di FABIO CELIA*
Un grosso plauso va di sicuro a Enrico Consolante, ormai ex consigliere comunale ma pare ancora attivo nel ruolo di dispensatore di giudizi e riconoscimenti.
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Un già amministratore della città che, ridestato all'improvviso dal torpore degli ultimi mesi in cui non lo abbiamo più letto sulla stampa, si riscopre pasdaran di Sergio Abramo. E dei collaboratori dello stesso sindaco emerito. Atteggiamento che da un certo punto di vista ci sta anche. Non fosse altro perché, malgrado un piccolo allontanamento da Abramo sul finire della scorsa consiliatura, all'amico Sergio, quantomeno sul piano politico, deve molto. Senza contare che faceva parte del suo gruppo, una cerchia di fedelissimi abramiani di provata fede. Ma i pur ammirevoli sentimenti di affetto e gratitudine non dovrebbero distorcere la narrazione dei fatti. Che parlano del desolante scenario lasciato da un sindaco, tanto caro al nostro Consolante.
Un'eredità pesante e costituita da macerie, assai più che da opere e progetti scintillanti. E sì, considerato come a un Abramo oggettivamente in grande spolvero tra la fine del secolo scorso e l'inizio del nuovo Millennio abbia fatto da contraltare quello degli ultimi sette-otto anni almeno. Vale a dire il periodo delle beghe interne con i maggiori azionisti dello schieramento di centrodestra a suo supporto, i cui disgreganti effetti sono stati limitati solo grazie al collante del potere.
Esempio lampante, la vittoria per alcuni versi miracolosa alle Comunali del 2017 che ebbe come logica conseguenza il rinvio della resa dei conti in una coalizione e in un'Amministrazione spacciate da Consolante come quelle dei grandi obiettivi centrati. Peccato che, se anche fosse vero quanto dice il mio ex collega a Palazzo De Nobili, dovrebbe comunque spiegare ai catanzaresi i 20 anni d'attesa per poter fruire di un moderno porto-canale, già finanziato da tempo immemore dalla Regione. Oltretutto allora presieduta da Mario Oliverio, esponente del mio Pd e quindi del centrosinistra. E parliamo di un'infrastruttura, in grado davvero di cambiare il volto del capoluogo, che Abramo ha sì fatto vedere alla città. Ma solo in… cartolina. Anzi, a essere precisi, nel plastico che ciclicamente tirava fuori, dopo una necessaria 'lucidatina', con annesso convegno di presentazione.
Oppure, sempre Consolante, ci illustri i motivi delle condizioni miserevoli in cui la precedente Giunta ha lasciato proprio il porto e tanti altri luoghi simbolo del capoluogo. Ma, siccome siamo effettivamente entrati nel periodo delle feste di Natale, concordiamo con Consolante sul dover essere tutti più buoni. E gli risparmiamo quindi il peso di farsi carico di una serie di imbarazzanti quesiti.
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