Un collega dell'imputato sarà giudicato con il rito ordinario
22 novembre 2022 13:23Aveva "confezionato" una dichiarazione chiedendo ad un collega della stessa procura di autenticare la firma del figlio falsamente opposta per produrla in un giudizio civile.
Il tutto per sostenere che non doveva dare al figlio 10.000 euro a titolo di alimenti.
E ora il Tribunale, ha condannato Pietro Rotella ad un anno di reclusione oltre al risarcimento die danni e alle spese legali sostenute dal figlio che si è costituito parte civile difeso dall'avvocato Francesco Gigliotti mentre ha rinviato ad altro giudice il collega, altro dipendente della Procura, Vitaliano Costa (nel frattempo quest'ultimo si è pensionato) che ha scelto di essere giudicato con il rito ordinario.
Per entrambi, la Procura aveva chiesto il giudizio immediato
Secondo l'ipotesi accusatoria Rotella avrebbe formato una falsa dichiarazione sostitutiva di un atto di notorietà indicando nelle stesse circostanze non veritiere, e apponendo la firma del figlio e in concorso con Costa, funzionario amministrativo presso la Procura di Catanzaro, persuadeva lo stesso Costa, nella sua qualità di pubblico ufficiale ad autenticare la firma del figlio. Inoltre al fine di trarre in inganno il giudice avrebbe prodotto una falsa dichiarazione di atto di notorietà immutando la documentazione processuale funzionale alle statuizioni giudiziali (in relazione ad assegni e mantenimento nell'ambito di un procedimento civile).
Sempre secondo l'ipotesi accusatoria, Vitaliano Costa "quale pubblico ufficiale, funzionario amministrativo presso la procura di Catanzaro in concorso con Rotella formava una falsa autenticazione di firma in calce ad una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà presentata da Pietro Rotella ma recante la sottoscrizione e la firma di un'altra persona, ovvero del figlio. In sintesi avrebbe attestato che la firma fosse stata apposta in sua presenza.
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