di FRANCESCO IULIANO
Con la consegna dei diplomi, si è concluso il corso di formazione per Assistenti Familiari, realizzato nell’ambito del progetto "Familiar-mente, il valore della cura".
L’attività, promossa da AISLA e finanziato dalla Regione Calabria - è stato detto - , rappresenta un modello virtuoso di Partecipazione Pubblico-Privata (P.P.P.), attuato secondo i principi dell’articolo 55 del Codice del Terzo Settore. Un’ iniziativa che incarna la collaborazione tra istituzioni e Terzo Settore per rispondere, in modo efficace, ai bisogni delle persone con SLA e di coloro che vivono condizioni di non autosufficienza, garantendo loro un’assistenza qualificata e umanamente attenta.
Ieri mattina, nella sala Blu della Cittadella regionale, la cerimonia di consegna degli attestati.
Moderati dal funzionario della Regione Calabria, Mario Gatto, hanno partecipato l’assessore regionale alle Politiche sociali, Caterina Capponi, la dirigente Uao del dipartimento Salute e Welfare della Regione, Calabria Saveria Cristiano e la presidente di AISLA Reggio Calabria Francesca Genovese.
“Questo - ha spiegato Caterina Capponi - è un progetto rivolto a pazienti che hanno una malattia neurodegenerativa che va a colpire quelle che sono le cellule nervose e che vanno, quindi, a compromettere tutta quella parte dei movimenti volontari. L’impatto con questa patologia è terribile sia per la persona a cui viene diagnosticata ma anche per la famiglia. Ecco, allora, la funzione fondamentale dell'assistente familiare. Una figura di supporto che convive assieme al paziente”.
Venti, in totale, i frequentatori del corso che da domani saranno impegnati nell’assistenza domiciliare. Oltre 200, in regione, i soggetti ai quali è stata diagnosticata la malattia. Un numero per il quale, gli assistenti familiari qualificati, non è affatto sufficiente.
“Un progetto importantissimo - ha commentato Francesca Genovese - in quanto fornisce un elemento in più per quello che riguarda l’assistenza domiciliare. Formare assistenti familiari è per noi un tassello fondamentale perchè, la persona che assiste h24 i nostri pazienti, è un aiuto concreto per le famiglie. Personale qualificato e di qualità che le possa aiutare nella gestione delle problematiche del quotidiano”.
Soddisfazione anche per la dirigente Saveria Cristiano che, nel suo contributo, ha evidenziato come il progetto ha avuto come obiettivo quello di garantire la cura e soddisfare tutti i fabbisogni della persona. “Tra le parole contenute nella presentazione del progetto - ha commentato -, mi sono soffermata su tre in particolare: partecipazione attiva (tra istituzioni e privato), condivisione delle competenze e corresponsabilità”.
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