Lo spettacolo si terrà il 3 novembre al Teatro Comunale di Catanzaro
30 ottobre 2021 10:08di CLAUDIA FISCILETTI
Parlare con Benedetto Casillo è un pò come parlare con un vecchio amico. Mentre rilascia l'intervista a La Nuova Calabria, sta portando a spasso il suo cagnolino, Stella, e nel frattempo si lascia andare ai ricordi su Luciano De Crescenzo, approfondisce la situazione attuale della commedia partenopea e, soprattutto, racconta lo spettacolo teatrale "Così parlò Bellavista", che andrà in scena il 3 novembre alle 21, al Teatro Comunale di Catanzaro, come evento inaugurale della stagione teatrale di AMA Calabria, ideata e diretta da Francescantonio Pollice. Nel cast Geppy Gleijeses, che si è occupato dell'adattamento teatrale, Marisa Laurito e Benedetto Casillo che ricoprirà lo stesso ruolo interpretato nella pellicola nel 1984, quello di Salvatore, vice sostituto portire. Gleijeses, nell''84, ebbe il ruolo di fidanzato della figlia di Bellavista e, adesso, interpreterà il professore. Un amore, quello per il teatro e la commedia, che nasce in Casillo quando aveva circa 13 anni, dopo essere stato rifiutato da una partita di calcio: "Ero un tifosissimo di calcio, il mio sogno era di diventare un famoso calciatore, ma non ero bravissimo. Nell'associazione cattolica in cui giocavo a calcio c'era anche una sezione teatrale e mi dissero di provare a recitare. Non avevo mai avuto niente a che fare col teatro, nemmeno mi piaceva, ma una sera mi ritrovai a salire sul palcoscenico, quando non c'erano gli altri, mi guardai intorno e giurai a me stesso che mai più sarei salito su un palcoscenico. Da allora sono passati 54 anni e ci sto ancora". Riguardo allo spettacolo, invece, Casillo ribadisce quanto sia attuale: "E' una storia con una sceneggiatura che, a distanza di molti anni, ha ancora una grossa eco anche tra i giovani. Spesso i ragazzi parlano con le battute del film, quindi veramente ancora oggi aleggia lo spirito di Luciano".
Per l'adattamento teatrale di "Così parlò Bellavista" ha ripreso il ruolo già stato suo al cinema, quello di Salvatore vice sostituto portiere. Cosa l'ha convinto a riprendere questo ruolo?
"Ho lavorato per fare andare in porto l'operazione dell'adattamento teatrale di "Così parlò Bellavista", poiché già da tempo si tentava di portare in scena il film di Luciano De Crescenzo. Dopo alcune vicissitudini chiamai Alessandro Siani che decise di rivolgersi a Geppy Gleijeses per realizzare questo progetto. A questo punto ci voleva un filo conduttore tra la versione cinematografica e la teatrale, quindi si pensò di portare in scena Salvatore, vice sostituto portiere. Poi, oltretutto Geppy Gleijeses ha messo su la compagnia, ha dato un ruolo importantissimo a Marisa Laurito, vecchia amica di De Crescenzo e quindi si è ricreata una sorta di familiarità con l'autore".
Con la sua esperienza a teatro lei rappresenta un pò il collante tra quel modo di fare commedia della vecchia guardia e quello più attuale, dal momento che ha lavorato anche in lavori più recenti con Alessandro Siani alla regia. Trova cambiato il modo di fare commedia?
"La mia generazione ha avuto la possibilità di sbirciare, odorare, il passaggio dei grandissimi e in qualche maniera abbiamo respirato quella stessa aria. Speriamo che anche le nuove generazioni possano, attraverso la mia generazione, respirare la grandezza degli autori e degli attori che hanno fatto grande il teatro e il cinema napoletano. Naturalmente è cambiato il modo di recitare, oggi ci sono dei ritmi vertiginosi, si dà molta importanza alla battuta mentre quando facevo parte del mondo del cabaret con i Sadici Piangenti, c'erano delle storie da raccontare. Spesso, oggi, la nuova comicità fotografa quello che c'è intorno e invece probabilmente il cinema e il teatro dovrebbero essere una lucina verso cui guardare".
La commedia è una cosa seria?
"Certo che si. Per quanto riguarda "Così parlò Bellavista" è addirittura riduttivo definirla commedia. Questa è una filosofia napoletana, racconta l'anima dei napoletani, quella napoletanità che forse sta scomparendo. La riuscita di questa rappresentazione è proprio nella profonda filosofia con cui è stata scritta, anche la battuta fa pensare. Una fra tutte è la battuta: "Si è sempre meridionali di qualcuno", che fa ridere ma è la verità, se ci pensiamo. Tutto il mondo è fatto di Nord e Sud, non di Est e Ovest".
Tra le commedie che hanno descritto la napoletanità da lei menzionata, viene in mente "Napoli milionaria" di Eduardo De Filippo.
"Certo, c'è l'essenza di Napoli. Abbiamo questi grandissimi, come Eduardo De Filippo o anche Raffaele Viviani, Giuseppe Marotta. Luciano stesso ci parlava di Marotta, sono coloro che hanno raccontato una Napoli sanguigna, fantastica. C'è una battuta finale in 'Così parlò Bellavista' in cui si dice che "Napoli, con tutte le sue contraddizioni, ha una capacità di adattamento che può essere l'unica possibilità per il mondo di sopravvivere". E questo è vero, ci siamo lasciati inghiottire dalla globalizzazione, si sono perse le radici. Certo, bisogna guardare avanti, ma senza dimenticare da dove veniamo".
Ha fatto parte del cast di "Qui rido io", film di Mario Martone uscito quest'anno, in cui si narra la storia di un altro grande attore napoletano del Novecento: Eduardo Scarpetta.
"Si, ringrazio Mario Martone per avermi dato questo piccolo ruolo nel film, ma con un personaggio che è importante per il seguito della storia narrata. Un personaggio che si guarda intorno e vede Scarpetta con tutte le sue contraddizioni, con qualche atteggiamento non proprio umano anche nei confronti dei figlio. E Mario mi ha chiesto di rappresentare, nello sguardo di questo personaggio, questo genere di sentimenti. Un film veramente bello, con grandi attori e la mano magica di Martone".
Con "Così parlò Bellavista" vi siete esibiti a Cosenza qualche giorno prima che la pandemia fermasse qualsiasi attività teatrale. Adesso si ritorna a teatro.
"Si, c'è una voglia bellissima si tornare a teatro. Fa un po' strano vedere una platea gremita e tutti quanti con la mascherina, è una scenografia completamente diversa. Ma deve essere così".
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