Catanzaro, ci lascia Davide "Dadà" Rotella nel silenzio della 'sua' Pietragrande

di ANNA TRAPASSO

Amava il mare, la sua "Calabria jonica",  la natura, percorrere chilometri in bicicletta. Amava Pietragrande, dove aveva scelto di vivere, nella villa di famiglia, circondato da quadri e bozzetti dello zio, il celebre artista Mimmo Rotella, fratello di suo padre, Aldo Rotella, architetto le cui orme aveva seguito il fratello Fabio, archistar milanese. Amava il mondo, i viaggi, ma anche la "sua" Montauro, le albe sul lungomare, che fotografava puntualmente. 

Amava collezionare occhiali da sole con grandi lenti colorate: gialli, arancio, occhiali che indossava e da cui non si separava mai, e che da sempre lo caratterizzavano come un "personaggio". Gli amici lo chiamavano "Dadà" ma anche "Dada": questo non era solo l'abbreviativo del suo nome. Davide Rotella era un vero Dadaista, nello stile, nello spirito, nel modo di vivere. 

Aveva smesso di frequentare il centro di Catanzaro, la sua città d'origine, da più di un decennio ormai: amava il suo mare, i colori, i profumi, le granite alla frutta del celebre bar di fronte la sua villa di Pietragrande.  

Amava ascoltare la musica, sempre nelle sue cuffie Bose, era un personaggio estroso, stravagante, ammirevole per alcuni, per altri no. Da anni si era ritirato a vita privata: se nei primi anni 2000 lo si avvistava nei cocktail bar del centro storico di Catanzaro, nell'ultimo decennio orma non lo si vedeva più.  

Questo era Davide "Dada" Rotella. Trovato senza vita nella sua villa Pietragrande. Ma noi vogliamo ricordarlo vivo, colorato, stravagante, personaggio controverso prima ancora che il grande "Barnum" del web esistesse, pieno zeppo di personaggi senz'anima. Ciao Dadà. 

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