
di DOMENICO COSTA
Sarà l’aumento dei voli low cost verso l’estero o, speriamo, forse una nuova consapevolezza collettiva, ma a Catanzaro si respira finalmente un leggero fermento. Un clima diverso, fatto di attenzione, aspettative e progettualità, che lascia intravedere la possibilità di una Città finalmente pensata e vissuta nella sua interezza, in ogni singolo quartiere.
Ed allora, proviamo ad immaginare insieme la Città del futuro cominciando dal potenziamento dell’area industriale nei limitrofi comuni di San Floro, Caraffa, oltre a Germaneto, in stretta connessione con l’Università “Magna Graecia” che da anni viene indicata come uno dei motori principali dello sviluppo territoriale e che, oggi più che mai, è chiamata a essere presente e integrata nel tessuto cittadino.
C’è poi la “questione porto”, un’infrastruttura strategica che Catanzaro non può più permettersi di lasciare in sospeso per altri sessant’anni, imponendo scelte chiare e tempi certi. Il porto deve essere visto come uno strumento di accessibilità dei territori, un volano per lo sviluppo economico, capace di favorire nuovi flussi turistici, aggiuntivi rispetto a quelli attuali, dal mare verso le aree interne.
Anche lo sport contribuisce a questo clima positivo: il Catanzaro Calcio vive una fase entusiasmante, accompagnata dalla prossima realizzazione del nuovo centro sportivo, elemento fondamentale non solo per la crescita della squadra ma anche per l’immagine della Città. Il nuovo nido delle aquile che verrà edificato nel comune di Simeri Crichi, superando vecchi schemi ed antiche miopie che per anni hanno immobilizzato la Città, potrà favorire anche nuove sinergie, non solo sportive, con i comuni limitrofi.
Grande attenzione deve essere riservata ai due quartieri chiave: il centro storico e la marina, luoghi simbolo che possono e devono tornare a essere poli di attrazione e aggregazione. In questo contesto si inserisce il lavoro dell’Ente Fiera che sta portando movimento, economia e vitalità in città.
Opere e iniziative che in passato erano state giudicate inutili dall’allora opposizione, ma che oggi si stanno dimostrando vincenti, anche grazie alla gestione affidata alla Fondazione Politeama, a suo tempo duramente criticata quando Catanzaro era amministrata dal centrodestra.
Restano però alcune criticità irrisolte. Il complesso monumentale del San Giovanni, ad esempio, è da anni privo di grandi mostre capaci di attrarre pubblico e valorizzarne appieno il ruolo culturale. Così come il vicino Parco archeologico di Scolacium, una risorsa straordinaria che Catanzaro continua a non riuscire a sfruttare realmente in chiave culturale e turistica.
Con l’avvento della metropolitana di superficie, il capoluogo di regione sarà finalmente collegato in tutte le direzioni e potrà limitare il “problema” parcheggi. Un piccolo suggerimento riguardo a questa grande opera: a mio avviso, sarebbe opportuno estenderne il percorso includendo una fermata al porto, in modo da creare un sistema integrato di trasporti che unisca i vari punti di accesso anche via mare.
Catanzaro ha un potenziale enorme. Le risorse non mancano, così come le idee. Serve crederci fino in fondo, con una visione unitaria e una programmazione capace di trasformare le opportunità in sviluppo concreto.
Questo breve intervento di fine anno, vuole soltanto lanciare un messaggio di speranza, soprattutto ai giovani, per dire che il FUTURO è qui, bisogna però fortissimamente crederci e lottare per realizzarlo nel modo migliore.
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