
di MASSIMILIANO LEPERA
“Lepera è un ragazzino che studia” (a.s. 2004/2005). Nelle primissime settimane del mio percorso da studente al Liceo Classico Galluppi, a pronunciare queste parole fu la professoressa Maria Rosa Soluri, detta Marisa, docente di latino e greco, che ebbi in I e II anno, ai tempi chiamati IV e V Ginnasio, la quale si può dire che praticamente abbia dato il là al mio percorso classicista, fino a diventare chi sono oggi, anch’io docente di latino e greco, occupando gli stessi posti e sedendo umilmente alle stesse cattedre che lei, 20 anni fa, occupava con professionalità, passione, disciplina e competenza, educando veramente i ragazzi ai valori antichi. La stessa passione riusciva a trasmetterla ai propri studenti, tra cui c’ero io, consentendo di immergersi in un mondo del tutto nuovo che avrebbe potuto offrire differenti e molteplici spunti di riflessione, di crescita personale e sociale. Successivamente, non ho avuto più modo di vederla o sentirla, perché se ne andò in pensione esattamente dopo il mio biennio, ma l’ho sempre ricordata con affetto, stima, ammirazione e gratitudine ogniqualvolta continuassi tenacemente su questa strada, fino agli anni universitari di Lettere Antiche a Pisa e in quelli successivi di insegnamento e immissione in ruolo. Da poco la professoressa Soluri si è spenta, e questa notizia, oltre che provocare mestizia e turbamento, non può che lasciare un vuoto enorme nel mondo della cultura e nella società in generale.
Grazie di tutto, prof Soluri, “vita mortuorum in memoria est posita vivorum” (Cicerone).
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