di GABRIELE RUBINO
"Abbiamo una situazione critica a Siano". L'affermazione al telefono è di un vigile del fuoco, probabilmente a qualche autorità, nello spiazzo dell'entrata del carcere 'Ugo Caridi' mentre cominciavano ad ammassarsi le auto delle famiglie evacuate da contrada San Cono e quelle dei parenti in soccorso. Peccato che quella presa d'atto sia arrivata attorno alle 16 di ieri, quando già le fiamme avevano fatto danni enormi e si apprestavano a farne ancora altri fino a sfiorare il centro abitato del quartiere del capoluogo. Un po' troppo tardi. Si era già già scatenato l'inferno: roghi in più punti e fumo ovunque. Le folate di vento hanno aiutato a completare il disastro.
Quella di ieri, è stata una giornata senza precedenti sul fronte incendi per la città di Catanzaro. Nella storia recente qualcosa di mai visto. Già nella prima mattinata, la pineta di Siano, un polmone verde immenso e di cui si è spesso sottovalutata l'importanza ecologica e la bellezza naturale, era già sostanzialmente spacciata. I roghi non si sono limitati ai boschi più interni ed elevati ma sono arrivati fino alla strada principale con alberi (pini secolari) che cadevano divorati dalle fiamme. Già a metà mattinata le forze dell'ordine hanno dovuto bloccare gli accessi da Nord e da Sud di via Galiani, la strada provinciale che attraversa appunto la pineta. Ma lo scenario, cominciava a diventare sempre più allarmante. La notte precedente alcuni roghi si erano propagati alle estremità della pineta arrivando ad alcune coltivazioni private in contrada San Cono, frazione a pochi passi dal quartiere Siano, nota per la presenza del Telecontact center Telecom. Attorno alle 11 le fiamme cominciano a circondare un serbatoio idrico e avvicinarsi minacciose alle prime abitazioni. Dal cielo però non arrivava nessun canadair, soltanto dopo un po' di tempo un elicottero, con una portata inferiore. Il canadair è arrivato soltanto nel pomeriggio inoltrato (e per una manciata di ore) quando la situazione era già compromessa e, a sentire le ricostruzioni delle trattative fra le autorità, solo dopo insistenza del sindaco Sergio Abramo. Non è detto che la presenza anticipata avrebbe scongiurato i danni che poi ci sono stati, quello che è certo è che i vigili del fuoco, i volontari della protezione civile arrivati anche dal Veneto, la polizia e i carabinieri forestali presenti, che non si sono risparmiati in condizioni estreme, erano troppo pochi per affrontare la portata dell'evento. Evidentemente a livello regionale ci sono state altre priorità, visto che l'intera Calabria è nella morsa degli incendi.
Gli evacuati di San Cono, una quindicina di persone coinvolte, sono state assistite dai parenti. C'è chi ha anche accusato malori. Il vento è stato un alimentatore inesorabile delle fiamme. Quando la situazione sembrava tornare alla normalità dopo una sfuriata, i roghi riprendevano vigore. Un altro rogo si è avvicinato pericolosamente alle abitazioni e alle attività di via dei Gelsomini. Questo è stato un fronte impegnativo, un altro ancora però è stato devastante. Ossia quello nell'area attorno al carcere. Le fiamme prima hanno divorato il locale conosciuto come 'I Reduci', poi si sono diretti verso alcune serre che portano al Podere delle Carrozze. Piccole esplosioni, fiamme altissime hanno avvolto anche il cavalcavia di via Galiani. Almeno altre tre abitazioni, nel tardo pomeriggio, erano diventate in pericolo e le famiglie sono state messe in sicurezza. A quel punto, prima serata, i residenti delle case del centro abitato sono stati 'allertati' a tenersi pronti. Per fortuna, la situazione è stata contenuta e almeno hanno potuto dormire nelle proprie case.
L'amarezza fra i residenti era palpabile quanto il fumo denso che ha avvolto l'intera zona per tutta la notte, quantomeno 'tranquilla'. Non mancano le recriminazioni e c'è chi comincia a muovere accuse, pur ringraziando forze dell'ordine, vigili del fuoco e volontari intervenuti. Le notizie del rogo scatenante anzi, dalle prime ricostruzioni, dei roghi scatenanti (dovrebbero essere tre) che, come affermato dallo stesso sindaco sono di origine dolosa, risalgono ormai a tre giorni fa. Al 9 agosto. Il giorno successivo, le fiamme purtroppo si sono allargate fino alle parti interne della pineta. Nella giornata di martedì i vigili del fuoco hanno lavorato allo spegnimento e al contenimento dell'incendio. Cosa che sembrava essere avvenuta nella serata del 10 agosto, peccato che i fatti abbiano smentito tutto qualche ora dopo. Ieri, è successo l'irreparabile, con la pineta distrutta, persone evacuate e danni incalcolabili. La domanda è piuttosto semplice: "Perché in due giorni non è stato possibile fermare i roghi, a un certo punto ristretti, prima della devastazione di ieri?".
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