Etica e sostenibilità. Etica e solidarietà. Ma soprattutto l'individuo. Perché è il cittadino che riveste un ruolo centrale e attivo nella progettualità urbana. Ne ha discusso l'Ordine degli architetti che ieri, nella Sala delle Culture, a Catanzaro, si è interrogata sul ruolo dell' "Architetto tra etica, solidarietà e sostenibilità".
Al tavolo dei relatori Raffaele Del Monaco, responsabile open innovation di Oltre Open innovation hub, un'azienda di progettazione e consulenza strategica integrata incentrata sull'innovazione che accompagna le imprese supportandole nel loro percorso; il professore architetto Tonino Riverso e Giuseppe Antonio Zizzi, già consigliere nazionale degli architetti.
Ancor prima dell'incontro moderato dalla giornalista del "La Nuova Calabria" Teresa Aloi, i saluti del presidente dell'Ordine, Giuseppe Macrì e il presidente della fondazione Architetti Catanzaro, Eros Corapi.
"L'etica è la risposta ai comportamenti, nasce con le professioni" ha sottolineato Macrì. E allora no alla concorrenza sleale, sì alla collaborazione "al fare squadra, allo stare insieme per un obiettivo comune".
Sulla stessa linea il presidente della Fondazione, Corapi, che ha parlato di deontologia "una linea ben marcata sulla quale costruire il futuro, nel rispetto di ciò che abbiamo trovato e di ciò che lasceremo".
Innovazione sociale , trasformazione digitale e come entrambe abbiano ripercussioni sull'etica, al centro dell'intervento di Raffaele Del Monaco che, con l'ausilio di alcune slide, ha illustrato come la tecnologi abbia modificato i comportamenti sociali. "Fare impresa significa fare qualcosa di bello per la società" ha sottolineato. E, l'architetto, ha il "senso del bello".
Di bellezza e di città fatte di "emozioni, quotidianità, di giovani che cercano spazi dove trovarsi" ha parlato il professore Riverso. Ma anche di città "uniche e irripetibili" e di città "frattagliate, come Catanzaro ad esempio, dove le periferie non dialogano, non condividono spazi".
"L'architetto oltre che tecnico è un intellettuale" ha sottolineato l'architetto Zizzi . "Un maestro, un artista". E molto di più.
Subito dopo, nella Basilica dell'Immacolata, prima della celebrazione eucaristica officiata da don Francesco Brancaccio, sono stati letti i nomi degli architetti defunti (di cui l'Ordine professionale ha avuto contezza per via della cancellazione dagli elenchi) e la preghiera dell'architetto.
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