Catanzaro e l'Università, Rizza: "La città ha perso troppo tempo"

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Roberto Rizza
  27 settembre 2019 12:42

“La discussione in merito al rapporto tra la città di Catanzaro e l'Università "Magna Graecia" sembra essere sparita dal dibattito pubblico ed istituzionale della città. Non l’amministrazione comunale, non l’Ateneo, non gli studenti, nessuno ne parla più. Tutti però torneranno a parlarne tra breve, quando, complice qualche manifestazione di rito, l’inaugurazione dell’anno accademico e l’inizio dei primi corsi, come ogni anno, l’argomento sarà di strettissima attualità e strumentalmente buono per qualche post social, qualche litigata e qualche pagina di giornale. Fino a Natale. Poi nulla di buono resterà”.

Lo scrive in una nota Roberto Rizza, già consigliere comunale, che specifica di esprimersi oggi in qualità di cittadino libero e militante.

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“Fa rabbia che un asset così importante, nonostante i proclami e le parole spese nel tempo, non riesca a trovare una declinazione positiva nell'agenda di chi amministra la cosa pubblica. Fa rabbia, ma non desta meraviglia; il voluto imbarbarimento della politica degli ultimi anni, di fatto, non avrebbe potuto produrre nulla di diverso”.

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“Personalmente, non da solo, con diverse responsabilità ed in tanti modi, nel tempo, ho cercato di affermare la mia convinzione: non è il mero caffè venduto in più o l’appetibilità di un posto letto; costruire una città universitaria dovrebbe e vorrebbe dire far godere il territorio di tutti quei benefici sociali, culturali ed economici che un Ateneo, con altrettanta responsabilità e capacità, dovrebbe irradiare nel territorio di proprio riferimento in un continuo interscambio, tra gli ambienti, di stimoli, risorse, opportunità, lavoro, innovazione e ricerca. Non ho cambiato idea e continuo a pensare che la questione rimanga di primaria importanza”.

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“Oggi la situazione è particolarmente grave. La città ha perso troppo tempo e, a causa di decisioni improvvisate e di promesse disattese, non ha fatto altro che alimentare una propria immagine poco accogliente e disordinata. Ma le responsabilità della situazione attuale sono diverse. Dall'altra parte, infatti, l’Ateneo, nello stesso tempo, ha portato avanti una autoreferenzialità, ben lontana dal principio dell’autonomia, difensiva (a che pro?) e poco costruttiva”.

“La necessità per la città di tornare a parlare di tutto questo è vitale. Nel merito il nostro territorio, ha bisogno di idee lungimiranti da tradurre in interventi da realizzare nel breve e nel lungo termine, di programmazione, di discussioni, di incontri istituzionali e di costanza".

“Come fare? Credo che oggi tutta la città debba sentire la responsabilità di dover stimolare e incalzare, al riguardo, chi ha la responsabilità diretta di dire e fare qualcosa. Tutto ciò però - conclude Rizza - nella matura convinzione, altrimenti tutto sarebbe vano, che pensare e costruire oggi lo sviluppo della nostra città vuol dire definirne un preciso modello di identità culturale e sociale”.

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