L’Istituto “De Nobili”, indirizzo artistico, ha partecipato al concorso nazionale “Uno, dieci, cento…ninne nanne, filastrocche, fiabe e giochi per dire NO alla mafia!”, indetto dall’associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli Onlus di Milano, portando a casa il primo e il terzo posto nella categoria della scuola secondaria di secondo grado.
Il terzo posto è stato aggiudicato all’alunno Emanuel Corea della classe 4 B che ha partecipato con un brano rap mentre il primo posto è stato vinto dalla classe 5 B con il lavoro “1-10-100 passi per la vita : gioco da tavolo”, entrambi coordinati dalle docenti Giordana Marasci e Elena Maida. Grande soddisfazione è stata espressa dal dirigente, Angelo Gagliardi “E’ un ottimo risultato quello raggiunto, che rende onore ai ragazzi partecipanti, alle docenti per l’impegno profuso e a tutto il personale, compresi i collaboratori scolastici, nonché il tecnico di laboratorio che hanno formato una squadra coesa per reperire idee valide ed ultimare il progetto”.
In un momento così difficile come quello attuale legato alla pandemia da Covid-19, che costringe le nuove generazioni ad un isolamento forzato, a frequentare le lezioni dietro un pc rinunciando all’ingrediente umano che solo la scuola può dare, la socialità, non ha scoraggiato i giovani artisti a cimentarsi in un’altra esperienza, l’ennesima, affrontata ancora una volta con successo. L’idea di realizzare la canzone rap e il gioco da tavolo è nata all’insegna dell’entusiasmo; in una terra come la Calabria, afflitta da gravi problemi, ancora più evidenti in questo periodo, in una terra dove ancora la ‘ndrangheta non è stata del tutto sconfitta e dove uomini come il procuratore Nicola Gratteri lavorano eroicamente per affermare valori di legalità, la realizzazione del gioco da tavolo ha portato gli alunni coinvolti a conoscere eroi morti per mano della mafia.
E’ stato scelto il format del gioco da tavolo perché rappresenta un momento ludico ma anche di aggregazione, da utilizzare sempre e ovunque, che invita a riflettere sull’importanza di valori come la solidarietà e la collaborazione che nel gioco di squadra emergono. Il gioco reca l’immagine dell’albero della vita in cui ogni elemento è metafora di un aspetto della vita umana: le radici sono ben salde a simboleggiare la legalità, la rettitudine, l’onestà, il tronco è solido per sostenere i rami, la foglie rigogliose, i frutti abbondanti. Il richiamo è univoco: l’albero piantato in via D’Amelio a Palermo, nel punto in cui persero la vita il giudice Borsellino e gli uomini della sua scorta. Non è un caso che la commissione del concorso sia stata presieduta da Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo e da Angela Manca, madre del dott. Attilio Manca, il medico italiano vittima di mafia a soli 34 anni, la cui unica colpa fu quella di aver operato in Francia il boss Bernardo Provenzano. Circa 700 i lavori partecipanti al concorso, ma la passione e l’impegno dei giovani artisti catanzaresi hanno indubbiamente permesso loro di raggiungere traguardi di eccellenza.
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