Catanzaro, il capoluogo dove le strade restano al buio: la denuncia di un professionista

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Foto d’archivio
  11 gennaio 2023 14:32

di FRANCESCO IULIANO

Cresce l’insofferenza dei cittadini di Catanzaro per le tante ‘disattenzioni’ dell’Amministrazione comunale anche nei confronti delle zone più periferiche della città. 

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Non passa giorno che le redazioni delle testate giornalistiche, ma anche i profili social dedicati alla città, attivati da gruppi di cittadini, vengano inondati da segnalazioni di disservizi o da denunce di situazioni che non hanno nulla a che vedere con una città che si vuole riguadagnare il ruolo di città guida della Regione.

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Una delle ultime segnalazioni, in ordine di tempo, è quella arrivata dall’ingegnere Vincenzo Italia, che ha puntato il dito sull’abbandono di alcune zone della città.

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“Dopo viale Isonzo, lasciato al buio - scrive nella segnalazione - all’elenco si aggiunge anche viale Magna Graecia - dall’ex ristorante La Fattoria - sino all’ingresso del centro commerciale Le Fornaci, da sempre totalmente al buio e senza i marciapiedi per tutto il tratto, quasi fossero due comuni diversi. Illuminazione che non manca nella zona Nord sino al quartiere di S. Elia  ed a sud, verso il quartiere Lido. Una zona, quella segnalata, lasciata al buio non per la rottura delle lampadine, ma per la mancanza dell’impianto di pubblica illuminazione stradale. Una vergogna sia per la passata governance del Comune, che per quella attuale, che non hanno avuto e non hanno occhi per vedere".

Ed ancora: "Nessuno ha notato che le tre uscite della nuova variante della Ss 106: Catanzaro ovest, sud ed est sono sì dotate di impianto di illuminazione, ma mai attivati. Nello specifico l’uscita di Catanzaro ovest è parzialmente illuminata e Catanzaro sud totalmente al buio con l’impianto mai attivato. Un tratto di strada che coincide con l’ingresso sud della città. I filogovernanti ora diranno che il Comune non c’entra nulla e che le responsabilità sono da imputare ad Anas. Come se l’Amministrazione comunale non dovesse avere a cuore i pubblici servizi anche se di differenti gestori. Che vergogna!”

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