“Catanzaro città perduta”, Marcello Furriolo racconta il grande amore per la sua città

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Filippo Veltri, Marcello Furriolo e Valerio Donato
  06 giugno 2022 22:46

di FRANCESCO IULIANO

“Catanzaro città perduta. Un titolo che avrei immaginato anche con un punto interrogativo per lasciare le conclusioni ai lettori. Poi, però, ho pensato di considerarlo un “participio” e non un “aggettivo qualificativo dispregiativo”. Questo per non voler apparire che me ne volessi lavare le mani, rispetto invece ad una responsabilità che sento di potermi assumere. Catanzaro perduta e la città che ho perso, che è andata via svanendo, lasciando in me un forte rammarico”.

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C’è commozione ma anche tanta soddisfazione nelle parole di Marcello Furriolo, nel presentare il suo ultimo lavoro letterario dal titolo, “Catanzaro città perduta” edito da Città del Sole, con la prefazione del giornalista Filippo Veltri e le foto di Gioacchino Concolino .

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Un incontro, quello allestito nella sala Concerti di Palazzo de Nobili, al quale hanno partecipato, moderati dalla giornalista Maria Rita Galati, Filippo Veltri e tre dei sei candidati a sindaco della città. Erano presenti Valerio Donato, Nicola Fiorita e Nino Campo. 

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Tanti anche gli amici di Marcello Furriolo, che non sono voluti mancare. C’era Franco Cimino, Mario Tassone, Armando Vitale.   

“Un momento di riflessione - ha aggiunto Furriolo - su una città che rimane un grande amore, un grande sogno. Una città in cui ho consumato il mio impegno pubblico.  In questo libro ho pensato di mettere insieme tutte quelle riflessioni, quelle valutazioni che ho fatto su questa città. Valutazioni e riflessioni che, a distanza di tanti anni, ritrovo nell’attualità di questa campagna elettorale. Nello specifico, tanti temi e tanti argomenti che venivano trattati nelle precedenti campagne elettorali, ritornano con un'attualità drammatica”.

“Catanzaro città perduta?”, invece, è stato l’interrogativo proposto ai tre candidati a sindaco.

Se per Nino Campo, Catanzaro è stata una città che negli anni si è “autobormbardata sino ad arrivare a perdere la sua identità”, per Nicola Fiorita, Catanzaro può essere una città ritrovata. “Un’idea, questa - ha commentato -  che potrebbe essere il titolo del libro che vorrei presentare - come sindaco - fra 3 o 4 anni”.

Interessante la presentazione del libro offerta da Filippo Veltri, curatore della prefazione. “Quando Marcello (Furriolo, ndr) mi ha chiesto di scrivergli la prefazione del libro - ha detto - la campagna elettorale a Catanzaro non era ancora entrata nel vivo. A distanza di qualche mese, gli organi di stampa locali me ne hanno chiesto una copia in quanto, gli argomenti trattati, erano di stretta attualità con quanto stava succedendo. In sintesi nelle mie parole c’è la descrizione della parabola discendente di una classe politica. A questo proposito - ha aggiunto - voglio ricordare alcune considerazioni di vecchi amici. Annamaria Longo diceva che “a Catanzaro si arriva piangendo e si va via piangendo”. Da qui l’esigenza, per chi verrà a governarla, di lavorare sui caratteri più belli di questa città. Una città elegante che ha bisogno di una progettualità politica, culturale, istituzionale. Mio fratello, che da Cosenza viene spesso a trovarmi, mi dice spesso:”pensa cosa sarebbe Cosenza se fosse abitata da catanzaresi” “.

A seguire il contributo di Valerio Donato che, partendo dal titolo del libro, ha commentato dicendo: ”c’è da chiedersi se Catanzaro, oltre ad essere perduta, sia anche recuperabile. Questo implica un’analisi impietosa. Addossare la responsabilità ai politici, sarebbe facile. Per risolvere il problema basterebbe sostituirli. Negli anni lo abbiamo fatto ma, a quanto pare, è servito a ben poco. In queste settimane, andando in giro per i quartieri, ho scoperto una città piena di vivacità culturale ed ideologica. Giovani capaci che rimangono relegati ai margini dei loro quartieri. Da candidato a sindaco penso che il compito più difficile per la politica sia convincere i cittadini a partecipare alla comunità politica, sociale, culturale ed economica della città. Se la città si perde, sarà una perdita collettiva”. 

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