di FRANCESCO IULIANO
In centinaia, questa mattina, si sono ritrovati in piazza Prefettura per lo sciopero proclamato da Cgil e Uil.
Dietro lo slogan ‘Adesso basta’, i sindacati hanno protestato per chiedere "salari e pensioni adeguate, sicurezza nei luoghi di lavoro, attenzione al lavoro ed alle fasce sociali più in difficoltà, futuro per i giovani”. Una giornata, quella che coinvolge Catanzaro, Bari, Cosenza, Napoli, Potenza, Reggio Calabria, che conclude il ciclo di scioperi proclamati dalle due sigle sindacali.
Sul palco le segreterie cittadine provinciali e regionali dei due sindacati.
“Siamo in piazza - ha detto il segretario regionale Uil Calabria, Santo Biondo - per dire no ad una legge di bilancio che riteniamo sbagliata, che penalizza lavoratori e pensionati, che sacrifica enormemente il Mezzogiorno ma anche per dire che il progetto di paese di questo governo, non decolla. E’ un progetto che non dà attenzione a quelle che sono le fasce più deboli della popolazione. Per tutto questo siamo preoccupati ed oggi dalle piazze del sud vogliamo dire no al disegno Calderoli sul regionalismo differenziato. Da questo governo abbiamo ricevuto solo meno sanità, meno trasporti pubblici, meno autosufficienza, meno politiche sociali, meno diritto allo studio”.
Una manovra - hanno specificato - che non prende in alcuna considerazione il rinnovo dei contratti collettivi del settore privato e dei vari comparti produttivi, da tempo scaduti e con gravi conseguenze disincentivanti rispetto al ruolo e funzioni della contrattazione di secondo livello, quindi alcun rimedio per fronteggiare l’inflazione crescente che ha ridotto la capacità d’acquisto dei salari e allo stesso tempo nessun intervento per l’adeguamento perequativo sulle pensioni.
Una manovra che non guarda al futuro del Paese e che nella nostra regione, rispetto alla carenza di fondi per le istituzioni locali, contribuisce ad un ulteriore indebolimento dei servizi pubblici locali, non garantendo fondamentali diritti di cittadinanza e infrastrutture materiali e immateriali che in definitiva non rendono la Calabria attrattiva rispetto anche ad investimenti produttivi privati, al netto dell’assenza del sostegno pubblico in favore di sviluppo e politiche industriali.
“Oggi, qui - ha commentato il segretario regionale Cgil Calabria, Angelo Sposato - quella che sentiamo è la voce del sud che chiede a questo governo nazionale politiche diverse. Un sud che si sente abbandonato, che ha bisogno di investimenti, che ha bisogno di sviluppo, che ha bisogno di lavoro. Vogliamo dare un messaggio di fiducia e di speranza e rivendicare scelte sbagliate su temi economici finanziari per dare risposte ai giovani calabresi ed invogliarli a non abbandonare questa terra”.
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