Nuovo appuntamento con il corso di perfezionamento in medicina dell’adolescenza, organizzato dalla ACSA&STE guidata da Giuseppe Raiola. Si è parlato della capacità di ascolto come strumento di cura
04 ottobre 2022 11:38Un’altra due giorni molto intensa e partecipata del corso di perfezionamento in Medicina dell’adolescenza che quest’anno taglia il traguardo della terza edizione.
Il corso – che si tiene nella Casa delle Culture della Provincia di Catanzaro – è suddiviso in moduli distribuiti da luglio a dicembre 2022 con esperti di assoluto rilievo nelle varie specialità mediche, rappresenta un momento di confronto importante, voluto con grande determinazione dottor Giuseppe Raiola, direttore SOC Pediatria dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, e presidente dell’associazione ACSA&STE che organizza l’evento formativo.
L’appuntamento di venerdì 30 settembre e sabato 1 ottobre ha visto al centro del confronto temi come l’ematologia pediatrica e l’oncologia pediatrica, ma anche la medicina di transizione nel piano nazionale delle cronicità. Ed in particolare è stata, ancora una volta, la relazione del dottor Raiola a richiamare l’attenzione e coinvolgere la platea con i suoi “disordinati appunti di vita”. Un racconto per immagini e ricordi che restituisce uno spaccato di vita e di impegno professionale nell’essenza dell’amorevole missione nei confronti dei più piccoli che l’hanno portato anche, nel febbraio 2022, a diventare presidente del Comitato Unicef Calabria. La relazione sul tema “What happens” (Cosa succede). è stata introdotta da un breve filmato che contiene immagini di oltre 40 anni, in cui vengono sintetizzati eventi del percorso professionale e umano di Raiola: dal massacro nel quartiere di Sabra e del campo profughi di Shatilia, in Libano nel 1982, alla guerra in Afghanistan, fino alla guerra nel Golfo, gli sbarchi dei migranti, la missione a Lampedusa, fino all’accoglienza dei piccoli profughi ucraini. Tanti i sogni realizzati grazie ai progetti messi in piedi da Raiola e dall’associazione Acsa&Ste, che non sono altro che la conferma dell’umanità come metodo nell’esercizio della medicina soprattutto quella destinata all’infanzia e all’adolescenza, e della capacità di ascolto come strumento di cura.
“Dovremmo fare in modo che il nostro sdegno non si esaurisca – ha detto Raiola –, dovremmo fare in modo che finalmente venga aperta una porticina a tutti questi piccoli figli, anche se con un colore della pelle ed un Dio differente, bimbi che quotidianamente bussano alle nostre coscienze solo per acquisire il diritto di vivere, di acquisire il diritto di cittadinanza umana”.
Secondo il professore Daniele Alberti, Direttore U.O. Chirurgia Pediatrica – Spedali Civili di Brescia, “è molto importante aver ripreso la formazione in presenza, una considerazione che ci riporta ad uno degli aspetti fondamentali nel rapporto con il paziente: quello delle relazioni umane, motivo imprescindibile perché una cura possa dare i frutti migliori”.
“Senza questo rapporto – afferma ancora Alberti - le cose non possono funzionare perché il coinvolgimento personale è fondamentale nell’approccio con il bambino malato. Gli adolescenti di oggi non sono più quelli di dieci anni fa: hanno dei linguaggi totalmente diversi con cui noi dobbiamo poter interagire”. Anche per questo i convegni come quelli organizzati dal dottor Raiola sula tema dell’adolescente, ha sottolineato Alberti “sono fondamentali per ampliare lo spettro della riflessione, anche su questo nuovo approccio con gli adolescenti. Dobbiamo imparare la loro lingua e quindi recuperare una capacità di ascolto che ci serve anche a quell’imprescindibile rapporto umano di cui dicevamo prima”.
Della positività del rapporto tra colleghi che “consente un passaggio trasversale dei nuovi traguardi raggiunti, ma anche dei fallimenti che hanno consentito invece di mettere su pian piano nuove terapie”, ha parlato invece il professore Denis Cozzi, professorDenis Cozzi, Direttore dell’U.O.C. di Chirurgia Pediatrica – Dipartimento Materno Infantile e Scienze UroGinecologiche, Policlinico Umberto I di Roma – Università degli Studi “La Sapienza”.
“Ritornare in presenza è fondamentale per metterci nelle condizioni di poter lavorare fianco a fianco, a seconda delle diverse sfaccettature professionali. La Chirurgia pediatrica oncologica – ha aggiunto - è un settore molto delicato perché oltre che all’impatto strettamente legato alla patologia da trattare, il paziente adolescente ha una sua personalità che va formandosi, è un giovane adulto in prenda ai turbini ormonali e sentimenti. Questi ragazzi poi sono sempre fortissimi nel trovare il lato positivo e a combattere con fiducia, sono sempre rimasto colpito da come si fidano dei medici”.
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