Antonio Gigliotti, ex consigliere comunale del Capoluogo, che non ha, certamente, smesso di interessarsi delle vicende cittadine non ha difficoltà a sostenere con convinzione e dati rilevanti che le vicende urbanistiche di Catanzaro presentano delle anomalie del tutto peculiari. Su tale delicato e controverso capitolo, richiamandosi ai contenuti del PSC, propone una accorta riflessione ripercorrendo in buona sostanza lo stato dell’arte del Psc catanzarese. Di seguito il suo intervento.
“ Da anni questa città è priva, di fatto, di una programmazione urbanistica e si è sviluppata invece in modo sempre più disordinato e caotico con profonde lacerazioni nel tessuto sociale oltre che in quello edilizio ed urbano. La politica urbanistica, portata avanti dalle varie amministrazioni comunali si è basata più che su un razionale disegno di sviluppo, su programmi disorganici e frammentari; programmi ed opere spesso avulse dalla storia e dai bisogni della popolazione.
L’Amministrazione Olivo per ridare un futuro al capoluogo aveva affrontato in modo diverso dal passato la questione urbana ed il ruolo politico ed economico della città e del suo territorio lasciando in dote al capoluogo di regione un piano strategico, approvato all’unanimità dal C.C. , e costituito l’ufficio del piano che, coadiuvato dai tecnici dell’ente, aveva prodotto un documento preliminare finalizzato alla redazione del P S C , documento presentato all’attenzione del C.C. del 23/03/2011.
Il Centrodestra dopo dieci anni di governo lascia alla città una bozza di preliminare, predisposta dai tecnici incaricati di redigere il P.S.C. che non è stato approvato dal consiglio comunale. L’ amministrazione Abramo sin dal suo insediamento ha sostenuto la tesi secondo la quale la legge regionale urbanistica, che fissa termini ineludibili perché i comuni si dotino del Piano strutturale, non si applicherebbe a Catanzaro in quanto il suo piano regolatore era stato approvato dai commissari nel 2002 dopo l’approvazione della L.U.R. , e soprattutto che nel 2007 era stato deliberata dal C.C. la cosiddetta “verifica di non contrasto” che consentiva ai comuni di differire l’approvazione del PSC.
Il contenzioso con la Regione, le manovre dilatatorie, la melina sugli incarichi gratuiti, le polemiche ancora più gratuite hanno portato Abramo a conferire l’incarico “ gratuito ” per la redazione del Piano soltanto nel luglio del 2018 allo studio Dinale ( unico partecipante alla gara bandita dal Comune ).
L’Amministrazione di centrodestra non è stata in grado di dotare la città di uno strumento di pianificazione perdendo inutilmente 10 anni, favorendo uno sviluppo disordinato ed il trasferimento di molte attività che hanno contribuito a desertificare il centro storico ed a impoverire la città.
Nonostante:
il Consiglio Comunale abbia approvato nel 2013, con il titolo “ridisegnare la città”, gli indirizzi per la redazione del PSC ;
il crono- programma annunciato da Abramo nel 2015 e che prevedeva l’adozione del PSC entro la fine del 2018;
gli impegni assunti in più occasioni, anche verso gli Ordini Professionali e le Associazioni che nel rispetto dei termini stabiliti avevano presentato, entro la scadenza del 5 marzo 2021, le proprie osservazioni alla bozza preliminare del piano strutturale, la consiliatura si è chiusa senza la sua approvazione.
Sono passati i fatidici 100 giorni dall’insediamento del nuovo Consiglio Comunale ed ancora non si è capito come l’amministrazione Fiorita intenda procedere su questa delicata materia.
Si intende proseguire sulle “ Linee Guide” del 2013 valorizzando il lavoro, fin qui svolto , dai tecnici incaricati di redigere il piano strutturale e chiamare il consiglio comunale all’approvazione del preliminare? O, piuttosto, come sembra di capire, si vuole ricominciare daccapo e passare all’aggiornamento delle “Linee Guida” come riportato dagli organi d’informazione attraverso la “concertazione estesa al contributo delle categorie ed alla società civile “?
La città deve sapere con quali strumenti e quale tempistica l’amministrazione di centro sinistra intende arrivare, come annunciato dall’assessore all’urbanistica, alla “ grande Catanzaro che sia polo di riferimento centrale e attrattivo per tutti i territori vicini in una dimensione metropolitana ”.
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