Il professore responsabile del progetto tra l'Umg e l'Università di Kiev, Ludovico Abenavoli, ieri ha incontrato virtualmente i ragazzi
27 febbraio 2022 10:57di TERESA ALOI
Sono sguardi smarriti, occhi spaventati. Increduli nel raccontare ciò che l'Ucraina sta vivendo in queste ore. Perché la guerra fa paura. E sono ferite aperte. Fosse solo perché ti sconvolge la quotidianità.
Dmitry 22 anni, Lisa, 22 e Farbod 23, sono i tre studenti della Taras Shevchenko National University di Kiev, vincitori del progetto Erasmus presso l' Università Magna Graecia di Catanzaro. Dovevano arrivare tutti in città ma la guerra ne ha fermati due su tre. Stanno bene: Lisa è riuscita ad arrivare dopo due giorni di viaggio in Polonia; Farbod è rientrato in Iran mentre Dmitry è a Catanzaro già da qualche giorno. Nel capoluogo è arrivato due giorni che scoppiasse la guerra, certo che quei bombardamenti, quelle sirene, non li avrebbe mai raccontati. E invece. Vive in una casa privata con altri studenti ma l'Università sta cercando per lui un alloggio all'interno del Campus. Il cuore lo ha lasciato lì: la speranza che tutto possa finire non l'ha mai abbandonata.
"Le porte dell'UMG sono e rimangono aperte per questi ragazzi, che hanno un solo grande desiderio e cioè ritornare alla normalità di tutti i giorni" racconta il professore responsabile del progetto tra l'Umg e l'Università di Kiev, Ludovico Abenavoli, che proprio ieri ha incontrato virtualmente i ragazzi.
Le loro parole sono la testimonianza diretta e cruda di una guerra che lascia sul campo morti e distruzione.
"Ho organizzato questo incontro per avere notizie sulla loro condizione attuale non sapendo cosa stessero facendo", racconta il professore Abenavoli, che ricorda come proprio in questi giorni fosse previsto che lui andasse a Kiev e da Kiev arrivassero all'Umg due professoresse.
"Lisa sarebbe dovuta arrivare con Dmitry, ma non aveva ottenuto green pass". Problemi burocratici e così "dopo 2 giorni di viaggio con la famiglia ha raggiunto la Polonia in macchina viaggiando di notte, mentre - aggiunge il professore Abenavoli - Farbod è rientrato in Iran prendendo uno degli ultimi treni partiti da Kiev". Stanno bene, per quanto si possa stare bene. Sono al quinto anno di Medicina e l'augurio è che questa situazione possa portare presto ad una stabilizzazione e loro possano raggiungere Catanzaro realizzando i loro progetti.
L'Ufficio Erasmus coordinato dalla dottoressa Eleonora Consoli, con il supporto della dottoressa Carmen Scerbo, sta dando un grande supporto all'iniziativa anche grazie al coordinamento con la scuola di Medicina presieduta da Agostino Gnasso. Perchè i ragazzi possano realizzare il loro sogno.
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