detenuti, si perché oltre alla condanna effettiva va considerato il trattamento effettivo nelle carceri, che spesso sono la principale causa di suicidio. I giovani avvocati che compongono i 22 osservatori territoriali della camera penale

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Ha chiuso la maratona, dopo 10 ore e oltre 100 interventi, Valerio Murgano, componente di Giunta UCPI.

Questo evento dimostra come sia sottile la distinzione tra il modo in cui vengono trattati i detenuti, si perché oltre alla condanna effettiva va considerato il trattamento effettivo nelle carceri, che spesso sono la principale causa di suicidio.

Se alla fine saranno 129 le piazze d’Italia che interverranno e vedranno svolgersi le maratone oratorie su Emergenza carceri, potremo dire che è stata proprio Catanzaro a fare il primo passo. Passo più che necessario considerando che oltre al numero in termini assoluti, un importante indicatore dell’ampiezza del fenomeno è il cosiddetto tasso di suicidi, ossia la relazione tra il numero dei decessi e la media delle persone detenute nel corso dell’anno. Nel 2023 con 70 suicidi tale tasso è pari a 12 casi ogni 10.000 persone, registrando – dopo il 2022 – il valore più alto dell’ultimo ventennio. Benché si debba attendere la ?ne dell’anno per scoprire il tasso del 2024, considerato il numero di suicidi già avvenuti, il valore sembrerebbe destinato a crescere rispetto a quello del 2023.

Disaggregando per genere il tasso di suicidi del 2023, vediamo come il tasso relativo alle donne (con 4 suicidi per una popolazione detenuta media di 2.493 persone) sia sensibilmente superiore a quello relativo agli uomini. Il primo si attesta a 16 casi ogni 10.000 persone, il secondo a 11,8.  Oltre al numero in termini assoluti, un importante indicatore dell’ampiezza del fenomeno è il cosiddetto tasso di suicidi, ossia la relazione tra il numero dei decessi e la media delle persone detenute nel corso dell’anno. Nel 2023 con 70 suicidi tale tasso è pari a 12 casi ogni 10.000 persone, registrando – dopo il 2022 – il valore più alto dell’ultimo ventennio. Benché si debba attendere la fine dell’anno per scoprire il tasso del 2024, considerato il numero di suicidi già avvenuti, il valore sembrerebbe destinato a crescere rispetto a quello del 2023.

Disaggregando invece il tasso per nazionalità, vediamo come l’incidenza dei suicidi sia maggiore tra le persone di origine straniera (28 suicidi per una popolazione detenuta media di 18.185), con un tasso pari a 15 casi ogni 10.000 persone, rispetto a un tasso pari 10,5 tra gli italiani. sia maggiore tra le persone di origine straniera (28 suicidi per una popolazione detenuta media di 18.185), con un tasso pari a 15 casi ogni 10.000 persone, rispetto a un tasso pari 10,5 tra gli italiani.

Bisogna fare qualcosa e forse, grazie all’avvocato Iacopino e tutti i sostenitori partecipi ieri mattina, si potrà dare voce a chi non ne ha mai avuta.

 

 

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