Catanzaro, Furriolo: "Quest'anno San Vitaliano più ambiguamente perplesso del solito"

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images Catanzaro, Furriolo: "Quest'anno San Vitaliano più ambiguamente perplesso del solito"

  16 luglio 2025 13:25

di MARCELLO FURRIOLO

Quest’anno San Vitaliano, nella sua rappresentazione grafica post modern voluta dall’Amministrazione Comunale, appare ancora più ambiguamente perplesso del solito.

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E’ come se il Santo di Capua, che dal 1121 abita nella città dei tre colli, non per sua libera scelta, da quando le sue reliquie vennero qui portate, si racconta, da Papa Callisto II in occasione dell’apertura al culto del Duomo, si interrogasse su tutto questo movimentismo in suo nome. Tante sono le iniziative programmate dall’assessore Giuliana Furrer in questi tre giorni per cercare di risvegliare nel popolo catanzarese un reale afflato nei confronti del suo sfortunato Patrono, che come ha ricordato Mons.Maniago nella sua omelia, non deve significare “evasione dai problemi”. 

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Ecco perché San Vitaliano non ha tutti i torti ad essere quanto meno perplesso.

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Non solo perché, come rilevava l’altra sera il mitico Maestro d’Arte Mario Parentela, Catanzaro è l’unica città che non celebra il Santo Patrono con gli archi illuminati che fanno tanto festa di paese, ma portano anche tanta luce e colori. Però in compenso ci sono arrosticini abbrustoliti, cuoppo con pesce dei mari del Nord, grigliata della Transilvania e, soprattutto, musica impunemente fuori controllo, perché sia i Vigili Urbani che le Forze dell’Ordine non hanno gli strumenti per misurare i decibel… Proprio oggi sul “Corriere della sera” Massimo Gramellini nel suo quotidiano “Il Caffè” offre una magistrale riflessione dal titolo “Non c’è peggior sordo”…

Meno male che ci hanno pensato i volenterosi amici dell’Associazione dei Collezionisti ad allestire una preziosa Mostra nei locali dell’ex Stac su “ Catanzaro tra storia, tradizione e devozione”. 

Ma sopratutto Marco Calabrese e Oreste Sergi Pirrò a spostare su un piano più essenzialmente liturgico la riflessione su San Vitaliano, in un suggestivo incontro nello splendido Oratorio del Carmine, in cui sono stati presentati i primi risultati di una sofisticata ricerca dei due raffinati studiosi che ha portato alla luce addirittura il primo inno cerimoniale dedicato a San Vitaliano. Nato come danza popolare e divenuto col tempo canto liturgico solenne, fino al primi anni del Novecento, per poi perdersi nel disinteresse popolare e delle istituzioni religiose e pubbliche. Oreste Sergi e principalmente Marco Calabrese, che continua ad essere ignorato se non mortificato dalle istituzioni comunali, hanno fatto rilevare come la festa di San Vitaliano fosse parte integrante del culto religioso, ma anche del costume sociale della città, con tre giornate di gioia popolare, ma anche di preghiera e di riflessione spirituale che aveva un valore unificante della comunità intorno al suo Santo Patrono.

In questi ultimi anni le varie Amministrazioni hanno cercato di rinverdire la gloria del Santo Patrono, con feste e onoranze civili che, però, difficilmente raggiungono il cuore e la mente dei catanzaresi. Di questi tempi, poi, i cittadini non sono disposti ad affidare le loro ansie, le loro delusioni e le frustrazioni che attraversano tutti gli strati sociali neanche alle cure di un Santo protettore. Non credono più alle promesse miracolistiche, né ai programmi a lungo respiro. Sotto i colpi di un quotidiano devastante, in una città smarrita in cui le strade sembrano condurre ad un luogo senza domani, i giovani, a migliaia, si abbandonano ad una fuga senza ritorno e quelli che rimangono non si riconoscono più nei santuari della politica, delle istituzioni e delle vecchie canoniche.

Quest’anno forse è vero che San Vitaliano ha una serie di motivi molto seri per esprimere il suo volto perplesso tra i colori blu, verde e il giallo, che si perdono nell’orgia fumosa dello street food. La città ha ormai perduto il suo appeal di capoluogo di regione, il suo riconosciuto apprezzamento in campo sanitario intorno al grande Ospedale Pugliese, il colposo appannamento del ruolo dell’Università Magna Graecia. A nulla serve nascondersi dietro il piagnisteo dello “scippo”. La città appare come lo specchio riflesso di questo clima, per la verità ormai da più anni e non solo negli ultimi tre, creato da una politica e da una classe dirigente che dimostra di non avere gli strumenti culturali per leggere una realtà complessa come quella di Catanzaro e i suoi reali bisogni. Il Sindaco si è inventata una forma di comunicazione più diretta, via watsapp, per informare che “Non tutti sanno” tante cose buone realizzate dalla sua amministrazione in questi tre anni, nel confronto con quella precedente. Operazione corretta. Ma può bastare?

A guardare il volto perplesso di San Vitaliano pare di capire che poco rilevino le puntuali informazioni del Sindaco. Non ci vuole molto a capire che la riflessione misericordiosa del Santo Patrono è intrisa dal doloroso vulnus delle mancate risposte dello stesso Sindaco ai ripetuti, appassionati e sofferenti appelli del Cappellano del Cimitero di Catanzaro, per la grave situazione venutasi a creare nell’obitorio con decine di bare in attesa di dignitosa sepoltura e con evidente pericolo per l’igiene ambientale. Andrea Perrelli non ha in alcun modo strumentalizzato la situazione, anzi ha fatto e continua a fare da scudo con la sua generosa e illuminata opera di convincimento e consolazione nei confronti delle famiglie che hanno il diritto di piangere dignitosamente i loro cari. E proprio a San Vitaliano il Cappellano ha sempre rivolto le sue parole dolenti. Purtroppo inascoltato.

Ecco perché, forse, l’occasione solenne della Festa del Santo Patrono poteva essere ricordata per un atto di grande sensibilità da parte del primo Cittadino nei confronti del popolo dei catanzaresi che hanno fatto la storia e che oggi non hanno la parola dei vivi, ma ne reclamano la piena dignità. Perché il Cimitero non è il luogo dell’abbandono e della dimenticanza, ma è la casa di riposo di chi vive nel ricordo di una comunità il cui livello di civiltà si misura proprio dal legame che riesce a mantenere con le sue radici, le persone che ne hanno fatto la piccola come la grande storia e rivivono in una povera croce, un fiore appassito, una luce mai spenta.

E anche di questa comunità il Vescovo Vitaliano è il Santo Patrono. 

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