Catanzaro festeggia i popoli e tanti stranieri attendono di ricongiungersi ai propri familiari

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  29 settembre 2023 13:25

di MARIA CONCETTA CRISAFI*

Mentre la città di Catanzaro si accinge a festeggiare i popoli presenti sul territorio con quella che, stante la programmazione annunciata dall’Amministrazione comunale, sarà la festa della condivisione, del dialogo interculturale e della conoscenza reciproca, vi è chi, al di là dei confini geografici, attende da mesi se non addirittura un anno di ricongiungersi ai propri familiari che su questi lidi sono arrivati da tempo e hanno radicato la propria vita, la propria esistenza trovando una casa e un lavoro.

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Sono tantissimi gli stranieri che sono in attesa da mesi della registrazione del primo ingresso per lavoro stagionale perché chiamati in forza dalle aziende che operano sul territorio ma vengono puntualmente rinviati dallo Sportello Unico Immigrazione della Prefettura di Catanzaro a data da destinarsi in attesa di un formale appuntamento a fronte di un obbligo di sottoscrizione del contratto di soggiorno da definirsi in 8 giorni dall’arrivo .

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Sono centinaia gli stranieri che hanno inoltrato richiesta di concessione del nulla osta al ricongiungimento familiare e attendono di avere quel provvedimento amministrativo che gli consentirà di correre nelle Ambasciate di competenza per ottenere l’agognato visto di ingresso per i propri cari.

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Ogni martedì e giovedì davanti allo Sportello Immigrazione decine e decine di immigrati provenienti anche dai paesi limitrofi, si accalcano in attesa di consegnare la documentazione necessaria per l’istruttoria delle istanze. Ogni giorno e sempre le stesse persone. Sempre gli stessi visi che implorano in un italiano stentato di avere quel pezzo di carta dalla Prefettura; ma ogni giorno molti di loro ritornano a casa senza avere risposte e senza capire il motivo del ritardo.

Sì perché la difficoltà maggiore per chi è straniero è comprendere e addentrarsi nella farraginosa macchina burocratica della PA. e delle sue lentezze che si trincera dietro la carenza di organico e il cambio dei facenti funzione per non ammettere la propria responsabilità per i ritardi accumulati. Infatti, benchè vi siano espresse disposizioni normative volute dal Legislatore a tutela del diritto all’unità familiare che vorrebbe la definizione del procedimento di ricongiungimento nel termine di 90 giorni, la PA da ormai sei mesi si sta dimostrando inottemperante e gravemente inadempiente, il tutto in danno dei richiedenti.  Eppure tra i padri e le madri che attendono il nulla osta ci sono anche i marocchini che nel paese di origine hanno subito i gravi danni del terremoto. Ci sono bambini separati dai propri genitori che si accontentano di vedere il padre o la madre attraverso un video del cellulare perché la burocrazia hai i suoi tempi e le sue incognite “ragioni”.

È un giro di vite che la Prefettura preferisce ignorare e chiudersi nelle comode stanze del potere, trincerandosi dietro il silenzio e l’indifferenza. Ogni tentativo di dialogo è vano. Lo sbarramento serrato davanti al palazzo del Governo impedisce ogni sollecita definizione bonaria anche a fronte di ammonimenti e diffide o risposte depositate avverso provvedimenti illegittimi. Ogni scambio di argomentazione sia con i professionisti sia con gli utenti rimane vano mentre nei piani bassi gli stranieri si straziano nel tentativo di capire perché le loro vite rimangono appese, perché un padre deve rimanere lontano dai propri figli.

Catanzaro si vorrebbe muovere verso il dialogo interculturale ma forse prima di tutto dovrebbe scendere negli uffici preposti a tutela dei diritti degli stranieri e provare sulla propria pelle i disagi dei ritardi e le umiliazioni che essi subiscono ogni giorno. 

In 15 anni di attività ho aiutato tante famiglie a riunirsi e la gioia più grande è sempre stata ricevere a distanza di tempo le foto dei figli nati in Italia. Ora però ogni tentativo di dialogo si dimostra vano perché l’incontro colloquiale o anche ammonitorio rivolto all’ufficio è diventato opzionale così come il soccorso istruttorio che il procedimento amministrativo prevede.

Tutto viene rinviato a quando e per cosa o per quanto tempo non è dato saperlo e anche a me non resta che mettermi in fila dietro quella porta in attesa di comprendere le ragioni della P.A.

Ben venga la festa multietnica perché conoscere l’altro potrà servire anche a chi il potere lo detiene e può decidere sulla loro vita, ma l’augurio è che le parole siano seguite da fatti e interventi concreti. Non vi può essere integrazione e accoglienza se le porte di chi è tenuto a lavorare per gli stranieri rimangono sbarrate dal silenzio e dai ritardi burocratici.   

*avvocato

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